Diano Marina inaugura la sua panchina rossa. «Importante creare una cultura della non violenza»
La Consigliera di Parità della Regione Laura Amoretti: «Il 30 novembre firmerò un protocollo di intesa con l’Ufficio scolastico regionale per fare veramente educazione nelle scuole»
Diano Marina. Anche la città degli aranci da oggi ha la sua panchina rossa simbolo di lotta contro la violenza sulle donne. In via Genala, a pochi passi dal Comune, nell’isola pedonale. Una targa bianca su cui spicca la frase di Alda Merini: «Siamo state amate e odiate, adorate e rinnegate, baciate e uccise, solo perché donne». Un simbolo ma anche un’azione concreta per continuare a fare rumore anche nelle sedi istituzionali. Dedicata a tutte le donne vittime di violenza e al recente femminicidio della 22enne Giulia Cecchettin per mano del suo ex fidanzato.
Il 30 novembre prossimo « firmerò – afferma la Consigliera di Parità della Regione Laura Amoretti– un protocollo di intesa con l’Ufficio scolastico regionale per fare veramente educazione nelle scuole, quello che è anche la scelta delle forze politiche a livello nazionale, perché crediamo veramente che la violenza si possa combattere non quando ci sono già dei sentori ma molto prima creando la cultura della non violenza. Violenza che tocca tutti, non c’è geografia, non esiste età, non esiste strato sociale e può toccare tutti».
Violenza che però non accade solo tra le mura domestiche ma anche nei luoghi di lavoro. «Stiamo lavorando moltissimo come Ufficio di parità della Regione Liguria e sono fiera del fatto che il 30 novembre firmerò un protocollo di intesa con l’Ufficio scolastico regionale per fare veramente educazione nelle scuole, quello che è anche la scelta delle forze politiche a livello nazionale, perché crediamo veramente che la violenza si possa combattere non quando ci sono già dei sentori ma molto prima creando la cultura della non violenza. Violenza-prosegue la Amoretti- che tocca tutti, non c’è geografia, non esiste età, non esiste strato sociale e può toccare tutti. Non dimentichiamo che la violenza è anche soprattutto sui luoghi di lavoro. In questa giornata vorrei che fosse anche ricordata la violenza, le molestie anche sessuali nei luoghi di lavoro».
«Questa panchina-conclude la Amoretti- rappresenta il simbolo del lavoro che quotidianamente tutti noi facciamo, le amministrazioni, io come consigliera di parità di Regione Liguria ma soprattutto questa panchina, rossa, che un po’ mi dispiace vedere una panchina rossa perché non dovrebbero esistere panchine rosse perché non dovrebbe esistere la violenza che purtroppo continua ad esistere e colpire moltissime donne. In questi giorni siamo stati tutti colpiti da quello che è successo a Giulia perché rappresenta per noi la nuova generazione perché forse abbiamo sbagliato, stiamo cercando di lavorare per il rispetto, per educare le nuove generazioni al rispetto e abbiamo probabilmente ancora fallito. Ma noi non ci arrendiamo, insieme sappiamo che ce la possiamo fare, che si può anche perché cerchiamo di fare cultura della non discriminazione perché dalla discriminazione si genera violenza, dalla violenza si genera quello che non deve accadere».
«L’anno scorso abbiamo posato su una panchina del centro pedonale alcune scarpette rosse per ricordare le vittime di questo fenomeno vergognoso che purtroppo ci costringe ad assistere spesso a queste morti violente ed assurde. Quest’anno – afferma il sindaco Cristiano Za Garibaldi-abbiano deciso anche noi come tanti altri comuni di posizionare stabilmente una panchina rossa con una targa che ricorda le vittime di violenza. Quest’oggi la vigilia della giornata mondiale contro la violenza sulle donne e ci teniamo in particolar modo a ricordare Giulia Cecchettin che a 22 anni ha perso la vita per mano di quello che io ritengo un mostro e che speriamo di non vedere mai più vedere. Per questo motivo faremo un minuto di silenzio a cui speriamo seguiranno tanti minuti di rumore».
«Un simbolo per l’amministrazione comunale- spiega l’assessore ai servizi sociali Sabrina Messico– che ha voluto rendere visibile a tutta la cittadinanza per ricordare ma anche per segnalare un messaggio forte di rifiuto e di diffusione di una cultura che proponga di nuovo l’affettività nei suoi termini più essenziale. La rimozione di ogni forma di violenza sia all’interno delle mura domestiche ma anche sui luoghi di lavoro. Presto partiranno dei corsi nelle scuole, un’ora istituzionale di educazione all’affettività. Da lì bisogna partire, da una diffusione di una cultura che sappia comunque far riemergere i valori dell’affettività umana che non calpestino più i diritti reciproci, la libertà e la possibilità di realizzazione personale perché è questo che si va a schiacciare oltre alla negazione di ogni diritto e di ogni cultura. È importante diffondere un messaggio forte che richiami tutta la adolescenza, tutta la comunità e tutta la società a perpetuare i diritti della vita umana. Questo il messaggio che la nostra amministrazione voleva segnalare anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca».
Sulla targa si legge il numero del Centro Antiviolenza provinciale 800 186 060.