Il caso

Omicidio di Sargonia Dankha, colpo di scena in aula. La difesa: «Il processo non si può fare»

La Corte di Assise si è ritirata per decidere

Imperia. Colpo di scena nel processo nei confronti di Salvatore Aldobrandi: il pizzaiolo di 73 anni accusato di aver ucciso 28 anni fa, in Svezia, la 21enne svedese Sargonia Dankha e di averne occultato il corpo.

L’avvocato difensore di Aldobrandi, infatti, ha presentato una richiesta preliminare all’istruttoria, consistente nell’impossibilità di processare, in Italia, un cittadino italiano accusato di un reato commesso all’estero, se sono trascorsi tre anni dal suo rientro nel Paese di origine. Il 73enne, originario di San Sosti (Cosenza), ma da anni residente a Sanremo, si trova in Italia dal 1998, come dimostrano gli atti prodotti per il processo.

«Non è possibile procedere in Italia – ha dichiarato l’avvocato – Ritengo accertato il termine dei tre anni. Questo processo non può che concludersi con una sentenza di non procedibilità. Chiedo l’immediata cessazione della misura cautelare nei confronti di Aldobrandi». Per avvalorare la propria tesi, il legale ha portato a conoscenza della Corte sentenze pronunciate dalla Corte di Cassazione e divenute giurisprudenza.

La Corte di Assise, chiamata a giudicare l’uomo, si è ritirata per decidere.

Dal 17 giugno scorso Aldobrandi si trova in carcere, dove è stato portato su ordine del gip di Imperia, con le accuse di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e la soppressione di cadavere, in merito alla morte di Sargonia Dankha la ventunenne di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla da Linköping, in Svezia, nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995. Il suo corpo non è mai stato trovato.

Se la richiesta della difesa verrà accolta, il processo nei confronti dell’uomo si concluderà qui.

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