Il suo ex vice sindaco gli “scippa” il logo. Gibelli: «Pugnalato alle spalle, Camporosso nel Cuore finisce qui»

23 ottobre 2023 | 21:28
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«Non è semplice scaramuccia, il fatto ha conseguenze su armonia e compattezza del gruppo»

Camporosso. Finisce l’era di “Camporosso nel Cuore“, la lista civica che ha portato, per tre mandati consecutivi, all’elezione del sindaco Davide Gibelli. Lo scioglimento anticipato del gruppo consiliare, a seguito di una “diatriba” sul simbolo identificativo della coalizione, porterà, gioco forza, alla formazione di un nuovo gruppo e ad un nuovo assetto del parlamentino.
Lo ha annunciato, in serata, il sindaco Gibelli, che ha voluto comunicare al consiglio comunale quando accaduto con il consigliere Maurizio Morabito (assente, così come i consiglieri Enzo Freno e Domenica Arsì).

«Questa sera intendo informare il consiglio comunale di una vicenda dal sapore amaro che tanto mi ha scosso nell’ultimo periodo e che ho il dovere di rendere pubblica – ha esordito il sindaco -. Riguarda il simbolo, il segno distintivo “Camporosso nel Cuore” che ho personalmente ideato e disegnato nel 2009, legandolo alla mia candidatura a sindaco per tre tornate elettorali e che ha identificato l’intero gruppo consiliare insieme al quale ho amministrato la Città negli ultimi anni».

Il motivo? Il suo ex braccio destro e vice sindaco, Maurizio Morabito, da un anno apertamente in contrasto con Gibelli, gli ha “scippato” il simbolo: «Nel luglio 2022, l’allora vicesindaco (Maurizio Morabito, ndr), alle nostre spalle, ha deciso di registrare a suo nome il nostro simbolo come marchio nell’evidente tentativo di attribuirsi la titolarità esclusiva del segno e quindi di sottrarlo all’utilizzo da parte mia e degli altri componenti del gruppo», ha dichiarato Gibelli, affermando di aver «vissuto quest’azione come un atto di slealtà e scorrettezza, non soltanto nei miei riguardi, ma anche nei confronti di tutti i consiglieri comunali rappresentati dal nostro emblema civico, anch’essi all’oscuro della subdola iniziativa promossa dall’allora vicesindaco. Vi confesso di essermi sentito tradito, di aver provato molta amarezza e anche un forte senso di impotenza, quando ho scoperto l’accaduto».

«È chiaro che l’obiettivo di chi ha deciso di registrare il simbolo come marchio era quello di sfruttarlo a proprio esclusivo vantaggio alle prossime elezioni comunali di Camporosso – ha sottolineato il sindaco – E questo piano traspariva già dalla costante e continua pubblicazione del simbolo sul suo profilo Facebook. Pubblicazione che è cessata di colpo, a settembre di quest’anno, all’esito di una causa promossa dal sottoscritto».

«Per la gravità morale e politica del sopruso subìto – ha aggiunto Gibelli – Sono stato infatti costretto ad intraprendere un’azione legale non soltanto per vedermi riconoscere la paternità del logo e dello slogan “Camporosso nel Cuore” che avevo creato, ma soprattutto per evitare che il contrassegno potesse identificare una persona che di fatto non rappresenta più la vera essenza del nostro progetto civico. Tutto si poteva concludere con la mia iniziale lettera di diffida dall’utilizzo del logo, sennonché questa rimaneva inascoltata per l’incapacità di ammettere lo sbaglio, per di più grave. Sono quindi stato obbligato ad avviare un procedimento cautelare innanzi al Tribunale di Genova chiedendo che fosse pronunciata un’inibitoria a carico dell’attuale consigliere comunale, di ogni pubblicazione del nostro simbolo».

La querelle tra Gibelli e Morabito, dopo una prima lettera di diffida inviata dal sindaco al consigliere, è finita in tribunale (su azione legale intrapresa da Gibelli), ma il processo, svoltosi regolarmente fino al completamento della fase istruttoria, ha spiegato il sindaco «non si è concluso con un provvedimento del giudice, perché è stato raggiunto e sottoscritto un accordo transattivo. Con questo documento, il consigliere comunale ha riconosciuto al sottoscritto l’esclusiva paternità del logo “Camporosso nel Cuore”, impegnandosi a non fare più alcun uso del segno e dello slogan e a rinunciare al marchio che segretamente aveva registrato». Di fatto, dunque, il logo è tornato nella mani di Gibelli. Ma resta l’amarezza di quanto accaduto e, soprattutto, le ricadute politiche sul gruppo consiliare.

Le conclusioni. «Ora, da questa vicenda, devo trarre alcune considerazioni che non riguardano i rapporti personali intercorrenti tra me e Morabito, ma si riferiscono alle ricadute che taluni suoi comportamenti avrebbero potuto avere sull’armonia e compattezza del gruppo consiliare e, soprattutto, sul benessere della nostra Città. Appare infatti evidente che l’accaduto palesa un’attitudine a perseguire interesse personale a scapito del gruppo e dimostra la pretestuosità di alcune posizioni, durante questi ultimi mesi, contro l’amministrazione e contro il sindaco. La sua strategia, che parte da lontano, è stata quella di spaccare il gruppo, di rompere un patto civico le cui fondamenta erano state proprio costruite sulla forza della condivisione e della coesione. Tutto ciò per un unico fine personale: la sua candidatura a sindaco che trascende dall’interesse per Camporosso e dal bene per i suoi abitanti», ha dichiarato sempre Gibelli.

«Posso comunque rassicurare il consiglio comunale e tutti i cittadini che i tentativi di destabilizzare l’amministrazione sono rimasti vani, il gruppo che attualmente amministra la Città agisce in un clima di serenità e compattezza, avendo quale unico interesse il bene e la crescita di Camporosso attraverso tante iniziative comunali che vengono messe in campo quotidianamente.
La storia nella storia del simbolo riguarda la decisione, già assunta da tempo dal mio gruppo consigliare, di non utilizzarlo più nella prossima tornata elettorale, proprio perché si è riconosciuto come terminato il percorso amministrativo di “Camporosso nel Cuore” senza più la presenza di alcune persone, tra cui l’ex vicesindaco, che avevano fatto parte dell’originaria compagine civica. È il miglior segno di rispetto che si poteva dare nei loro confronti, anche se evidentemente da questa vicenda traiamo l’amara conclusione che il rispetto non è un valore riconosciuto da tutti», ha detto il sindaco, che ha concluso: «I gravi fatti che ho portato alla vostra attenzione impongono, a mio sommesso avviso, la conclusione anticipata della formazione civica “Camporosso nel Cuore” e rende necessaria la costituzione di un nuovo gruppo consiliare che garantisca il bene e la crescita della nostra città, superando gli egoismi personali e coltivando una visione d’insieme, una partecipazione e un impegno comune per creare una società migliore».