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Ospedale di Sanremo tra gli otto peggiori d’Italia? Il primario di Cardiologia si ribella: «Dati non reali»

31 ottobre 2023 | 13:53
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Non si tratta di malasanità ma di mancata interazione tra i software che raccolgono i dati dei pazienti

Sanremo. «Contesto fortemente i dati di Agenas, in quanto non sono assolutamente reali». Lo dice chiaro e forte il dottor Fabio Ferrari, primario del reparto di Cardiologia dell’ospedale Borea di Sanremo, che interviene dallo studio di Riviera24.it per fare chiarezza sulle notizie diffuse dai media in merito ai dati forniti da Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che collocano l’ospedale sanremese fanalino di coda in Italia per quanto riguarda cinque specialità, tra cui, appunto, la Cardiologia.

Agenas, nel suo report, valuta il reparto di Cardiologia in base a diversi parametri, molti dei quali risultati ampiamente soddisfacenti. A penalizzare il centro, però è il parametro che valuta le tempistiche con cui viene trattato l’infarto miocardico acuto, «ovvero – spiega Ferrari – Da quando il paziente arriva nel pronto soccorso fino a quando viene operato per l’infarto miocardico acuto». I tempi delle linee guida impongono un massimo di 90 minuti per l’intervento, ma stando ai dati raccolti dall’Agenzia, a Sanremo il limite non sarebbe rispettato. Ma, in questo caso specifico, non si tratta di malasanità, bensì di un problema di reperimento di dati.

Ecco cosa è successo. «La discrepanza di dati, nasce dal fatto che Agenas, per prelevare i dati, non ha fatto riferimento al nostro sistema di refertazione ufficiale, dove i dati vengono inseriti con una precisione al minuto (arrivo del paziente in pronto soccorso, ingresso nella sala di emodinamica, intervento di riapertura della coronaria, ecc) – spiega il medico – Ma si è basata sui dati delle Sdo (Scheda di dimissione ospedaliera), che probabilmente in alcuni ospedali sono integrati con il software interno, cosa che però non avviene nel nostro caso». Le Sdo, infatti, vengono compilate solo in un secondo tempo, al momento della dimissione del paziente, e dunque può risultare che l’inserimento del dato delle procedure effettuate in urgenza, sia fatte in ritardo.

Un qui pro quo che, però, ha avuto conseguenze gravissime: la notizia ampiamente diffusa con i dati falsati ha suscitato paura tra i cittadini, minando la fiducia di questi ultimi nei confronti degli operatori sanitari. E tutto per un sistema di software non integrati, che con la medicina e con la capacità di salvare vite poco c’entrano.

«All’inizio del 2023 ci siamo accorti di questa discrepanza e abbiamo cominciato a porre rimedio – dice ancora Ferrari – Purtroppo però i dati del 2022, quelli presi in esame da Agenas, risultano ancora falsati. Il problema, dunque, nasce da questo: il dato non è reale e possiamo tranquillamente dimostrarlo».

Quello di Cardiologia a Sanremo, infatti, è un reparto all’avanguardia. «Il nostro centro cardiologico – commenta il primario – Nel 2022 è stato in Liguria quello che ha effettuato più interventi di tutti per quanto riguarda l’infarto miocardico acuto, cioè il trattamento d’urgenza dell’infarto: e questo è un dato abbastanza importante. E posso anche dire tranquillamente di dirigere un centro di eccellenza nazionale, perché abbiamo dei numeri e degli esiti assolutamente favorevoli, ma come lo sono anche gli altri otto centri di cardiologia interventistica in Liguria, con i quali condividiamo tutte le strategie che possono essere attuate».

«Non credo che Agenas abbia voluto penalizzarci appositamente – aggiunge il dottor Ferrari – Ma all’Agenzia contestiamo il fatto di non averci contattato per chiederci come mai risultassero dei tempi di attesa così lunghi prima di trattare l’infarto, quando dai dati si evince che, per il numero di interventi effettuati dal laboratorio di emodinamica, siamo un centro di alto volume».

Inoltre, grazie alla fiducia accordatagli dalla dirigenza, il laboratorio di emodinamica ha la miglior tecnologia possibile per il trattamento dell’infarto miocardico acuto.

«Senza presunzione, ma non per merito mio, ma per tutti i miei collaboratori che lavorano duramente, posso affermare di ritenere che il nostro sia un reparto assolutamente di eccellenza – conclude Ferrari -. Il trattamento dell’infarto miocardico acuto è garantito tutto l’anno, quando il laboratorio aperto e anche quando non lo è, visto che garantiamo una reperibilità 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, festivi compresi: in 30 minuti la nostra equipe è in ospedale per poter trattare il paziente. Può non giovarci il territorio, ma da quando il paziente arriva in pronto soccorso, i tempi sono assolutamente rispettati. Anzi, noi veniamo chiamati direttamente dall’ambulanza del 118 che fa diagnosi di infarto: ci telefona, ci manda l’elettrocardiogramma tramite i nostri sistemi di teletrasmissione, e quindi l’equipe viene allertata immediatamente, tanto che a volte arriva in reparto prima ancora del paziente. E’ importate segnalarlo per tutelare noi operatori, la direzione che ci ha supportato per avere la migliore tecnologia, l’Asl, ma soprattutto per l’utenza».