Statale 28, stop ai mezzi pesanti, il sindaco Adolfo: «Sicurezza non negoziabile con economia e politica»
A breve confronto con tutte le categorie
Pornassio. La paletta del carabiniere si alza. Stop da qui non si può procedere. Colle di Nava, due pattuglie dei carabinieri hanno iniziati i controlli dell’ordinanza comunale in vigore da oggi, e fino al 31 ottobre, emessa nei giorni scorsi dal primo cittadino Vittorio Adolfo che vieta il transito agli autoarticolati agli autotreni (più lunghi di dodici metri) nel territorio del Comune di Pornassio, dal 103+150 al km 103+675 (Pornassio); dal km. 101+480 al KM. 102+200 (Case Rosse); dal km 97+340 al km. 97+980 (Case di Nava). Con eccezione mezzi di soccorso, di emergenza e ii trasporto pubblico locale e i veicoli che trasportano merci che abbiano destinazione e/o origine di carico/scarico nel Comune di Pomassio. Tre in totale i mezzi fermati e fatti tornare indietro dalle forze dell’ordine che fanno manovra e ritornano indietro: direzione Ceva e poi autostrada per raggiungere la propria destinazione. I cartelli posizionati dall’Anas ci sono sia per chi arriva dalla parte piemontese sia dalla parte ligure nel Comune di Pieve di Teco. Un’ordinanza che fa discutere e ha provocato molte prese di posizioni ed interventi, da parte di cittadini, forze sindacali, economiche, nonché da parte di personalità politiche ma come sottolinea il sindaco «deve essere chiaro un punto fermo: la vita, la sicurezza e tutela dell’incolumità dei cittadini del nostro territorio vengono prima di tutto e, quale sindaco, è mio preciso dovere tutelare».
Un’ordinanza che arriva dopo «mesi di appelli inascoltati e di drammi sfiorati solo per buona sorte- prosegue- l’ordinanza è stata adottata, previo confronto con le massime autorità locali dello Stato, per un solo motivo: tutelare la sicurezza».
«Sono stati posizionati da parte dell’Anas più cartelli che danno le dovute indicazioni-spiega Vittorio Adolfo, sindaco di Pornassio- sia dalla parte di provenienza del Piemonte sia dalla parte di provenienza da Pieve di Teco, quindi questo è il primo passaggio, poi per quanto riguarda la vigilanza questo è un compito che spetta alle forze dell’ordine, carabinieri e Polstrada e vendo partecipato a quella che è stata la stesura dell’ordinanza sono ovviamente a conoscenza del divieto che da oggi in itinere. Ho ricevuto il 99% di consensi, li ho ricevuti dal territorio che rappresento, da tanti Comuni vicino, perché indirettamente o direttamente sono coinvolti dal traffico della Statale 28, ho ricevuto molto dalle persone anche della Riviera sia dalla zona di Imperia che di Alassio e questo mi ha fatto piacere».
Una soluzione al traffico pesante sulla Statale 28 potrebbe essere il traforo dell’Armo- Cantarana. «Certamente- prosegue Adolfo- noi siamo favorevolissimi e vogliamo questa soluzione e quindi la realizzazione di quest’ultima tratta che da realizzarsi che unisce Pieve di Teco ad Armo e successivamente a Cantarana. È una soluzione indispensabile anche se io venticinque anni fa, quando all’epoca ero assessore regionale alle Infrastrutture in Regione Liguria, avevo fatto predisporre un progetto preliminare del progetto dell’Armo- Cantarana. In quel momento stavamo appaltando i tratti della variante di Pieve di Teco e della variante di Chiusavecchia che hanno dati grandissimi risultati. Sulla Pieve Di Teco- Ponti di Nava avrei voluto già prima proseguire questa politica dei finanziamenti frazionati realizzando la variante di Acquetico, successivamente quella di Pornassio, San Luigi e poi quella che si inerpica sul Colle di Nava, erano tre tratti. A quell’epoca più colleghi mi dicevano di soprassedere, puntiamo tutto sull’Armo- Cantarana. Evidentemente avevo ragione, si potevano fare intanto quei piccoli interventi più contenuti sotto il profilo economico a tratti e distribuiti anche grazie ai finanziamenti dello Stato, mentre sull’Armo- Cantarana siamo al progetto, se finalmente viene approvato, definitivo».
«In questi giorni ho ricevuto diverse richieste di incontro da parte di associazioni di categoria e di associazioni industriali, sia dalla Liguria che dal Piemonte. Sicuramente incontrerò tutti, sentirò le loro ragione anche se ormai penso di conoscerle, le conoscevo prima, le conosco adesso. Nella mia vita ho avuto anche un passaggio come vicepresidente dell’Unione Industriale quindi orami queste tematiche le ho ben presenti. È bene però ribadire, ascolteremo di certo tutti, verificheremo quanto viene detto, abbiamo con l’ordinanza quarantacinque giorni di tempo per vedere che spazi ci sono per renderla operativa nelle migliori condizioni possibili, però deve essere chiara una cosa: alla base di tutto ci sta la vita e la sicurezza della nostra comunità che vale più di qualche decina di euro. Detto questo ribadisco: la mia porta è aperta a chiunque voglia confrontarsi ma avendo chiaro che le logiche economiche o politiche non prevarranno mai sull’interesse della comunità che mi onoro di rappresentare».