Uccise la sorella, Alberto Scagni operato anche alla laringe al Borea di Sanremo

Massacrato di botte in carcere da due magrebini, ora accusati di tentato omicidio
Sanremo. Resta ricoverato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale Borea di Sanremo, in coma farmacologico e intubato, Alberto Scagni: il detenuto di 42 anni, condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione per l’omicidio, avvenuto nel maggio 2022 a Genova, della sorella Alice.
Oltre al setto nasale, fratturato in più punti, Scagni è stato operato anche alla laringe a causa del violento pestaggio subito nel carcere di Valle Armea, a Sanremo, nella serata di mercoledì scorso, quando due detenuti magrebini lo hanno aggredito.
Scagni è fuori pericolo di vita, ma resterà intubato e ricoverato in Rianimazione fino a lunedì prossimo, quando il primario Giorgio Ardizzone, assieme all’equipe di medici che ha seguito il caso, scioglierà la prognosi. A operare Scagni a naso e laringe è stato il primario di Otorinolaringoiatria, Marco Giudice.
Le lesioni al collo e alla testa sarebbero state provocate dalle sediate e dai calci e pugni con cui è stato assalito; al momento infatti viene esclusa l’ipotesi dello strangolamento. Sembra che i due detenuti che lo hanno aggredito fossero in carcere per episodi di violenza sessuale: avrebbero agito sotto l’effetto dell’alcol ottenuto dalla macerazione della frutta in cella.
Sull’episodio in carcere la Procura di Imperia ha aperto un fascicolo: i due magrebini sono accusati di tentato omicidio.