La denuncia

Disordini in carcere a Sanremo, Uspp Liguria: «Regolamento di conti tra detenuti di etnie diverse»

Atti di violenza commessi da detenuti ubriachi

anrchici carcere Sanremo

Sanremo. «I gravi disordini avvenuti nel carcere di Sanremo nella serata di sabato 9 dicembre, dove gruppi di etnie diverse si sono scontrati, probabilmente per un regolamento di conti, come anche il brutale pestaggio di Alberto Scagni, hanno entrambi un fattore comune determinante: gli atti di violenza, pare, vengano commessi da detenuti sotto l’effetto dell’alcol ricavato clandestinamente attraverso la macerazione della frutta».

Lo dichiara il sindacato ligure della polizia penitenziaria, USPP, che aggiunge: «A conferma di ciò, ci viene riferito che a uno dei ristretti coinvolto nella maxi rissa, giunto al pronto soccorso, veniva riscontrato un elevato tasso alcolemico nel sangue. Il personale è fortemente preoccupato, complice anche l’assenza di risposte concrete da parte di chi è il responsabile della sicurezza dell’istituto. A rischio non è solo l’incolumità degli agenti, ormai allo stremo, ma anche di quei detenuti più fragili».

«Sul fronte della prevenzione – aggiunge la sigla sindacale – Non si comprende, ad esempio, per quale motivo non è stata sospesa la distribuzione di frutta sostituendola con altri alimenti come le gelatine confezionate ed arginare così l’abuso pericoloso di alcol con una soluzione già in uso in altri istituti».

«L’USPP, facendosi portavoce del disagio lavorativo dei poliziotti penitenziari di Sanremo, chiede un netto cambio di rotta gestionale. Se da un lato l’illegalità è favorita dalla difficoltà nei controlli a fronte della carenza di organico, la gestione “buonista” degli ultimi anni ha portato al collasso del carcere di Valle Armea. Parrebbe, infatti che le pratiche per il risarcimento danni nei confronti di quei detenuti protagonisti di devastazioni all’interno dei reparti non vengono espletate per timore di ulteriori disordini. Se confermato, sarebbe gravissimo, perché non si fa altro che alimentare quel clima di impunità tra la popolazione detenuta, incentivando i facinorosi nei propri comportamenti aggressivi. Alcune fonti ci riferiscono il mancato recupero di circa 20.000 euro di danni solamente nell’ultimo biennio, cifra che oltretutto parrebbe essere parziale».

«“Chi sbaglia paga” ormai è solo un proverbio – conclude l’USPP Liguria – inutile parlare di funzione rieducativa della pena, se quanto ci è stato riportato corrisponde al vero, non solo, sarebbe la conferma del fallimento gestionale del penitenziario di Sanremo, ma rappresenterebbe uno scandalo ed un’ulteriore beffa per i contribuenti italiani che con le tasse ripagano i danni commessi da chi, totalmente incurante delle regole, dimostra di non accettare alcun percorso di reinserimento nella società».

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