Provincia di Imperia, buono il turismo e demografia ma maglia nera per abbandono scolastico e disoccupazione
Marco De Silva: «C’è bisogno però di politiche stabili, e una priorità è quella di intervenire sul sistema di educazione- formazione e professionale per i giovani»
Imperia. Abbandono scolastico, disoccupazione più alta rispetto all’occupazione. Morti sul lavoro aumentati rispetto all’anno precedente ma buono il turismo e aumento dei residente stranieri nei Comuni del ponente ligure. La provincia di Imperia «corre e cresce ma nonostante questo rimangono invariati – spiega Fulvio Fellegara- tutti gli elementi di debolezza e fragilità e precarietà che il territorio si porta dietro da anni. Parlando di nuove assunzioni si conferma una fragilità del lavoro con una preponderanza di assunzioni a tempo indeterminato, di natura stagionale, intermittente, solo l’11% delle assunzioni è a tempo indeterminato su base provinciale, commercio e turismo la quota percentuale è ancora più bassa, abbiamo un’incidenza molto alta del part time involontario che spesso nasconde lavoro grigio e lavoro irregolare e abbiamo quindi forme di fragilità del lavoro per quali chi esulta troppo in fretta per i dati di crescita deve pur interrogarsi sulla qualità del lavoro che viene offerto sul territorio».
La provincia di Imperia migliora ma ha sempre il tasso di occupazione più basso (62,1%) e di disoccupazione più alto (9,2%) della Liguria e di tutte le altre province, l’incidenza più alta dell’occupazione in Agricoltura e Pesca sul totale (6,0%), l’incidenza maggiore dell’occupazione nel Turismo e Commercio sul totale dell’occupazione (29%) in Liguria. Ha, inoltre, la percentuale più bassa degli occupati nell’Industria (9,1%), il calo maggiore dell’occupazione femminile (-3,5%/-1.239 unità), l’incremento maggiore dell’occupazione maschile (+9,4%/+4.058 unità), l’aumento maggiore in percentuale degli occupati nelle Costruzioni (+55,6%) rispetto all’anno precedente, l’incidenza minore dell’occupazione nelle Altre Attività Dei Servizi (42,9%) sul totale dell’occupazione. Tra dicembre 2022 e giugno 2023 in provincia di Imperia sono 552 i nuclei percettori di R+Pdc in meno, pari a -1.217 persone coinvolte; i nuclei richiedenti rispetto al 1° semestre 2022 sono in calo del 41,1% (erano 2.917, sono 1.718). L’importo medio mensile del rdc è aumentato del +3,4%.
« Un lavoro- prosegue Fellegara- che è spezzato durante l’anno, che è part-time, precario, produce redditi bassi e pensioni basse. Le nostre pensioni da lavoro dipendente, sono 270 euro più basse delle pensioni del lavoro dipendente del resto della regione, 210 euro più bassa la pensione di Imperia rispetto a tutte le pensioni di tutta la Liguria. Abbiamo quindi pensionati più poveri così come abbiamo avuto una percentuale più alta di percettori di reddito di cittadinanza con quote di assistenza più alte. Abbiamo sacche di povertà sociale e lavorativa sempre peggiori rispetto al territorio. Continuiamo ad avere il tasso di occupazione più basso della Liguria e il tasso di disoccupazione più alto pur migliorando non prendiamo il treno e restiamo indietro rispetto agli altri territori. C’è poi un tema sulla qualità del lavoro che è legato alla formazione e alla qualità scolastica che questa provincia offre. Abbiamo il numero di diplomati e laureati più basso e gli inoccupati più alto e la disoccupazione giovanile più alta. I neet (giovani che non cercano lavoro e non studiano) più alti del Nord-ovest».
«Imperia nel 2022 ha avuto alcuni segni di miglioramento in alcuni ambiti- spiega Marco De Silva, Responsabile ufficio economico CGIL -che però sono sempre insufficienti nel colmare il divario che ha sia nella media sulla regione sia con quella nazionale. L’occupazione, turismo, demografia ha tenuto e ha recuperato terreno perduto durante il covid, mancano delle politiche strutturali per colmare i gap formativi d’istruzione, di preparazione professionale, mancano occasioni di lavoro qualificato perché il territorio offre ed è caratterizzato dalla presenza maggioritaria di attività nel settore agricolo, costruzioni, commercio e turismo che sono poi settori a maggiore stagionalità, a bassa intensità di lavoro a rischio di lavoro sommerso con alta incidenza di part time, retribuzioni basse che poi producono pensioni basse».
«Il primo semestre del 2023- prosegue- ha confermato una buona tenuta del turismo però la provincia continua ad avere difficoltà enormi sulla qualità delle strutture delle imprese, un numero elevatissimo di infortuni, già ha quattro morti sul lavoro in solo sette mesi, 300% in più rispetto all’anno scorso, 83% in più di malattie professionali. L’intensità di lavoro diseguale porta vecchi rischi sempre più diffusi tra uomini e donne e alcuni segnali di peggioramento della situazione nei mesi estivi che potrebbero avere ripercussioni pesanti anche nella provincia di Imperia, ossia nell’inversione di tendenza negli arrivi e delle presenze turistiche nel mese di giugno, alla contrazione dell’occupazione nel settore delle costruzioni. Il crollo dell’occupazione nel settore agricoltura abbiamo un numero di occupati che è poco meno della metà del numero delle imprese registrate a livello regionale. Se il 2022 ci ha presentano una provincia con una demografia che tiene, Imperia è unica provincia dove è aumentata e il numero degli straniera (molte nazioni europee) è distribuita in tutti i Comuni, questa provincia ha tutte le condizioni per uscire dall’essere considerata il vano meno nobile della casa Liguria. C’è bisogno però di politiche stabili, e una priorità è quella di intervenire sul sistema di educazione- formazione e professionale per i giovani».