Sanità malata

«La carriera di Toti non devono pagarla i liguri sulla propria pelle»

Alla Fos l'evento del Pd dal titolo: "Salviamo la sanità ligure". L'ex segretario Cgil e candidato sindaco in pectore Fulvio Fellegara: «Fermare le privatizzazioni e investire sul personale pubblico»

Sanremo. Si alza da Sanremo il grido contro la gestione della sanità in Liguria. A patrocinare l’evento tenutosi alla Federazione operaia di via Corradi dal titolo “Salviamo la sanità, analisi e proposte per il piano socio sanitario”, è stato il gruppo consigliare regionale del Partito Democratico, presente con il segretario Davide Natale, il consigliere Enrico Ioculano, il capogruppo in Regione Luca Garibaldi e il segretario provinciale Cristian Quesada. In rappresentanza della società civile sono intervenuti Milena Speranza, segretario Uil, e Fulvio Fellegara, funzionario Cgil, candidato sindaco in pectore a Sanremo per il fronte progressista. Quella di stasera è stata la prima uscita pubblica di Fellegara da quando le voci sulla sua “nomination” hanno iniziato a circolare.

E’ proprio quest’ultimo ad aver lanciato le bordate più forti nei confronti della gestione Toti, da 8 anni a capo della Regione. «Chi governa oggi la sanità in Liguria sta fallendo. Siamo la regione del nord Italia che spende maggiormente, 52 milioni l’anno, per foraggiare la mobilità perché i liguri non trovano un’assistenza decente sul nostro territorio. Il sovraccarico di lavoro per medici e infermieri è inaccettabile in un Paese civile. Il piano socio sanitario che verrà discusso martedì in consiglio regionale non dice nulla sui temi cruciali e alcune delle cose scritte sono irrealizzabili», – esordisce Fellegara -.

«C’è una concorrenza di colpa tra il governo regionale e nazionale. Su Sanremo la partita del punto nascite ha avuto dei tratti grotteschi che ci interrogano veramente su com’è gestita la sanità in Liguria. Si sono spesi 5 milioni di euro per rifare le sale parto dell’ospedale Borea, con la Regione che per 8 anni ha ripetuto che il destino della provincia di Imperia era di avere un punto nascite baricentrico nella città dei fiori. Quando si è arrivati alla fine della ristrutturazione del reparto, l’assessore Gratarola è venuto in consiglio comunale a Palazzo Bellevue per dire che invece sarebbe rimasto a Imperia. A quel punto il sindaco Biancheri finalmente si è lamentato, dopo averlo fatto troppo poco rispetto ai ritardi accusati dalla sanità in questo territorio, e così è nato il valzer dei punti nascite, giunto alla soluzione mediana di due reparti in due ospedali».

«Mi domando – ha proseguito Fellegara – con quale personale terranno aperte due sale parto visto le carenze che rendono difficoltoso gestirne una. Inoltre, come fa una donna ad andare con tranquillità a partorire a Sanremo sapendo che di fronte a un’emergenza potrebbe essere trasferita a Imperia? La politica ha prevalso sulle analisi tecniche dei fabbisogni, ha vinto Imperia su Sanremo. Faccio sindacato da ormai 20 anni – ha aggiunto Fellegara -, ho conosciuto molti direttori sanitari. Io credo che qualsiasi direttore sanitario di fronte all’ipotesi di mantenere il punto nascite a Imperia si sarebbe dimesso la sera stessa. Il nostro no. Qui passa tutto e dobbiamo essere pure contenti per come ce la raccontano».

Privatizzazioni. «L’altro grande tema sottovalutato è quello delle privatizzazioni. Sul territorio imperiese ne abbiamo di quattro tipi diversi. La prima è quella che ha investito l’ospedale di Bordighera. I fatti sono noti. C’è poi una privatizzazione indiretta che riguarda tutte le persone che non possono aspettare lo scorrere delle liste d’attesa e scelgono di andare dai privati per analisi ed esami strumentali. Ma questa vale solo per chi se lo può permettere, per gli altri vedremo tra 20 anni come saranno peggiorati i tassi di mortalità».

«C’è poi la privatizzazione che passa per il tramite dell’ingaggio di cooperative. Un fenomeno che intacca dal punto di vista psicologico le persone. Di recente la cronaca ha superato la fantasia con il caso del finto medico in servizio al Saint Charles. L’effetto catastrofico è che le persone hanno paura ad andare in ospedale. Chi non è costretto non ci va perché si sta insinuando il dubbio che l’assistenza non sia all’altezza. E la responsabilità di questa situazione è di chi amministra la Regione Liguria.

Quarto. Il piano socio sanitario prevede scatole vuote, case della salute che non si sa con quale personale potranno essere gestite. Se non si interviene sulle assunzioni, quelle scatole vuote, finanziate con soldi pubblici, finiranno in mano ai privati. Tra il niente e il privato ci diranno che è meglio il privato, proprio com’è accaduto con l’ospedale di Bordighera».

L’affondo di Fellegara è per il presidente Giovanni Toti: «Qualcuno ci spieghi cos’ha da essere contento il presidente che lo porta a dire che tutto va bene. Sia nella sanità, come per il Cpr, da fare ovunque pur di accontentare il governo. Idem per il rigassificatore a Savona. La carriera politica di Toti, proiettata verso il nazionale, non devono pagarla i liguri sulla loro pelle. Non va mica bene che per avere una corsia preferenziale in questo governo il nostro presidente dica di sì a tutto, andando contro gli interessi dei cittadini della Liguria».

Presentazione sanità Sanremo 16 novembre 2023
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Sanità PD Davide natale fellegara
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