Falso medico all’ospedale di Bordighera, la testimonianza choc: «Donna colpita da infarto, curata con antidolorifico»

25 ottobre 2023 | 12:41
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Falso medico all’ospedale di Bordighera, la testimonianza choc: «Donna colpita da infarto, curata con antidolorifico»

L’amica della paziente: «Mi hanno detto di portarla da un cardiologo, pensavo di essere su scherzi a parte»

Bordighera. In ospedale con i sintomi di un infarto, “curata” con un antidolorifico. E’ quanto accaduto alla signora Chiara Porcelli Gentile, 68 anni, che ha deciso di rendere pubblica la sua storia dopo aver scoperto che a visitarla nel punto di primo intervento dell’ospedale Saint Charles di Bordighera era stato un falso medico: Enrica Massone, torinese di 56 anni con un diploma di licenza media inferiore, assunta dalla cooperativa Igea che recluta medici per la società privata che, dal prossimo anno, gestirà il nosocomio bordigotto.

A raccontare la vicenda è un’amica della 68enne, Monica, che ha accompagnato la donna in ospedale il 22 settembre scorso. «Ero con Chiara quando ad un certo punto, mentre si trovava nella sua abitazione in centro a Bordighera, ha perso conoscenza ed è caduta a terra. Non aveva battito, le labbra erano blu. In pratica era in arresto cardiaco». A quel punto Monica, che ha seguito un corso di primo soccorso organizzato dal 118, ha alzato le gambe dell’amica e ha iniziato a praticare un primo massaggio cardiaco. Al contempo, vista la vicinanza all’ospedale di Bordighera, ha chiamato un taxi: «In meno di tre minuti eravamo all’ospedale. Nel frattempo la signora Chiara si era un po’ ripresa».

Quando la donna è arrivata al punto di primo intervento aveva sintomi chiari: «Le labbra erano blu, lamentava un forte dolore al petto, diceva di aver avuto una fitta tra stomaco e torace, formicolio al braccio, faticava a respirare», racconta Monica. A quel punto interviene quella che poi si scoprirà essere un falso medico, Enrica Massone: «Mi ha detto – ricorda Monica – ‘Io sono il medico, lei esca da qui’». Dopo circa un’ora, un’infermiera richiama l’amica della paziente: «Sono entrata nella sua stanza e l’ho trovata sdraiata su una barella, con una flebo: le avevano somministrato un antidolorifico in vena». «Ho fatto una foto allo schermo del monitor collegato a Chiara e, visto che ho un ottimo rapporto con un medico di Milano, gliel’ho inviata. Come l’ha vista, il medico mi ha detto come mai non l’avessero trasferita in cardiologia in quanto era evidente che necessitasse di essere defibrillata».

Trascorre diverso tempo, e alle 16 torna la Massone: «Mi dice che avrebbe dimesso Chiara – racconta l’amica – E aggiunge: “Io la faccio uscire, ma lei non si agiti in questi giorni e vada da un cardiologo”. Pensavo di essere su ‘scherzi a parte’: ma come, ero in un ospedale e mi dicevano di andare da un medico? Ho capito tutto quando ho saputo che la signora Enrica Massone non era un medico, ma una truffatrice».

Fortunatamente appena uscita dall’ospedale, con una cura assolutamente non adeguata alla patologia, la donna si reca dal dottor Vittorio Porro, specialista in cardiologia. «Il medico ha riscontrato che Chiara aveva un problema all’aorta di un flusso scarso, oltre a un problema al ventricolo sinistro, che risultava atrofizzato. Con ogni probabilità aveva avuto un infarto». «Somministrare l’antidolorifico, come mi ha riferito un medico che ho contattato, era stato assolutamente un errore in quanto aveva tolto la spia di allarme del nostro corpo, che è il dolore».