Pieve di Teco, l’artista Sophie Dickens: «Creo usando materiale riciclato, così nascono le mie opere»

3 settembre 2023 | 12:34
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Idealmente mi piace collocare gli animali in un ambiente domestico o industriale. Un modo per sottolineare la necessità di accogliere altri essere viventi in un momento di crisi climatica e di estinzione degli animali»

Pieve di Teco. Guardare un gufo e riuscire ad immortalarlo in una statua di legno, proprio mentre spicca il volo o apre le sue grandi ali. Oppure catturare la posa di un lupo mentre passeggia tranquillamente. Con la zampa piegata e lo sguardo distratto magari da una possibile preda. Il mondo attraverso gli occhi di un’artista è stupore, emozione, arte. E dietro c’è tanto studio perché senza il talento si perderebbe nella quotidianità. Sophie Dickens, famosa scultrice e artista britannica racconta come nascono le sue opere, dall’ispirazione e poi alla creazione vera e propria. Qualche suo lupo era apparso anche in Calata Cuneo ad Imperia, altri invece per le vie centrali di Torino ma anche nei paesi dell’entroterra. Lupi ma anche cinghiali, scimmie, caprette. Il laboratorio di Sophie brulica di sculture, già finite, a metà, in fase di costruzione. Non solo animali ma anche essere umani. Uno studio sull’anatomia ma anche la visualizzazione dei video, sopratutto per quanto riguarda gli animali, per osservarne il movimento, come muovono le zampe, gli arti, lo sguardo o come muovono la testa.

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«Abbiamo gufi nei boschi intorno al mio villaggio e li sento gridare di notte- racconta l’artista- realizzo le statue dei gufi utilizzando assi di legno curve ricavate dalle doghe delle botti che vengono incollate su un’armatura di acciaio e saldate come si può vedere in un video sul mio profilo instagram. Le sottili fette di legno curvato, tagliate da doghe delle botti, si prestano molto alla forma di una piuma. Le ali spiegate possono essere utilizzate per effetti molto drammatici. Le venature del legno e il mio approccio leggermente rustico danno la sensazione di un oggetto selvaggio, realizzato da mani umane e non prodotto in serie in una fabbrica».

«Mi piace creare multipli di un particolare animale- prosegue- un branco di lupi, un’infestazione di topi, faccio sempre un numero dispari perché funziona meglio per l’occhio e il cervello. Sette gufi, originariamente cinque selvaggi e sette lupi. Idealmente mi piace collocare gli animali in un ambiente domestico o industriale. Un modo per sottolineare la necessità di accogliere altri essere viventi in un momento di crisi climatica e di estinzione degli animali».

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(foto dei lupi ad Imperia sono tratte dal profilo instagram dell’artista)