L'intervento

In difesa delle radici cristiane dell’Europa, il vescovo Suetta dal palco della Lega: «Noi incompatibili con l’islam»

«Pretendere di fare un unico mélange è una forzatura. Dobbiamo imparare a convivere nelle rispettive differenze»

Camporosso. Si è aperta con la notizia odierna dell’imam di Birminghan (Inghilterra) che si è lasciato andare a un sermone shock su come lapidare correttamente una donna colpevole di adulterio, la seconda giornata del Bigauda fest di Camporosso, evento organizzato dalla segretaria provinciale della Lega Salvini premier, al quale, questa sera, ha partecipato il vescovo della diocesi Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta. Tra gli invitati a parlare c’erano anche l’europarlamentare Marco CampomenosiAlexandra Massone, deputata del Rassemblement National.

L’adesione di Suetta al dibattito su “Europa e civiltà cristiana” era stato anticipato da alcune polemiche di coloro che non avevano gradito la decisione del vescovo di esporsi pubblicamente dal palco del partito che esalta la leadership del ministro Matteo Salvini. «Per un ecclesiastico la militanza politica è assolutamente esclusa», – ha esordito monsignor Suetta, rispondendo alla battuta del moderatore: «Sono qui perché rivendico la libertà di poter esprimere le mie opinioni ovunque siano disponibili ad ascoltarle. Non ho nessuna velleità di candidarmi in politica».

«Io penso che sia fondamentalmente anti storico aver rifiutato di inserire nella Costituzione europea il riferimento alle sue radici giudaico cristiane. Non è una questione religiosa. Un conto è la professione della fede cristiana, un altro sono le radici giudaico cristiane dell’Europa che sono un dato di fatto. Esse stanno a fondamento della stessa civiltà europea».

«L’Europa – ha continuato il vescovo -, scegliendo di mettere in oblio le sue radici cristiane fino ad arrivare a negarle, se non a contrastarle, rischia il dissolvimento. Credo che questo sia un effetto tipico del nostro contesto culturale post-moderno. Un contesto contrassegnato dall’individualismo. Per me una patologia che spesso viene accettata come un obiettivo da raggiungere con impegno. La civiltà europea nasce da un formidabile incontro tra l’impero Romano, il mondo germanico e l’elemento cristiano. Quest’ultimo ha fatto da catalizzatore e ha animato un percorso lunghissimo di storia, producendo risultati come la democrazia. La grande forza della cultura del cristianesimo è saper coniugare fede e ragione. L’incompatibilità profonda dell’islam con il cristianesimo sta proprio in questo. L’islam non prevede la relazione tra Dio e ragione. Pretendere di fare un unico mélange tra le due tradizioni diventa una forzatura. E’ meglio imparare a convivere nelle differenze. Per poter fare questo è necessario conoscere, custodire e saper tramandare la nostra identità cristiana».

A proposito dell’immigrazione proveniente dai paesi islamici, la deputata Alexandra Massone ha aggiunto: «Francia e Italia condividono una situazione difficile alla frontiera tra Ventimiglia e Mentone. I dati ci dicono che l’immigrazione è aumentata del 50% rispetto all’anno scorso. Il sindaco Di Muro ha ben presente la situazione. Il nostro presidente, Macron, non fa niente per fermare i flussi. L’unica risposta a questo fenomeno può darla un’Europa forte».

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