“Abbattere la dispersione scolastica si può”, i risultati finali del progetto durato cinque anni
Quattro scuole e un ente terzo hanno partecipato al progetto i in provincia di Imperia per un totale di 963 studenti coinvolti
Imperia. Nuove aule tecnologicamente attrezzate per stimolare l’apprendimento, apertura e coinvolgimento delle famiglie, progetti, fondi grazie al Pnrr e formazione dei docenti. Una scuola più dinamica per evitare la dispersione scolastica, è reale grazie al progetto “Abbattere la dispersione scolastica di può” che ieri, nella biblioteca di Oneglia, ha illustrato il resoconto finale dopo cinque anni di lavoro. Quattro gli Istituti coinvolti nella provincia di Imperia, gli Istituti comprensivi di Diano Marina. e Pieve di Teco, il Polo Tecnologico Imperiese e il Ruffini più un Ente Terzo, la cooperativa Diana. Quasi mille i minori coinvolti, 963 di cui 503 della secondaria di I grado e 460 della secondaria di II grado.
Il progetto ha erogato alle scuole della rete di Imperia complessivamente 135.553,69 euro di cui il 34,44% sono stati investiti per trasformare quattro aule tradizionali in nuovi ambienti di apprendimento (ALP Aula Laboratorio Polifunzionale) e Presidi Educativi e il 65,56% sono stati stanziati per realizzare attività e corsi di recupero rivolti a minori in area dispersione. E proprio un occhio di riguardo è stato rivolto a questi alunni, quelli più fragili ritenuti in area di dispersione. I dati finali del progetto evidenziano che su un totale di 219 minori che hanno seguito i corsi di recupero nella secondaria di primo grado degli Istituti comprensivi di Diano Marina e Pieve di Teco i promossi sono stati il 92,24% mentre i bocciati il 7.76%; nella secondaria di secondo grado (Ruffini e Polo Tecnologico) su 161 minori i promossi del primo biennio si attestano al 76,39% e i bocciati al 23,60%.
«É un progetto nazionale- spiega Walter Moro– che ha coinvolto quarantacinque istituti scolastici oltre 25 Enti del Terzo settore. Obiettivo del progetto è quello di contrastare la dispersione scolastica nel nostro paese. I risultati che portiamo oggi sono molto importanti perché sono legati al territorio della provincia di Imperia dove abbiamo una rete dove sono presenti cinque attori, quattro scuole di cui due Istituti comprensivi, due secondati di secondo grado più un ente del terzo settore che è la cooperativa Diano sociale. Abbiamo ottenuto dei risultati di riduzione della dispersione scolastica in un territorio particolarmente difficile, dove il tasso di dispersione, soprattutto nel primo biennio della secondario di secondo grado è molto alto. La conferenza presenta anche la strategia che abbiamo usato che è stata quella di mettere in moto un modello sistemico basato sull’alleanza scuola-territorio, Terzo settore, Enti locali perché riteniamo che la dispersione non sia un fenomeno solo legato alla scuola ma che ha bisogno di investimenti, richiede alleanza e impegno degli Enti locali come Comune e Regioni che dovrebbero investire sul diritto allo studio. La scuola da sola non può risolvere il problema della dispersione che ha natura sociale, legata alla libertà economica, sociale e ha bisogno di interventi esterni».
«Un dato interessante- prosegue- la rete di Imperia ha coinvolto nei cinque anni del progetto dove 163 studenti nella fascia tra gli 11 e i 17 anni il tasso di successo è al pari all’80% di studenti con un profilo particolare. Parliamo di studenti Bes (bisogni educativi speciali) di extracomunitari, studenti ripetenti, ossia un profilo di studenti ad alto rischio dispersione. Significa che abbiamo recuperato una quota molto consistente di questi studenti portandoli alla promozione».
«Un altro aspetto importante- conclude Moro- che abbiamo portato su questo territorio è la costruzione di nuovi ambienti di apprendimento. Abbiamo investito risorse economiche pari a 135 mila euro dove abbiamo trasformato quattro aule, una per ogni Istituto coinvolto nel progetto, in ambienti innovativi di apprendimento cioè aule laboratorio attrezzate anche tecnologicamente per coinvolgere gli studenti. Un altro aspetto su cui abbiamo investito è stata la formazione dei docenti più centrata sulle competenze, sulla progettazione di unità di apprendimento per il processo formativo e quindi una didattica innovativa che punta sulla valorizzazione e il coinvolgimento dello studente nel processo di apprendimento».
«Ci sono diverse linee sui cui il PNRR lavora- spiega Sandro Clavarino dell’Ufficio scolastico regionale- una grandissima occasione per il mondo della scuola che ha beneficiato di alcune linee fondamentali. La prima denominata scuola 4.0, aule e laboratori e questo ha comportato diverse centinaia di migliaia di euro che sono stati distribuiti alle scuole dove tutte le scuole hanno potuto rinnovare la metà delle aule. Le scuole di secondarie di secondo grado hanno avuto contributi tecnici e professionali per migliorare i loro laborati ed adeguarli agli standard non soltanto di sicurezza ma anche dal punto di vista dell’attualità. Alcune scuole hanno avuto la possibilità di avere ulteriori risorse dell’abbattimento dei livelli territoriali. Imperia è una provincia che ha ambienti diversi, c’è la costa c’è la montagna, l’interno della provincia e questo determina differenze e divari che il territorio rischia di creare nella qualità e nella quantità dell’apprendimento e quindi il PNRR ha voluto contribuire a lavorare in questo senso. In più Imperia ha una zona che viene denominata area interna nella quale erano già statui stanziati fondi importanti per il miglioramento del servizio scolastico».
«In provincia di Imperia -spiega Serena Carelli dirigente scolastica- sono stati coinvolti l’Istituto comprensivo di Pieve di Teco- Pontedassio, capofila, quello di Diano Marina, il Polo tecnologico imperiese, il Ruffini e in questi ultimi due ani si è inserito l’Istituto comprensivo Boine di Imperia. Essendo un progetto nazionale abbiamo seguito le linee di intervento che erano comuni con le altre reti delle altre regioni. Abbiamo avuto la fortuna di essere guidati dal Cidi di Milano sia nella progettazione che nella realizzazione. Il progetto si è suddiviso su più azioni: c’è stata una parte di formazione dei docenti, una sui ragazzi e una aperta al territorio e quindi aperta alle famiglie per gli utenti esterni, come corso d’italiano come L2. Abbiamo avuta una risposta positiva dai ragazzi proprio perché avevano la possibilità di lavorare su tematiche trasversali e anche di rinforzare le attività di base».