Imperia, udienza per “incompatibilità” di Scajola: per la procura il ricorso non è accoglibile

3 ottobre 2023 | 14:35
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Al contempo, però, il procorutare Lari ha chiesto la trasmissione gli atti alla Corte Costituzionale, per il mancato rispetto della par condicio elettorale

Imperia. «Il sindaco è eleggibile, non si può dichiararne la decadenza». A dichiararlo è il procuratore capo di Imperia Alberto Lari, al termine della sua requisitoria nel processo davanti al giudice collegiale civile aperto dopo il ricorso sulla incompatibilità di Claudio Scajola (per le cariche di sindaco e commissario ad acta di Rivieracqua) presentato dai consiglieri di minoranza Luciano Zarbano (Imperia Senza Padroni), Ivan Bracco (Imperia Rinasce) e Lucio Sardi (Alleanza Verdi Sinistra).

Al contempo, però, Lari ha chiesto la trasmissione gli atti alla Corte Costituzionale, per il mancato rispetto della par condicio elettorale. Una richiesta nata, secondo il procuratore, da fatto che la nomina di Scajola a commissario ad acta lo avrebbe favorito nella campagna elettorale della scorsa primavera, violando così l’articolo 3 della Costituzione.

Nelle vesti di Pm, infatti, Lari ha precisato che non può verificarsi la decadenza dalla carica di sindaco per quanto contenuto nell’art. 60 TUEL, comma 2, che recita: «Non sono eleggibili a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale: nel territorio, nel quale esercitano le loro funzioni, i Commissari di Governo, i prefetti della Repubblica, i vice prefetti ed i funzionari di pubblica sicurezza». Non è prevista nella norma, però, la figura del commissario ad acta, quella appunto ricoperta da Scajola. Però, a suo giudizio, a dover essere sollevato è il problema della par condicio elettorale: il commissario ad acta pone il candidato sindaco in una situazione di vantaggio elettorale rispetto agli altri candidati.

«Chi ha questo titolo acquisisce consenso – ha detto Lari – Poiché si tratta di una nomina che dà risalto mediatico. Dire ad esempio ‘risolvo il problema dell’acqua‘ fornisce un surplus di consenso elettorale. Il problema centrale è questo. Bisognerebbe concentrarsi sulla possibilità che l’accentrazione del potere in un’unica persona influisca sulla par condicio elettorale».

Il collegio, con presidente Silvana Oronzo, si è riservato di decidere.

«E’ stato un bel dibattito, colto, dove mi pare sia apparso, con assoluta evidenza, che questo ricorso non sta in piedi. Molto chiaro è stato l’avvocato Piciocchi, che ha spiegato punto per punto. Devo dire, però, che la stessa accusa ha dato l’opinione contraria all’accoglienza di questo ricorso – ha dichiarato Claudio Scajola -. Aspettiamo la sentenza del collegio, la mia considerazione è solo una: ahimè come siamo caduti in basso, come pensiamo di gestire la politica in questo modo, presentando un ricorso sulla eleggibilità, dopo un mese dalle elezioni e dal voto elettorale». L’avvocato della parte “attrice”, Piera Sommovigo ha affermato all’uscita del palazzo di giustizia: «E’ stata una discussione molto approfondita. Abbiamo avuto modo di evidenziare i profili che riteniamo rilevanti ai finiti della decisione e abbiamo trovato un collegio molto attento sui profili oggettivamente più importanti. Adesso attendiamola pronuncia, siamo un pizzico scaramantici, ma siamo sicuri di avere evidenziato un problema che sussiste ed è rilevante ai fini giuridici». Per la minoranza consiliare ha parlato Zarbano: «Voglio rassicurare tutti i cittadini di Imperia, nel caso fosse accolta nostra richiesta faremo in modo che rimangono le cose come stanno: ovvero che il sindaco non sia più tale, che il vicesindaco rivesta le funzioni di sindaco e gli assessori rimangono al loro posto». Prosegue: «Fondamentalmente, faremo sì che non cambi nulla e che la città continui a lavorare e ad avere ciò che merita. Non c’è quindi alcun scossone, nessuna ripercussione negativa e ci auguriamo che tutti quanti, minoranza e maggioranza, siano coscienziosi nel non voler creare alcuna situazione negativa nei confronti della città stessa».

Sul discorso della par condicio, Zarbano ha precisato: «È condivisibile, infatti la ratio della legge è che nessuno può essere messo in una condizione preferenziale rispetto agli altri. Tutti siamo concorrenti alla carica di sindaco e tutti dobbiamo avere le stesse possibilità, non ci devono essere corsie preferenziali, nessuno deve avere il turbo e tutti devono concorrere con le proprie gambe». Nel corso dell’udienza, tuttavia, Scajola ha precisato: «Quando il commissario ad acta Checcucci è decaduta, c’era necessità e urgenza di provvedere a una sostituzione. Mi è stato chiesto, non l’ho ricercato, di riportare la situazione alla normalità. Ho fatto verificare, se non ci fossero difficoltà che mi avrebbero potuto portare a incompatibilità con il mio ruolo di sindaco. Regione Liguria mi ha chiesto di accettare con urgenza l’incarico. Ho rinunciato al compenso che spettava alla Checcucci. Ho accettato anche se mi costa fatica perché ritengo che l’emergenza idrica non ammetta vacatio».