Ventimiglia, «Con i no border aumentati i migranti, siamo esasperati»: parla una residente delle Gianchette

30 settembre 2023 | 15:48
Share0

«Viviamo barricati in casa, la notte non riusciamo neanche a dormire»

Ventimiglia. «Da quando ci sono i no border è aumentato il flusso di immigrazione. C’è un centro di accoglienza che non dovrebbe esserci, visto che c’è scritto “centro informazioni”, ma loro fanno di tutto lì dentro. Sono sporchi anche loro e, da quando ci sono, noi non abbiamo più vita». E’ esasperata Isabella Longo, cittadina di Ventimiglia, residente in via Tenda, nel quartiere delle Gianchette: quello che più di tutti vive l’emergenza migranti, con centinaia di stranieri che, non avendo un posto dove andare, trovano rifugio sulle sponde del fiume Roja, sotto il cavalcavia della strada statale 20 che corre davanti alle case.

La situazione, secondo Longo (portavoce dei residenti), è peggiorata da quando, ormai diversi mesi fa, attivisti no border hanno aperto in via Tenda un info point con lo scopo di aiutare i migranti, fornendo loro assistenza legale gratuita. «Accolgono di tutto – dice la donna -. La notte si bisticciano e noi non possiamo più dormire. Dobbiamo andare a lavorare, ci alziamo alle 5 del mattino: è una vita impossibile».

La scorsa notte è avvenuto anche un furto, e non sarebbe l’unico. I colpevoli, secondo la donna che abita nello stesso stabile in cui sorge l’infopoint, sono proprio gli stranieri: «Hanno rubato nella macchina di mio figlio, gliel’hanno spaccata – racconta -. Mio nipote, invece, è stato verbalmente offeso. Hanno rivolto parolacce anche a delle donne, le hanno minacciate, volevano alzare le mani e toccarle. Non si può più vivere in questa situazione».

A nome dei residenti, Isabella Longo chiede con forza un «presidio fisso delle forze dell’ordine. Sappiamo che sarà difficile risolvere la situazione dell’immigrazione, ma far chiudere questo centro dei no border sarebbe una soluzione. E’ tutto sporco, rischiamo di prendere dei virus. Noi dobbiamo rischiare questo, oltre alla vita?».

Gli abitanti hanno provato anche a parlare con gli attivisti, chiedendo loro di educare i migranti ad essere più ordinati e puliti, gettando la spazzatura negli appositi cassonetti dei rifiuti: «Ci hanno risposto che a loro compete soltanto la pulizia dell’ufficio e che per il resto non è interesse loro, visto che non sono dei badanti – dice sconsolata la donna -. Noi, intanto, dobbiamo barricarci in casa e la sera c’è il coprifuoco perché non si può uscire, nemmeno con gli animali. I bambini non possono più giocare in strada e anche i cani si rifiutano di passeggiare da quanto è sporco».