La storia infinita

Porto di Baia Verde, gli italiani mollano i francesi e tornano alla carica

Dopo il fallimento della prima procedura, l'iter per il completamento dei lavori riparte secondo il nuovo codice degli appalti che non prevede più la presentazione delle fidejussioni iniziali

Ospedaletti. Dopo l’interesse suscitato dalle prospettive di riqualificazione straordinaria del compendio Byblos che vede tre soggetti in corsa per presentare il progetto vincente, potrebbe rivedere la luce entro la fine dell’anno un altro ambizioso e attesissimo restyling, quello relativo al porto di Baia Verde che l’amministrazione Cimiotti si era vista costretta a negare a luglio, dopo che dai banchi dell’opposizione la consigliera comunale Valentina Lugarà aveva scoperto che le fidejussioni depositate dal soggetto promotore, Nuovo porto di Ospedaletti, erano state rilasciate da un ente non riconosciuto in Italia e i cui amministratori risultavano coinvolti in un caso di cronaca giudiziaria.

Stando a indiscrezioni di palazzo, la cordata italo monegasca che si era fatta avanti l’anno scorso, si sta preparando per tornare alla carica grazie alla spinta generata dal nuovo codice degli appalti in vigore da aprile. La normativa in materia di project, aggiornata dal governo Meloni su input del ministro all’Infrastrutture Matteo Salvini, ha sostanzialmente azzerato i requisiti che il proponente deve possedere al momento della presentazione dell’istanza, compensando con una stretta sul progetto di fattibilità che deve arrivare in municipio nelle forme di un progetto definitivo. Altra importante novità, il proponente può essere una società neocostituita che non deve più depositare, inizialmente, le fidejussioni a garanzia dell’operazione, le quali dovranno essere prodotte solo in fase di partecipazione alla gara d’appalto. La vecchia previsione del project pubblico a iniziativa degli enti locali, a cui il sindaco Cimiotti voleva fare ricorso in tempi non sospetti, è stata eliminata dal codice che ora prevede solo l’iniziativa privata.

Secondo fonti vicine al Comune, a rivitalizzare l’iter per il nuovo porto sarà formalmente una newco costituita da Cem spa, società di Napoli specializzata in costruzioni edili e marittime che aveva realizzato per conto di Fin.Im. le dighe foranee danneggiate dalle tante mareggiate che si sono susseguite negli ultimi dieci anni. Ad affiancare Cem ci sarebbero gli stessi consulenti italiani che avevano coadiuvato Societe financiere port Ospedaletti, animatrice dell’ultima ipotesi di restyling, la quale dopo la revoca della pubblica utilità al suo progetto aveva optato per tirare i remi in barca, lasciandoli nelle mani dei cugini italiani.

Il nuovo piano dovrebbe ricalcare quello predisposto dall’architetto Marcofilippo Alborno di Bordighera e già presentato alla cittadinanza, con lievi modifiche non sostanziali che sono state richieste dall’amministrazione civica. Al protocollo del municipio la rinnovata istanza di project dovrebbe pervenire entro la fine dell’anno. Che i tempi vengano rispettati o meno, la delibera di pubblico interesse potrebbe arrivare all’attenzione della giunta comunale dopo le elezioni amministrative in programma a giugno 2024.

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