Sparatoria fantasma in centro a Sanremo, il mistero si infittisce
Indagine a tutto campo per procurato allarme. Lo spettro della telefonata test
Sanremo. A due giorni di distanza dalla surreale caccia all’uomo che ha avuto come teatro il centro di Sanremo, il mistero della sparatoria fantasma tra padre e figlio si infittisce. L’indagine portata avanti dal commissariato matuziano è concentrata sulla ricerca della persona che ha lanciato l’allarme, denunciando un omicidio avvenuto a colpi d’arma da fuoco in un appartamento di via Pietro Agosti.
Stando a quanto ricostruito, la telefonata incriminata sarebbe arrivata al numero unico d’emergenza 112 poco dopole 13. A farla un uomo la cui voce è rimasta impressa nel registratore del centralino. Le parole pronunciate sarebbero state: «C’è stata una sparatoria tra padre e figlio, ho visto del sangue sotto la porta. Il ragazzo è morto». Ricevuta la segnalazione, l’operatore del 112 chiede all’utente ulteriori dettagli sul luogo del crimine, che non vengono forniti, se non genericamente e in maniera confusa. Poi di fornire le proprie generalità e un recapito cellulare perché sul sistema non appare un numero comune. L’uomo all’altro capo della cornetta risponde dando un nome e un numero esistenti ma che apparterrebbero a una persona residente fuori regione, totalmente ignara di quanto stesse accadendo nella Città dei fiori.
Mentre la macchina dell’emergenza viene mobilitata come da protocollo, visto anche il periodo non semplice sotto il profilo della sicurezza nazionale, la polizia scopre che la telefonata è arrivata da una sim virtuale generata da un’applicazione che permette di creare un numero temporaneo difficilmente rintracciabile in tempi rapidi. L’unico dato certo su cui gli agenti al comando della primo dirigente del commissariato di Sanremo Anna Leuci hanno potuto basare le prime indagini, è la geolocalizzazione della cella a cui era agganciata la sim virtuale. Una cella compatibile con l’area di intervento.
Anche se attualmente la vicenda sembra destinata a essere derubricata ufficialmente in procurato allarme, rimangono da comprendere le motivazioni che hanno mosso il responsabile ad agire. L’orario della chiamata e il giorno sembrano studiati apposta per colpire in un momento particolarmente complicato per la viabilità sanremese di piazza Eroi, congestionata dal mercato settimanale che nella pausa pranzo conosce il suo picco di presenze. Non si può nemmeno escludere che tutto sia frutto di uno scherzo di cattivissimo gusto o, nella più preoccupante delle ipotesi, di un test per verificare la reattività delle forze dell’ordine. Ma a quale scopo?