Contro la violenza sulle donne, “codice rosso” e tutela delle vittime: intervista all’avvocato Ersilia Ferrante
Che cosa significa “codice rosso”? Perché ora è più facile denunciare? Quali strumenti hanno le donne per contrastare la violenza?
Sanremo. Secondo appuntamento con le video interviste realizzate da Riviera24.it in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che cadrà il prossimo 25 novembre. L’auspicio della nostra redazione è che le donne vittime di violenza (psicologica o fisica) possano avere a disposizione tutte le informazioni necessarie per difendersi e, al contempo, che il ciclo di interviste possa servire a sensibilizzare i cittadini su quella che è continua ad essere, purtroppo, una vera e propria piaga sociale.
A spiegare il cosiddetto “codice rosso“, ovvero la legge che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti, è l’avvocato Ersilia Ferrante. «Nel 2019 sono state fatte delle modifiche sia al codice penale che al codice di procedura penale – esordisce il legale -. Sono stati introdotti dei nuovi reati e la cosa curiosa è che questi reati sono stati originati da fatti di cronaca: parliamo del revenge porn, ovvero la diffusione di immagini e video pornografici senza il consenso della persona che viene ripresa; dello sfregio al viso». Inoltre, aggiunge l’avvocato, «sono state rafforzate misure penali già previste per determinati reati, tutti nell’ambito della famiglia. Quindi si va dalle lesioni ai maltrattamenti, alle violenze sessuali».
Introdotto anche un reato particolare: quello che contrasta la costrizione al matrimonio. «Questo fa pensare a persone che vengono da paesi lontani, che vogliono imporre alle loro figlie, che magari hanno già un sistema di vita occidentale, le loro usanze di matrimoni imposti», spiega sempre Ersilia Ferrante.
Per quanto riguarda le norme procedurali, per certi tipi di reati «la sospensione condizionale della pena, quindi la possibilità di non andare in carcere, viene subordinata al fatto che il condannato si segua un determinato percorso psicologico».
C’è poi il braccialetto elettronico. «Previsto per il soggetto che deve tenersi lontano dall’abitazione dell’ex compagna», aggiunge l’avvocato. E soprattutto si è lavorato per accelerare i tempi. «Viene data una priorità a questo tipo di reati – spiega – Quando noi parliamo tecnicamente di “codice rosso” facciamo riferimento al fatto che questo tipo di reati abbia una corsia preferenziale, dovrebbe quindi essere esaminato prima per arrivare poi ad un processo. Si vuole evitare quello che succedeva un po’ in passato, quando una donna faceva una serie di denunce che si accumulano in procura e non succedeva niente».
Va ricordato, inoltre, che per le vittime di violenza, esistono diverse forme di tutela: è infatti possibile richiedere il risarcimento dei danni sia in sede civile che penale. Inoltre, è stato istituito un fondo per le vittime dei reati violenti che garantisce un indennizzo alle vittime di abusi nel caso in cui le persone responsabili del risarcimento economico non abbiano le possibilità finanziarie per far fronte ai danni causati.
Novità. «C’è poi stata un’ultima modifica, introdotta quest’anno, per cui qualora chi indaga, ad esempio un sostituto procuratore, non segua queste regole, allora l’indagine passa in mano al procuratore capo della repubblica presso quel tribunale».
La difficoltà principale, per chi denuncia maltrattamenti, violenza, stalking, è tornare poi a casa, dove dovrà continuare a convivere con chi compie questi reati. «Ci sono delle case di accoglienza che possono ospitare le donne – afferma l’avvocato – Ma sotto questo punto di vista, mi sembra che la provincia di Imperia sia un po’ carente rispetto ad altre realtà di altre regioni».
Cosa può fare un avvocato? «Può essere davvero vicino a chi subisce violenza – risponde Ferrante -. Ho avuto, ad esempio, il caso di una giovane signora bengalese che ha denunciato il marito per maltrattamenti. Ci sono state delle pressioni da parte di amici di famiglia affinché ritirasse la denuncia. Il mio ruolo è stato, oltre seguirla tecnicamente, anche quello di incoraggiarla a rimanere ferma nella sua denuncia, e cercare di contrastare questo attacco, queste pressioni fatte anche nei confronti dei parenti nel suo paese d’origine». Non è stato semplice, ma il procedimento è andato a buon fine per la donna.
Secondo una recente analisi pubblicata dal Sole24Ore, la provincia di Imperia detiene il primato delle violenze sessuali. Cosa ne pensa? Probabilmente qui i reati vengono denunciati più che altrove? «Posso pensare che in una zona più arretrata culturalmente non vengano fatte denunce – risponde -. Ho avuto situazioni in cui la cliente diceva che non voleva fare denuncia, ma devi essere tu per prima motivata, anche perché poi sappiamo che non è una passeggiata essere la parte offesa in un procedimento penale, quindi bisogna essere ben motivate».
Un femminicidio ha segnato il cambio di passo, ed è avvenuto proprio a Sanremo: è il caso di Antonella Multari, uccisa il 10 agosto del 2007 dall’ex fidanzato Luca Delfino. Dopo quel delitto, venne introdotto il reato di stalking. Ma nonostante questo, le donne continuano a subire violenza e i femminicidi sembrano essere in costante aumento. Cosa è cambiato veramente? «C’è stato pian piano un cammino del diritto sempre più a tutela della donna. Quello che ovviamente ci dispiace, in quanto donne, è il fatto che aumentino gli episodi di violenza, nonostante tutti questi sforzi. Ma qui è un discorso forse culturale, di educazione. Perché senz’altro se parliamo di ambienti disagiati possiamo immaginarci che ci siano certi tipi di comportamenti. Per mia esperienza, però, ho visto che la violenza contro le donne avviene anche nel cosiddetto ceto medio borghese, quindi ci sono altre problematiche. Probabilmente ci sono problemi a livello educativo, affettivo, che dovrebbero essere affrontati per poi risolverli».
Si potrà mai raggiungere la parità di genere? «Spero tanto che si raggiunga – conclude l’avvocato Ferrante -. Scendendo in altri dettagli, ad esempio, sappiamo che le donne in genere guadagnano meno degli uomini. Perché? Bisogna sforzarsi affinché si raggiunga questo risultato».
Chi avesse bisogno di aiuto può chiamare il numero verde 1522: un numero gratuito e attivo 24 ore su 24 che accoglie, con operatrici specializzate, le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking.