Emergenza migranti, il ministro Piantedosi: «Il Cpr non sarà a Ventimiglia»
Aumento delle forze dell’ordine e centro di accoglienza nella città di confine
Ventimiglia. Aumento delle forze dell’ordine, realizzazione di una o più strutture destinate all’accoglienza, a Ventimiglia, dei migranti che si faranno identificare e creazione di un Cpr (ma luogo e tempistiche al momento restano incerti) nel territorio ligure ma non a Ventimiglia. Sono queste in sostanza le soluzioni portate dal ministro Matteo Piantedosi nel corso della sua visita nella città di confine e a Imperia, dove ha preso parte al comitato di ordine e sicurezza pubblica.
«Siamo qui perché prendiamo consapevolezza di questo problema che grava su questo territorio per effetto dell’intensificarsi dei flussi migratori che abbiamo vissuto questa estate – ha esordito Piantedosi -. Sono venuto qui per sentire le esigenze degli amministratori locali, soprattutto del sindaco di Ventimiglia, ne abbiamo preso atto, ovviamente non eravamo al mese zero, perché tramite la Prefettura avevamo già una buona base di lavoro avviato per l’immaginazione di alcune soluzioni che potessero costituire una modalità di gestione più adeguata di questo fenomeno».
Aumento delle forze dell’ordine. «Anche qui proseguirà un impegno che il governo ha assunto fin dall’inizio dell’anno di rinforzare in generale gli organici delle forze di polizia – ha aggiunto il ministro – Alla provincia di Imperia, entro la fine dell’anno, saranno destinate almeno 53 unità tra polizia e carabinieri. Dieci le unità in più alla polizia di frontiera. Altre assegnazioni sono previste anche da parte della guardia di finanza, al termine di alcuni corsi che si stanno espletando. Colgo l’occasione per ringraziare lo sforzo che stanno facendo le forze di polizia tutte insieme. Anche i vigili del fuoco molto attivi sul territorio anche nel salvataggio che a volte si rendono necessari in alta montagna per i transiti delle persone».
Strutture di accoglienza e Cpr. «Noi siamo impegnati perché abbiamo una visione che questo è un fenomeno che va gestito in maniera multidirezionale. Molto spesso nella discussione pubblica si fa confusione tra aspetti di sicurezza, di degrado, di diritti delle persone, ma sono tutti aspetti di un unico problema che vanno curati con soluzioni differenziate – ha proseguito Matteo Piantedosi -. Vige l’obiettivo del governo di proporre al contesto territoriale di realizzare al più presto una struttura nel comune di Ventimiglia che sia di sollievo a questi stazionamenti: una o più, una già l’abbiamo più o meno individuata (ex Ferrotel, ndr), adesso poi vedremo i tempi di realizzazione per evitare che le persone vivano nel degrado in mezzo alla strada, questo a beneficio sia dei cittadini di Ventimiglia che nell’interesse delle persone. Destineremo a questa struttura innanzitutto i soggetti più vulnerabili, i soggetti che quindi possano trovare un tetto sulla testa, soprattutto con l’avvicinarsi della stagione invernale. Però è altrettanto improntate completare il quadro delle infrastrutture che servono a gestire il fenomeno, con la realizzazione, anche qui in Liguria, di un Cpr. Ovviamente un Cpr è una struttura che impone una delicatezza progettuale un po’ più articolata per cui stiamo valutando alcune soluzioni che ci sono state segnalate, che sul territorio regionale possono essere utili al caso, vi dico già subito che non sarà a Ventimiglia».
Al momento, dunque, la soluzione per Ventimiglia è quella di aprire un centro di accoglienza o “sollievo” come lo ha chiamato il ministro, che sarà un Pad (Punto di accoglienza diffusa) all’interno dell’ex hotel Ferrotel in piazza Battisti. «Poi si vedrà, confido che possa essere sufficiente di per sé, altrimenti sono tipologie di struttura che si possono anche implementare – ha precisato Piantedosi -. Confidiamo che la disponibilità di accoglienza possa essere sufficiente a togliere le persone dalla strada».
Sull’esigenza di avere anche un Cpr, che verrà aperto in Liguria in una località ancora non conosciuta, il ministro ha aggiunto: «Nei Cpr vengono trattenuti gli immigrati irregolari, che hanno commesso reati o si sono manifestati per condizioni di pericolosità, vengono trattenuti lì per provvedimento convalidato dall’autorità giudiziaria e poi possono sottrarsi da quel trattenimento se collaborano con l’identificazione. L’interessato può uscirne in poche ore se si lascia identificare ai fini del rimpatrio. C’è bisogno anche di quello, perché ci sono stati alcuni casi di cronaca questa estate che ne segnalano l’ulteriore necessità. Come nel caso di alcuni stranieri che poi hanno commesso un omicidio e, nel ricostruirne la storia, si è visto che erano stati oggetti di precedenti espulsioni a cui si erano sottratti per carenza di posti nei Cpr. L’esigenza di avere una rete di Cpr per destinarli a queste persone è tutt’altra cosa che l’esigenza di accoglienza: ci vogliono entrambe le cose, non sono cose alternative tra di loro. Per quanto riguarda la collocazione, quello di accoglienza sarà sicuramente localizzato a Ventimiglia. Per il Cpr, vista la sua delicatezza e i parametri che la legge impone, avverrà all’interno della regione, non abbiamo al momento segnalazioni di immobili disponibili nella città di Ventimiglia. Individueremo le aree a breve, poi ci vorranno i tempi di realizzazione, che non sono in grado di dire ora, ma i tempi di individuazione sono ormai prossimi».
