Entroterra, Croce Rossa di Pieve di Teco, in arrivo il prossimo anno altri due mezzi
Sempre nel 2024 in programma un corso per formare nuovi volontari
Pieve di Teco. Il grande murales dipinto sul muro accogli i volontari e cittadini nella sede della Croce Rossa di Pieve di Teco. Colori sgargianti racconta la sua storia, dalle origini fino ai giorni nostri. È raffigurata una lettiga con cui si trasportavano i feriti, i primi mezzi, volti e nomi che hanno contribuito a far diventare realtà il presidio pievese.
Attiva dai primi anni del 1900 il comitato Croce Rossa di Pieve di Teco, è una realtà attiva e presente sul territorio ed opera ventiquattro ore su ventiquattro in tutta la Valle. Sessanta volontari in totale ma con l’auspicio di formarne di nuovi e giovani il prossimo anno. Nel 2024 arriveranno altri due mezzi a rinforzare il parco auto del presidio, uno grazie adi fondi della Regione e un altro acquistato direttamente dalla Croce Rossa con l’aiuto di una ditta locale.
«Con tanta fatica ma al momento riusciamo ancora a coprire 24 ore su 24 per il servizio di emergenza- prosegue Mitrano- i mezzi di emergenza al momento sono due, un’altra da trasporto e tre autovetture da trasporto di privati e altri tipi di servizi. Al momento siamo circa sessanta volontari».
«Abbiamo in programma l’arrivo di due mezzi- spiega il presidente del Comitato di Pieve Maurizio Mitrano– uno attraverso un progetto importante della Regione che ha finanziato due automezzi,uno per noi e uno per la Croce Bianca di Pornassio che verranno consegnati quanto prima. Sono stati dati in appalto la costruzione di questi due automezzi e speriamo che all’inizio del 2014 di averli a disposizione. L’altro, è un motivo di orgoglio, perché è l’acquisto del comitato di Pieve. Da quando sono presidente del Comitato, ci siamo trovati trovati a combattere con il covid e la pandemia per cui sono stati tralasciati importanti traguardi che dovevamo raggiungere ma che non abbiamo dimenticato. Uno di questi è l’acquisto di un automezzo che con i nostri fondi e il lavoro che tutti i giorni i volontari operano sulle strade della provincia e grazie ad un contributo di una ditta locale».
«Le criticità del presidio dell’entroterra è che siamo distanti da un pronto soccorso, Imperia, venticinque chilometri, Santa Corona 30 chilometri, pertanto bisogna essere sia pronti che preparati e avere un certo bagaglio di esperienza e prontezza per quello che serve per poter fare un soccorso, perché sì che ci sono gli aiuti dell’auto medica però bisogna, essendo distanti da un presidio ospedaliero, fare un notevole sforzo in più rispetto ad altri volontari. Nel 2024 cercheremo di fare un corso, lo scorso anno ne abbiamo fatto uno da cui abbiamo formati due volontari nuovi. La situazione non è delle migliori, non voglio fare il pessimista, anzi sono il primo a creare ottimismo e cercare di vedere le cose abbastanza rosee ma spero che nell’anno che verrà ci possa essere qualche volontario in più».
«Un presidio che è nato nel 1933- spiega Angelo Casella storico presidente del Comitato pievese- stiamo per festeggiare i novant’anni anche se la data certa di fondazione del comitato purtroppo non l’abbiamo. L’archivio è sparito in seguito a numerosi traslochi e ci dobbiamo basare sulle testimonianze che però abbiamo ancora la fortuna e tempo di raccogliere qualche anno fa. Nei primi anni del secolo esisteva un presidio che si chiamava gruppo di soccorso pievese dove il Comune gli aveva dato una sede e un carretto a mano per portare i feriti. I medici condotti del paese formavano i giovani volenterosi per assistere un ferito. Nel 1933 c’è stata la svolta con un incidente grave che ha visto tre malcapitati precipitati nel torrente aiutati dal gruppo del soccorso pievese, curati a Pieve di Teco. Due si sono salvati, uno purtroppo non ce l’ha fatta ma i due superstiti, facoltosi, industriale del vercellese hanno donato al gruppo di soccorso un’ambulanza nuova e di lì si è ufficializzato il sottocomitato di Pieve di Teco».