L'intervista

Suetta alla festa della Lega, il vescovo: «La libertà di parola venga prima delle polemiche»

«Se vogliamo allenarci al rispetto e alla tutela della libertà, non dobbiamo nemmeno tutte le volte farce proni a minacce di tipo propagandistico»

Camporosso. «Quando ho accolto l’invito della Lega ho immaginato che potessero sorgere polemiche, ma credo che se vogliamo allenarci al rispetto e alla tutela della libertà, non dobbiamo nemmeno tutte le volte farce proni a minacce di tipo propagandistico». A dichiararlo è il vescovo della diocesi Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta. Il prelato figura tra i relatori del Bigauda Fest di Camporosso, la festa del Carroccio, organizzata dal segretario provinciale della Lega Antonio Federico.

Suetta interverrà domenica, 3 settembre, all’evento di apertura in programma alle 18. Il titolo dato all’appuntamento è “Europa e civiltà cristiana”. Sul palco, oltre al vescovo, ci saranno Marco Campomenosi (europarlamentare), Stefano Mai (capogruppo Lega in Regione Liguria) e Alexandra Massone (deputato del Rassemblement National). L’adesione di monsignor Suetta non è passata inosservata e ha suscitato qualche polemica tra coloro, fedeli e non, che si sono sentiti offesi dalla partecipazione di un vescovo a una festa di partito. Suetta, poi, non è nuovo a prese di posizione forti che hanno fatto discutere anche a livello nazionale, come il plauso all’operato del governo Meloni o l’affondo nei confronti di alcune riflessioni emerse durante i funerali della scrittrice Michela Murgia.

«Accolgo volentieri gli inviti a partecipare a eventi di qualunque tipo, che siano compatibili con gli impegni di ministero, quando ci sono, come in questo caso, dei dibattiti attinenti al mio ruolo», – specifica Suetta -. «Va da se che nessun ecclesiastico può esprimere una militanza politica. Non è questo il senso della mia partecipazione alla festa della Lega. Europa e civiltà cristiana è un tema molto importante. Un tema sul quale più che competente mi sento appassionato. Sono sempre stato disponibile ad andare a discutere nelle più varie realtà che sono interessate a conoscere o il mio personale parere o, meglio ancora, il parere di un pastore della chiesa».

«Accettando l’invito della Lega – aggiunge Suetta – ho immaginato che potessero sorgere polemiche, ma se vogliamo allenarci al rispetto e alla tutela della libertà, non dobbiamo nemmeno tutte le volte farce proni a minacce di tipo propagandistico. Ritengo di fare una cosa che è dentro i limiti della mia figura. Poi questo potrà essere verificato con maggiore evenienza e contezza dopo il mio intervento. Più in generale – prosegue il vescovo – accetterei un invito da qualsiasi espressione politica che avesse la volontà di ascoltare una voce come la mia. Prima di tutto non sono né il primo né l’unico che fa questo nel mondo della chiesa. Inoltre, è giusto riconoscere il ruolo nobile che l’attività politica ha nel tessuto sociale civile. Mi ritengo una persona libera che non è disposta a farsi tirare per la giacchetta».

Conclude Suetta: «Oggi è purtroppo in vigore la logica dei due pesi e delle due misure. Perché io, di fronte a un invito legittimo e a un contesto oggettivamente non incompatibile con il mio ruolo, dovrei dire no? Sarebbe come cedere a chi vuole contrarre spazi di libertà. Ai parrocchiani che pensano che potrei far fare brutta figura alla chiesa dico: aspettate di sentirmi parlare. Poi giudicate il mio pensiero, liberamente».

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