Omicidio di Sargonia Dankha, slitta la testimonianza di mamma e fratello della vittima
Ghariba Dankha e Ninos Dankha non potranno essere a Imperia
Imperia. Sarebbero dovuti tornare in Italia domani, per deporre come testi dell’accusa, ma Ghariba Dankha e Ninos Dankha, rispettivamente mamma e fratello di Sargonia Dankha, la 21enne svedese scomparsa 28 anni fa a Linköping, mercoledì mattina non saranno in aula a Imperia perché malati.
E’ quanto appreso dalla giornalista Jasmine Hubinette del giornale svedese Corren.se, che insieme alla collega Tina Enström, il 13 ottobre era giunta in Italia per documentare l’apertura del processo in Corte d’Assise contro il presunto killer di Sargonia, il pizzaiolo di 73 anni Salvatore Aldobrandi, arrestato a Sanremo il 17 giugno scorso su ordine del gip di Imperia.
Il 13 ottobre scorso, la Corte d’Assise aveva disposto il rinvio del processo all’8 di novembre, per dedicare quella data proprio all’ascolto di due testimoni ritenuti fondamentali nell’inchiesta: la signora Ghariba Dankha e il figlio Ninos, appunto, che pur di dare giustizia a quella figlia e sorella scomparsa nel nulla il 13 novembre del 1995, quando da poco aveva interrotto una relazione turbolenta proprio con Aldobrandi, si sono rivolti alla giustizia italiana. In Svezia, infatti, una persona non può essere accusata di omicidio in assenza di un corpo. E quello della giovane Sargonia non è mai stato trovato.
Grazie ad un investigatore privato, la famiglia Dankha è riuscita a scoprire che il pizzaiolo italiano, da sempre sospettato numero uno della scomparsa della 21enne, era rientrato in Italia. Da qui la richiesta tramite un avvocato italiano, Francesco Rubino, di riprendere il caso. A riaprire il cold case sono stati i magistrati Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi, coordinati dal procuratore capo di Imperia Alberto Lari.
Le indagini hanno portato Aldobrandi alla sbarra, con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai motivi abietti e futili e soppressione di cadavere. Accuse alle quali, nel corso della prima udienza, si è aggiunta la contestazione da parte dei pm (e accolta dalla Corte) di una terza aggravante, quella della recidiva specifica infraquinquennale, dovuta a due condanne, comminate in Svezia ad Aldobrandi, antecedenti l’omicidio, per violenza sessuale e maltrattamenti.
Vista l’assenza annunciata e giustificata dei due testi, domani si terrà un’udienza riorganizzativa, senza alcun dibattimento.