Cambio al vertice

Giuseppe Torno nuovo amministratore unico di Rivieracqua, «Socio privato o liquidazione»

Il presidente del Cda Gian Alberto Mangiante si congeda ricordando i traguardi raggiunti e lanciando un monito: «Senza l'apporto del socio privato fallimento inevitabile»

Sanremo. E’ stato nominato ufficialmente questa mattina dall’assemblea dei sindaci dell’ambito idrico imperiese il nuovo amministratore unico di Rivieracqua, il gestore del servizio idrico integrato della provincia di Imperia. Il nome indicato dal presidente della Provincia e commissario di Rivieracqua, Claudio Scajola, è il manager milanese Giuseppe Torno, già liquidatore di Amat Spa, partecipata del Comune di Imperia.

«Senza l’ingresso di un socio privato e l’apporto di circa 40 milioni di euro di nuovo capitale, Rivieracqua sarebbe destinata alla liquidazione giudiziaria. Salterebbero tutti i piani. Rivieracqua non è la società di 6 anni fa. Ora ha un rendimento positivo. Il privato avrebbe l’opportunità di fare grossi investimenti e di rendere più efficiente l’intera gestione», – ha spiegato il presidente uscente, Gian Alberto Mangiante, da 6 anni alla guida dell’azienda pubblica.

Mangiante ha continuato: «Sei anni era il termine ultimo del nostro mandato e ci siamo arrivati. Partiamo dai ringraziamenti. Il primo va fatto ai dipendenti, alla struttura di Rivieracqua nella sua interezza. Una società formata da persone splendide che hanno lavorato in condizioni difficilissime in questi anni. Nel corso del nostro mandato non c’è stata una vertenza che abbiamo dovuto affrontare. A dimostrazione di come le persone si siano adattate al momento complicato che abbiamo passato».

«Il secondo ringraziamento – ha proseguito Mangiante -, mi sento di farlo ai miei compagni di viaggio, i consiglieri del cda Sara Rodi e Giacomo Chiappori, i quali hanno rappresentato un fondamentale punto di riferimento. Mi piace ricordare i sindaci Alberto Biancheri e Mario Conio che sono stati i primi interlocutori da quando ci siamo insediati. Sindaci appassionati del territorio, rispettosi dell’ambiente. Quindi un cenno ai commissari Gaia Checcucci e Claudio Scajola che hanno costituito un punto di passaggio».

«Qual è lo stato attuale? Rivieracqua fattura oltre 45 milioni di euro, ha più di 200 dipendenti. Abbiamo appena approvato un bilancio di sostenibilità. Insomma, una struttura amministrativa che se la compariamo a quella ereditata, sarebbe come paragonare un’era lunare con una preistorica».

«L’amministratore unico nominato fa il suo ingresso in un ambiente che non è rose e fiori ma che, se paragonato a quello che abbiamo trovato noi, è tutta un’altra cosa. Come consiglio di amministrazione uscente facciamo il tifo per il nuovo amministratore unico. Siamo ancora in una fase critica. La società deve uscire dalla situazione di disequilibrio per rispetto a tutte le persone che ho citate in precedenza e di tutto l’ambito imperiese che ha bisogno di avere un futuro di stabilità, equilibrio e soprattutto di efficienza nella gestione idrica».

Chiosa Mangiante: «Il bilancio 2022 chiude con una perdita di 7,8 milioni di euro ma c’è una motivazione. In questi ultimi anni abbiamo visto di tutto, una pandemia, una guerra, l’impennata inaudita dei costi dei rifornimenti energetici e delle materie prime. I 7,8 milioni di perdita sono figli di un incremento dei costi energetici che per il 2022 è stato di 14 milioni. Se non ci fosse stata la crisi energetica avremmo chiuso il bilancio 2022 con un utile netto di oltre 3 milioni di euro».

«Mi dispiace che nonostante i sacrifici fatti la società vada verso una struttura societaria che non è quella che avremmo desiderato, ovvero la società dei sindaci, dell’acqua pubblica. Ho imparato in questi anni che bisogna fare buon viso a cattivo gioco. Non fa parte del mio carattere ma mi sono dovuto adeguare. Lasciamo 35 milioni di opere pubbliche cantierate», – ha chiosato l’ex sindaco, membro del cda, Giacomo Chiappori -.

A credere ancora nella via pubblica, pur constando l’impossibilità oggettiva di portare avanti quel percorso, è il neo presidente del comitato tecnico Valerio Ferrari, sindaco di Terzorio: «Abbiamo voluto fare un rilievo sul fatto che non tutti i comuni che partecipano a Rivieracqua sono soci. Questo crea un riflesso negativo dovuto alle perdite di bilancio solo su alcuni e non su altri enti locali. Non è una cosa corretta. Abbiamo chiesto che i comuni si adeguino alle previsioni statutarie e nel caso che il commissario metta in campo tutte le prescrizioni necessarie. Io credo ancora nell’acqua pubblica, il discorso è puramente politico. Molti sindaci non se la sentono di assumersi una responsabilità in questo senso e quindi si procede con l’impianto previsto dal commissario ad acta».

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