La storia del politico sanremese Nino Bobba nel racconto di Andrea Gandolfo

Importante anche la sua attività forense come celebre avvocato
Sanremo.Giovanni Bobba, detto “Nino”, nato a Sanremo il 21 dicembre 1903 da Giobatta e Angiolina Ugo da una famiglia operaia, dopo aver conseguito la maturità classica al liceo “G.D. Cassini”, si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino, dove fu allievo, tra gli altri, dell’insigne economista Luigi Einaudi, che sarebbe diventato presidente della Repubblica nel 1948. Laureatosi in legge all’Università di Genova nel 1925, due anni più tardi iniziò ad esercitare la libera professione nella sua città natale nello studio penale che fu già di Orazio Raimondo, che egli avrebbe sempre considerato il suo maestro nel campo dell’avvocatura. Dopo l’annuncio dell’armistizio con gli Alleati l’8 settembre 1943, Bobba aderì, insieme ai rappresentanti locali della Democrazia cristiana, del Partito comunista, del Partito socialista italiano di unità proletaria e del Partito repubblicano, a un comitato di azione antifascista. Nell’estate 1944 riorganizzò la sezione sanremese del Partito d’azione, la cui rappresentanza all’interno del Comitato di liberazione nazionale cittadino venne poi assunta dai repubblicani dopo che lo stesso Bobba sarebbe stato costretto a lasciare precipitosamente la città per sfuggire all’arresto.
All’indomani della Liberazione entrò, come rappresentante del Partito d’azione, nella Giunta provvisoria di governo, che avrebbe assunto il controllo dell’amministrazione comunale in attesa dell’elezione del primo consiglio scelto dal popolo. Nel novembre 1945 divenne membro della sottosezione legale della commissione municipale, presieduta dal sindaco Adolfo Siffredi, che fu incaricata di dirimere la questione sulla forma di conduzione migliore per il Casinò, chiuso dal giugno 1940, ossia gestione comunale diretta o in concessione. Della sottocommissione legale facevano parte, oltre a Bobba, gli avvocati Vincenzo Badino, Secondo Anfossi e Carlo Bensa, già sindaco di Sanremo nei primi anni Venti. La sottocommissione amministrativa era formata invece dai ragionieri Enrico Formaggini e Aldo Zoli, mentre quella tecnico-artistica era composta da Jean Biancheri, Carlo Borga, Franco Alfano, Alfredo Crémieux e Amilcare Rambaldi.
Nell’autunno 1948, durante l’amministrazione di Paolo Manuel Gismondi, quando il Consiglio comunale riprese in esame la questione Casinò, studiando la possibilità di indire una nuova gara di appalto per la casa da gioco, si espresse a favore della gestione diretta del casinò da parte del Comune. Nel gennaio del 1951, insieme all’allora gestore del Casinò Pier Busseti, al dirigente della Rai Giulio Razzi, al vicesindaco Giovanni Asquasciati, al capo ufficio stampa della casa da gioco Mario Sogliano, a Nunzio Filogamo e a una signora del pubblico, presiedette la giuria che avrebbe dovuto scegliere i vincitori del primo Festival di Sanremo. Nel maggio 1956 si presentò alle elezioni amministrative come capolista di una formazione civica indipendente chiamata Campanile, ottenendo un lusinghiero successo personale. La sua lista registrò l’elezione di ben nove consiglieri comunali contro i sedici democristiani e i cinque comunisti.
Il 30 agosto 1959 entrò a far parte della Giunta guidata dal senatore socialdemocratico Secondo Anfossi, come assessore alla Floricoltura, rimanendo in carica fino alla caduta dell’amministrazione Anfossi nel giugno 1960. Alle elezioni amministrative del novembre 1964 venne rieletto consigliere comunale nella lista indipendente del Faro, entrando nella giunta Cugge come assessore alla Floricoltura, per passare quindi al Contenzioso, carica che avrebbe mantenuto anche nella successiva amministrazione Viale. Come assessore alla floricoltura, si attivò in particolare per lo spostamento a monte della ferrovia e la realizzazione del nuovo mercato dei fiori. Nel marzo 1962, insieme al dottor Mescola, organizzò la Mostra internazionale di floricoltura, che si tenne nei giardini delle ville Ormond, Magnolie e Nobel, con la partecipazione dei più importanti produttori floricoli italiani. La giuria ebbe come presidente onorario il famoso ibridatore Domenico Aicardi e come presidente effettivo il commendator Giuseppe Ratti, che, l’anno precedente, a Torino, aveva organizzato l’esposizione internazionale Flor 61.