Incontro con Claudio Scajola. «Il territorio ha delle difficoltà, deve risolvere al meglio questo fenomeno complesso dell’immigrazione. La presenza del ministro e del sottosegretario porta con sé alcuni impegni che sono stati detti e che fanno sicuramente soddisfatti qui nel nostro territorio». A dirlo è stato il presidente della provincia di Imperia, sindaco di Imperia ed ex ministro dell’Interno Claudio Scajola, a margine dell’incontro con il ministro Piantedosi, in Prefettura a Imperia. Tra l’altro i due politici si sono incontrati privatamente, prima del comitato sull’ordine e la scipitezza pubblica. «C’è l’esigenza del Cpr che il governo, con la consultazione, come è stato detto, verificherà nel territorio della Liguria nella collocazione migliore, e nel contempo il bisogno primario dell’accoglienza delle persone che hanno difficoltà e che girano liberamente – ha aggiunto -. Abbiamo anche segnalato la necessità dell’aumento delle di forze di polizia ed è arrivato con una buona notizia».
Sulla sentenza di Catania (dove un giudice ha rimesso in libertà un migrante fermato in base alle norme dell’ultimo decreto del governo). «Impugneremo e siamo convinti che abbiamo ragioni da sostenere in un grado di giudizio successivo – ha dichiarato Piantedosi -. Questo ovviamente non frena quella che è la nostra iniziativa, vale anche nel caso di specie. Si tratta di persone che cercheremo di rimpatriare attraverso le leggi nazionali ed europee, il trattenimento è solo uno degli strumenti in più per gestire questo tipo di procedure, quindi andremo sicuramente avanti”. «Nessun rallentamento innanzitutto. Intendiamo muoverci, come abbiamo detto, impugnando la sentenza. Siamo convinti, io personalmente, dalla lettura dell’atto e dalla decisione del giudice, che ci siano gli estremi e le condizioni per impugnarlo, e questo lo dichiaro in maniera del tutto serena».
Rapporti Italia e Germania. «Confido che al netto delle rispettive posizioni, ci siano i margini per ritrovarci tutti assieme in un punto di mediazione che, senza sconfessare i principi fondamentali a cui noi riteniamo di doverci attenere, possa proporci una soluzione possibile». A dichiararlo è il ministro Piantedosi, che commenta così i rapporti con la Germania, dopo la scoperta di navi di Ong tedesche nei mari italiani e le affermazioni del collega ministro della Difesa Guido Crosetto che rivolgendosi al cancelliere tedesco Olaf Scholz dice: «Si cerca di bloccare l’immigrazione in una parte d’Europa e se ne agevola il trasporto in un’altra. Coerente e geniale». E aggiunge Piantedosi: «Gioco facile a dire che il mio amico ministro Crosetto, in una sintesi molto efficace, è dalla parte del giusto. Quando si sostiene che le politiche per l’immigrazione da una parte devono prevedere un estremo favore addirittura alle Ong in mare e dall’altra parte si chiudono i propri confini, credo che sia sotto gli occhi di tutti che ci sia una contraddizione logica visibile a qualsiasi ragionamento. Dopodiché ovviamente in Europa, e il Consiglio dei Ministri, sono luoghi di mediazione dove c’è un negoziato in atto tra noi e altri Paesi, tra cui la Germania».
Rapporti con la Francia. «Abbiamo degli ottimi rapporti con la Francia, come credo sia stato visibile negli ultimi giorni – ha dichiarato il ministro Piantedosi -. La Francia controlla quel confine perché tutela i suoi confini come noi intendiamo tutelare i nostri. Non intendiamo immaginare che la Francia nel fare questo leda gli interessi dell’Italia. Noi sicuramente abbiamo un buon rapporto con la Francia e ci stiamo ritrovando negli ultimi tempi sulle stesse posizioni. Per non litigare sul confine interno, bisogna essere tutti, entrambi, orientati su quello che l’Italia dice da tempo di tutelare i confini dell’Europa, quindi prevenire le partenze. E’ questo il tema di fondo e su questo la Francia non manifesta contrarietà. Se ci fosse una più adeguata prevenzione delle partenze ci sarebbero anche meno problemi sulla frontiera di Ventimiglia e nei rapporti tra i Paesi dell’Europa. La prevenzione delle partenze viene fatta in modalità compatibili che devono essere compatibili con quelle che sono le cornici del diritto internazionale e quindi anche con inevitabili accordi con i Paesi di partenza. Finalmente l’Europa discute di questo. Fino all’anno scorso il tema era la redistribuzione (dei migranti, ndr) sul territorio europeo. Oggi ci sono i dieci punti della von der Leyen che mettono al primo posto proprio questo: addirittura l’ipotesi di missioni navali, in accordo con i Paesi di partenza, finalizzate a prevenire le partenze. Su questo siamo d’accordo con la Francia che è un validissimo alleato in Europa su questa posizione».