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L’istituto Fermi-Polo- Montale di Ventimiglia incontra Agnese Moro

12 dicembre 2023 | 10:00
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L’istituto Fermi-Polo- Montale di Ventimiglia incontra Agnese Moro

Figlia dello statista democristiano Aldo Moro, rapito ed in seguito barbaramente ucciso dalle Brigate rosse il 9 maggio del 1978

Ventimiglia. L’11 dicembre una delegazione di studenti del quinto anno dell’istituto Fermi-Polo- Montale indirizzo per la sanità e l’assistenza sociale ha partecipato ad un incontro con Agnese Moro, figlia dello statista democristiano Aldo Moro, rapito ed in seguito barbaramente ucciso dalle Brigate rosse il 9 maggio del 1978.

Il convegno, ospitato presso l’aula magna del liceo scientifico Cassini di Genova, è stato introdotto dal direttore dell’Usr Liguria, Antimo Ponticiello, e poi coordinato dal dirigente tecnico, Roberto Peccenini. Il convegno aveva lo scopo di avvicinare le nuove generazioni ai temi centrali dell’educazione civica attraverso l’approfondimento storico della figura di Aldo Moro, che ha dedicato la sua intera esistenza, fino a sacrificarla, in nome del dialogo e della pacifica convivenza democratica.

C’erano rappresentanze dei licei genovesi “Pertini” e “Fermi”, dell’istituto “Montale”, del liceo “Marconi Delpino” di Chiavari, del tecnico commerciale “Fossati Da Passano” di La Spezia, dell’istituto “Patetta” di Cairo Montenotte (Savona), del “Fermi polo Montale” di Ventimiglia (Imperia). La prima parte dell’incontro è stata incentrata su aspetti intimi privati di Agnese Moro, legati alla relazione padre e figlia e alle caratteristiche di suo padre come uomo, prima che come figura pubblica.

Gli aspetti autobiografici hanno poi lasciato spazio, nella seconda parte, attraverso un coinvolgente dibattito animato dalle domande interessate degli studenti, alle grandi questioni morali ed etiche legate alla tragica vicenda che ha visto coinvolto Aldo Moro, la sua famiglia e le istituzioni. In particolare sono stati approfonditi e discussi il tema del perdono, della riconciliazione, della giustizia riparativa ed infine della difficile ma doverosa necessità di tramandare l’eredità morale di Moro alle nuove generazioni, attraverso l’uso della parola come fonte di mediazione e dialogo instancabile e positivo per il superamento delle diversità.