Migranti, il Golfo Dianese dice “no” al Cpr. Sindaci sulle barricate: «E’ la scelta più sbagliata»
Inviata una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo
Diano Marina. «Un Cpr all’ex caserma Comandone? No, perché è tra le case; no perché è vicino a strutture ricettive; no perché è a poche decine di metri dal nostro centro pedonale». A parlare sono i sindaci del Golfo Dianese, riuniti nella sala del consiglio comunale di Diano Marina per ribadire la propria contrarietà alla realizzazione di un centro per il rimpatrio (Cpr) nell’ex caserma militare, ora di proprietà della Cassa depositi e prestiti, che si trova nel territorio comunale di Diano Castello.
«Abbiamo voluto indire una conferenza stampa congiunta – ha esoridito il sindaco di Diano Marina Cristiano Za Garibaldi – Per far sapere cosa pensano i sindaci di questa ipotesi: un’ipotesi che non deve essere considerata, si sta scherzando con il fuoco. Posizionare un Cpr nella caserma Camandone sarebbe come mettere una bomba ad orologeria nel nostro Golfo Dianese, seconda realtà in regione in termini di presenze turistiche».
Al momento, quella di utilizzare la Camandone, è solo un’ipotesi, ma i sindaci di Diano Marina, Diano Castello, Diano Arentino, Diano San Pietro, Villa Faraldi, San Bartolomeo al Mare e Cervo hanno messo le mani avanti, inviando una lettera al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e al prefetto di Imperia Valerio Massimo Romeo, spiegando i motivi della loro contrarietà. Nella missiva i sindaci esprimono «la più viva preoccupazione per una simile eventualità»: la creazione di un Cpr alla Comandone, appunto. E spiegano: «Essa, infatti, si trova all’interno di una zona residenziale di pregio, a pochi passi da rilevanti strutture ricettive e insediamenti commerciali. Posta a poche centinaia di metri dalla costa, la struttura risulta in stretta correlazione con tutto il resto del Golfo Dianese, e con i suoi rinomati lidi marini».
E ancora: «Ricordiamo inoltre che il Golfo Dianese è la prima realtà in Liguria (circa un milione di presenze) ed il danno economico potrebbe essere enorme anche in termini di prodotto interno lordo regionale. Si ritiene che la realizzazione di un Cpr, nel contesto urbanistico, paesaggistico e naturalistico delineato, risulterebbe oltremodo stridente con le varie realtà ed attività che animano il territorio, in considerazione delle “invasive” misure di sicurezza che accompagnano necessariamente simili strutture».
Inoltre parte dell’ex caserma è da tempo utilizzata dai comuni del Golfo Dianese «per l’insediamento di attività legate allo svolgimento di importanti servizi comunali, mentre il Comune di Diano Castello ha in programma di ottenere le necessarie autorizzazioni per destinare una parte della struttura a sede della Squadra comunale di Protezione civile, operante sul territorio da oltre un trentennio».
Il documento è stato sottoscritto dai sindaci Claudio Mucilli (Diano San Pietro); Stefano Damonte (Villa Faraldi); Paolo Sciandino (Diano Arentino); Valerio Urso (San Bartolomeo al Mare), Cristiano Za Garibaldi (Diano Marina), Romano Damonte (Diano Castello) e Lina Cha (Cervo).
«E’ un no categorico per via del fatto che il nostro territorio vive di turismo – ha affermato ancora Za Garibaldi – Un piccolo fazzoletto di terra, che tutto compreso contra tra i 12 e i 13mila abitanti. Le caserme sono attigue a abitazioni residenziali e a strutture turistico ricettive, ricreative e giochi per ragazzini». Per il sindaco di Diano non c’è ombra di dubbio: «E’ la location più sbagliata». Della stessa opinione tutti i suoi colleghi e, in particolare, il diretto interessato: il sindaco di Diano Castello Damonte. «Non è solo il “no” di Diano Castello, che ha la caserma sul proprio territorio, ma abbiamo avuto il sostegno e la forza di tutti gli altri sindaci del Golfo Dianese. Siamo assolutamente contrari a questa ipotesi che è folle. Speriamo che i nostri politici e governanti ci sostengano in questa situazione».