Cocaparty, parla Alessandro Piana: «Quella sera lavoravo, non conosco gli indagati e nessuna escort»

9 ottobre 2023 | 20:30
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Cocaparty, parla Alessandro Piana: «Quella sera lavoravo, non conosco gli indagati e nessuna escort»

Il vice presidente della Regione si smarca da ogni accusa: «Mai fumato neppure uno spinello, sono un donatore di sangue»

Genova. E’ provato dallo scandalo che, suo malgrado, lo ha coinvolto, ma anche determinato a dimostrare la propria estraneità ai fatti: Alessandro Piana (Lega), vice presidente di Regione Liguria, ha tenuto in serata una conferenza stampa nel palazzo della Regione, a Genova, per raccontare la propria versione dei fatti in merito all’inchiesta sui cocaparty che hanno portato due professionisti in carcere. Nell’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip di Genova, compare anche il suo nome e, visto il ruolo istituzionale che Piana ricopre, la notizia ha ben presto fatto il giro d’Italia.

«Questa mattina mai e poi mai mi sarei immaginato di alzarmi e lavorare, come tutti i giorni, e poi essere tirato in ballo per una vicenda che ha veramente del grottesco – ha dichiarato Piana -. Non potevo rilasciare dichiarazioni perché non essendo io indagato non avevo accesso a quello che era il fascicolo dell’ordinanza del giudice».

Con i suoi più stretti collaboratori, il vice presidente ha però ricostruito cosa accadde il primo marzo del 2022, quando, a detta degli inquirenti che hanno raccolto le testimonianze delle altre persone coinvolte che, pare, avrebbero fatto anche il nome di Piana. «Abbiamo ricostruito tutto con i miei autisti – dichiara – Io ho svolto una giornata di lavoro completamente comprovata e la sera sono arrivato a casa circa alle 21.00. Qui ho fatto una successiva video call per “Vinitaly”, perché in quel periodo si stava già predisponendo l’edizione. Dispiace, lo dico da padre di famiglia, da marito, essere tirato in ballo da una situazione che è lontana dalla mia persona. Non ho mai partecipato a festini, che ci crediate o meno, non sono mai andato a prostitute e, soprattutto, non mi sono mai drogato. Lo so che probabilmente è qualcosa di discriminante, ma non ho mai fumato neanche mezza cannetta».

A riprova di questo, Piana aggiunge: «Sono anche un donatore di sangue e sono disposto a fare gli esami del sangue e del capello per poter comprovare il tutto».

«Mi auguro che il prima possibile, per rispetto della mia famiglia, della mia persona e del partito che rappresento, si faccia chiarezza ed emergano i veri nomi dei partecipanti, posto che non so neanche indicarli», ha aggiunto il vice presidente.

A spaventare il vice presidente è stata la rapidità con la quale il suo nome è finito su tutti i giornali, scatenando l’opinione pubblica, senza neppure avere modo di difendere se stesso e, soprattutto, la sua famiglia. «Il primo pensiero che ho avuto è stato di assoluta serenità, perché non ho mai partecipato a festini a base di coca ed escort – ha detto – Mi veniva quasi da sorridere e l’ho considerato uno scherzo di cattivo gusto. Con gli articoli che sono usciti, poi, ho iniziato a preoccuparmi e ad avere una leggera paura perché se chiunque a questo mondo fa il nome di una persona e questo ricade su chi ricopre un ruolo pubblico, siccome è una ruota che gira, allora nessuno può sentirsi al sicuro. Se questo mondo funziona così, io ho po’ di paura, sebbene abbia fiducia nelle istituzioni».

Sulle persone coinvolte dice: «Non le conosco e non conosco nessuna escort. Non emerge da nessuna intercettazione che mi rigiardi un coinvolgimento della mia persona. Faccio un lavoro che mi impegna anche quindici ore al giorno e non so dove potrei trovare il tempo per fare delle performance di questo tipo. Ci sono diversi “Alessandro” tra i nomi fatti, ci può stare un errore ma non ci può stare di queste dimensioni, abbiamo tutti diritto ad una tutela soprattutto perché non rappresentiamo noi stessi ma i liguri, una istituzione e un partito. Mi sono sempre comportato in maniera degna e cerco di trasmettere quello che mi ha insegnato la buonanima di mio padre a mio figlio».