Il caso

Sanremo, l’ex vigile Alberto Muraglia chiude le porte al Comune. Presentate le dimissioni

Sarebbe dovuto tornare in servizio il 1° dicembre in forza dell'assoluzione ottenuta in Corte d'Appello

alberto muraglia

Sanremo. Ha voluto prendersi qualche giorno di tempo dall’ultima assoluzione conquistata dopo 8 anni di calvario giudiziario, per consultarsi con propri legali, gli avvocati Luigi Zoboli e Alessandro Moroni, e giungere alla decisione che segna l’ennesimo colpo di scena nella vicenda dei furbetti del cartellino, o meglio, dei presunti furbetti che la giustizia ha stabilito essere innocenti. Alberto Muraglia, 61 anni, ex agente di polizia locale del Comune di Sanremo, simbolo dell’inchiesta Stachanov condotta nel 2015 dalla guardia di finanza (iconiche le immagini che lo ritraevano timbrare in mutande), non rientrerà in servizio a partire dal 1° dicembre nonostante il reintegro prestabilito. Nelle scorse ore ha rassegnato le proprie dimissioni.

A confermarlo è il diretto interessato che, intervistato, spiega: «Rindossare l’uniforme della polizia municipale sarebbe stato motivo di orgoglio e un’evidente soddisfazione personale. Dopo le lunghe battaglie in tribunale e le vittorie conseguite, dopo aver affrontato le sofferenze psicologiche e le pressioni mediatiche subite in questi otto anni, mi sarebbe piaciuto tornare a lavorare in Comune per concludere la mia carriera di dipendente pubblico onesto e integerrimo. Ma non ci sono le condizioni affinché ciò avvenga, a fronte della decisione del segretario generale Monica Di Marco di ricorrere in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Genova che ha determinato il mio reintegro. Per questo motivo ho deciso di presentare le mie dimissioni irrevocabili. Continuerò a portare avanti l’attività di artigiano che mi ha permesso di mantenere la mia famiglia».

«Ci tengo a ringraziare ancora una volta – prosegue Muraglia -, i miei avvocati, Alberto Luigi Zoboli di Genova e Alessandro Moroni di Sanremo che, con straordinaria energia e professionalità, mi hanno difeso dal primo momento. Inoltre, voglio salutare tutti i colleghi che mi hanno dimostrato fiducia, stima e solidarietà. A partire dal comandante Claudio Frattarola, dal vice comandante Fulvio Asconio e tutti gli appartenenti al corpo della polizia municipale».

Intanto, nei giorni scorsi Muraglia è stato notato nei pressi del suo ex luogo di lavoro, il mercato annonario, con la troupe del conduttore Federico Ruffo della trasmissione Mi Manda Rai3. Sul caso dell’ex vigile in mutande – assolto da ogni accusa penale e vittorioso nel procedimento civile instaurato per l’annullamento delle sanzioni disciplinari emesse a suo carico -, è in preparazione uno speciale che vedrebbe tra gli intervistati anche l’assessore al Personale Silvana Ormea. Durante le riprese in piazza Eroi, i cameramen della Rai hanno potuto immortalare alcuni passanti che si sono avvicinati all’ex vigile per chiedergli un autografo.

Il segretario Di Marco, arrivata in Comune lo scorso anno, ha optato per ricorrere in Cassazione al fine di ottenere la riforma delle assoluzioni disposte dalla Corte d’Appello di Genova, sezione lavoro. Ricorso per Muraglia come per Maurizio Di Fazio, l’altro dipendente coinvolto nel filone d’indagine che ha riguardato l’ex agente di polizia locale. Una situazione kafkiana. Da una parte il Comune propone il reintegro, “aprendo le braccia” ai suoi ex dipendenti licenziati ingiustamente e ai quali dovrà riconoscere risarcimenti a cinque zeri, mentre parallelamente persegue fiducioso la via giudiziaria, sperando nell’ultimo grado per stravolgere uno scenario che appare granitico.

A consigliare l’ente locale di tentare il tutto per tutto in Cassazione è stato l’avvocato Marco Barilati, nuovo consulente legale del municipio per le questioni attinenti ai procedimenti innescati sulla scia dell’inchiesta Stachanov. Barilati, in passato, si era trovato sul fronte opposto a quello del Comune, in qualità di difensore di due indagati, Francesco Ascheri (anagrafe) e Agatino Longhitano (custode), ai quali i giudici avevano confermato i provvedimenti disciplinari assunti a suo tempo dal segretario capo Concetta Orlando. La giostra dei ricorsi e controricorsi è già costata all’amministrazione comunale oltre 200 mila euro di spese legali. Con più affidamenti sono andati 187 mila euro agli avvocati Marco Giannini e Cristina Pizzorni di Genova, mentre per l’assistenza di Barilati l’ente locale ha stanziato 17 mila euro.

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