Elezioni a Ospedaletti, la corsa parte a due. Giorgio Boeri sfida il sindaco Cimiotti
In programma a giugno del 2024. La new entry: «No a progetti faraonici per il porto. Sì a un parco urbano per le famiglie»
Ospedaletti. La campagna elettorale che porterà alle elezioni amministrative di Ospedaletti in programma a giugno del prossimo anno, parte all’insegna di due candidature certe. Una è quella del sindaco uscente, Daniele Cimiotti, al quale si affianca l’outsider Giorgio Boeri.
Classe 1954, sposato con un figlio (l’assessore della giunta in carica, Fabiano, che non si ricandiderà), Boeri è nato a Ospedaletti, dove tuttora vive. Storico fondatore del Descu Spiaretè e della prima associazione ecologica, divenuta l’odierna protezione civile, il neo candidato sindaco – diplomato al Nautico ma con un master universitario in gestione delle energie -, si presenta alla guida di una lista civica che vuole puntare su partecipazione dei cittadini alle scelte del Comune, sul sociale e l’ambiente.
«Ho letto che il sindaco Cimiotti è soddisfatto del lavoro fatto. Mi domando se si sia chiesto se i cittadini di Ospedaletti possono dirsi soddisfatti del suo modo di amministrare. Da quello che sento, la risposta è assolutamente no», – commenta Giorgio Boeri -. «Ho deciso di candidarmia sindaco perché il paese sta vivendo una crisi delle sue attività commerciali, si sta chiudendo sempre più su se stesso e non ha una visione di lungo periodo su come far rinascere la socialità e l’economia cittadina».
Continua Boeri: «A proposito di rinascita, la lista civica che presenteremo unitamente alla mia rosa di candidati, i cui nomi verranno svelati a breve, si chiamerà “Ospedaletti rinasce”. Questo il nome dato al programma su cui ho iniziato a lavorare dal 2017. Il nostro slogan è: “Un’Amministrazione al servizio dei cittadini, non cittadini al servizio dell’Amministrazione”».
In questi ultimi anni, anche dalle pagine del gruppo Facebook “Sei fossi sindaco di Ospedaletti se…”, lei ha criticato più volte l’operato del sindaco in carica… «Le voci che si sentono in paese non sono certo di soddisfazione. L’immagine che Cimiotti ha costruito di se è quella del sindaco decisionista che si interessa solo delle grandi opere. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: il progetto del nuovo porto è sfumato. La permuta di Villa Sultana con il Piccadilly non si è concretizzata. La vendita del compendio Byblos è stata stoppata. Nella campagna elettorale del 2019 Cimiotti aveva parlato di trasparenza e condivisione, principi rimasti lettera morta. Il suo essere un sindaco accentratore lo ha portato a tradire molte delle promesse fatte. L’unico progetto significativo portato a termine è relativo alle spiagge, che il sindaco, furbescamente, rivendica come un risultato della sua Amministrazione, mentre tutti sappiamo che quei finanziamenti sono il frutto del lavoro di chi lo ha preceduto».
Parliamo di progetti, di proposte: «Un elemento di forte discontinuità che caratterizzerà il nostro programma è una visione alternativa su Baia Verde. Stiamo lavorando a un progetto di recupero che non preveda più la costruzione di un mega porto turistico, bensì la realizzazione di un parco urbano per le famiglie, ricco di attrazioni. Obiettivo: restituire quella parte di litorale alla collettività nel breve periodo e al contempo attirare i nuclei con bambini».
«Quindi focus sul sociale. Il recupero del senso di appartenenza alla comunità è una delle nostre mission. Nell’ambito di questo ci sta un po’ tutto. Dall’energia pulita per tutti. Alla rinascita del commercio, della sanità locale, dell’agricoltura sostenibile e produttiva. La conservazione e valorizzazione del patrimonio. Inoltre, dedicheremo particolare attenzione alla comunicazione istituzionale. Le persone devono sapere tutto ciò che succede in Comune e in paese. Non come accade adesso, con la cittadinanza che viene scientificamente tenuta all’oscuro anche per mesi delle decisioni prese dalla giunta comunale. E’ successo ancora recentemente per la delibera sulla rigenerazione urbana. Una grande colata di cemento, a parer mio».