Candidato alle elezioni politiche del 1958 per il Partito repubblicano come capolista, non venne eletto per uno scarto minimo di 200 voti. Dal 1946 al 1957 ricoprì la carica di presidente dell’Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Sanremo, contribuendo a favorire il rilancio turistico della città in un momento particolarmente difficile per la situazione generale del paese negli anni della ricostruzione. In qualità di presidente dell’Azienda autonoma di Sanremo, insieme all’allora sindaco della città Paolo Manuel Gismondi e all’onorevole Cipriano Facchinetti, presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Bobba venne ricevuto al Quirinale, la mattina del 20 luglio 1948, dal presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Tra il 1947 e il 1957 fu presidente dell’Associazione italiana aziende autonome di soggiorno, cura e turismo e in tale carica tenne la relazione ufficiale al primo convegno nazionale dell’organizzazione turistica periferica promosso a Sanremo nel dicembre 1955 dall’Associazione italiana aziende autonome di soggiorno cura e turismo e dall’Unione nazionale fra gli Enti provinciali per il turismo. Negli stessi anni ricoprì anche la mansione di vicepresidente dell’Association des sindacats d’initiatives et groupements similaires, in qualità di membro del Consiglio centrale per il turismo con l’incarico di commissario straordinario per la riorganizzazione degli uffici Enit in Francia e nei paesi del Benelux. Come delegato del governo italiano nella carica di commissario per il turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri, svolse anche importanti ed apprezzate missioni a Parigi, Londra, Vienna, Roma e in altre capitali europee.
In ambito locale fu anche assessore al Turismo presso la Camera di Commercio di Imperia, presidente della Commissione comunale di Programmazione e presidente dell’Associazione nazionale commercianti ed esportatori di fiori fino al 1961. Nelle vesti di assessore al Turismo della Camera di Commercio di Imperia, organizzò, nell’ottobre del 1958, un importante convegno sulle comunicazioni stradali nella Riviera ligure, nel corso del quale furono poste le basi per la costruzione della futura autostrada dei Fiori e per il raddoppio del valico di frontiera con la Francia a Ponte San Ludovico, poi entrato in funzione nel luglio del 1964. Fu anche vicepresidente italiano dell’Association internationale des commerciants et des exportateurs des fleurs et plantes ornamentales e membro della Commissione italo-tedesca per i problemi dell’esportazione dei fiori. In quest’ultima carica elaborò il primo accordo internazionale tra Italia e Germania per l’incentivazione del commercio floricolo. Fondò il settimanale locale “Corriere della Riviera” e ricoprì la carica di presidente del Rotary Club di Sanremo dal 1956 al 1958. Negli anni Venti fu anche segretario della sottosezione di Sanremo del Club Alpino Italiano di Imperia. Fu iscritto all’Ordine nazionale degli scrittori e all’Albo dei giornalisti come pubblicista.
Importante anche la sua attività forense come celebre avvocato in una serie di famosi processi svoltisi tra la seconda metà degli anni Venti e la prima metà degli anni Sessanta. Tra questi si ricordano in particolare quello tenutosi presso la Corte d’Assise di Cuneo tra il gennaio e il dicembre del 1937 contro Giovanni Giordano, Agnese Melchio e Maria Biancotto, accusati di aver ucciso, la sera del 21 ottobre 1934, il facoltoso imprenditore Donato Simoni a Demonte, e quello svoltosi tra il 1963 e il 1964 per l’assassinio della contessa Bragadin, consumato a Sanremo il 22 novembre 1961. Nel primo processo Bobba, che difendeva Giovanni Giordano, chiese una perizia psichiatrica per il suo assistito, che non sarebbe tuttavia riuscita ad evitare a Giordano una condanna a trent’anni di reclusione, mentre le altre imputate vennero condannate a morte, pena che sarebbe stata poi commutata in quella dell’ergastolo. Al processo Bragadin, invece, Bobba riuscì a ottenere l’assoluzione del principale imputato dell’omicidio della contessa, il manovale trentottenne Antonio Toesca, per insufficienza di prove.
Colpito da una grave malattia agli occhi, decise di togliersi la vita, la sera del 16 aprile 1969, all’interno del suo appartamento di via Roma, a Sanremo. La notizia della sua improvvisa e drammatica fine colse tutti di sorpresa e destò un profondo rammarico tra quanti lo avevano conosciuto e ne avevano apprezzato la calda umanità e il grande rigore come uomo e professionista. Il 18 aprile si tennero i funerali, con la partecipazione di un migliaio di persone. La commemorazione ufficiale venne svolta dal sindaco di Sanremo Francesco Viale. La salma, dopo la benedizione impartita dal parroco della Marina, don Corengia, fu tumulata nella tomba di famiglia nel vecchio cimitero della Foce. Alle esequie parteciparono tutte le principali autorità della provincia, il prefetto Giacomo Veglia, il presidente dell’amministrazione provinciale Manfredo Manfredi, il questore, il comandante dei carabinieri, rappresentanze d’arma e di società. L’Ordine dei giornalisti era rappresentato dal suo vicepresidente Garbarino. Numerosi i telegrammi di condoglianze pervenuti alla vedova dell’estinto, signora Mimma. Tra i vari riconoscimenti di cui fu insignito l’avvocato Bobba nel corso della sua vita si ricordano in particolare quelli di cavaliere ufficiale al merito della Repubblica italiana (1951), cavaliere ufficiale “du Merit touristique” (1953), commendatore al merito della Repubblica italiana (1955) e cavaliere della Legion d’onore (1956). Resse infine la carica di console del Regno del Belgio per la provincia di Imperia dal 30 luglio 1956 alla morte.