Bussana Vecchia, borgo a un ente no profit. Biancheri: «Accordo ora o mai più»

19 settembre 2023 | 13:19
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Bussana Vecchia, borgo a un ente no profit. Biancheri: «Accordo ora o mai più»

Questa mattina nuovo tavolo tecnico alla presenza di Comune, Demanio, avvocati dei resilient e ministero delle Belle arti

Sanremo. Il primo ad avanzare la proposta di costituire un ente del terzo settore, nel quale riunire tutti gli occupanti di Bussana Vecchia allo scopo di creare una sorta di borgo-condominio a cui affidare in gestione l’intera frazione, era stata avanzata qualche anno fa dall’ex segretario comunale Tommaso La Mendola. Oggi, quell’idea è tornata di stringente attualità durante la riunione che si tenuta a Palazzo Bellevue alla presenza del sindaco Alberto Biancheri e dell’assessore Mauro Menozzi, dei funzionari del Demanio, degli avvocati dei residenti e dei tecnici del ministero delle Belle arti.

Una riunione convocata per cercare di dare una svolta alle trattative in corso tra i “resilient” – come sono stati ribattezzati gli artisti che hanno contribuito alla rinascita di Bussana Vecchia, dopo il terremoto che l’aveva condannata all’isolamento -, e il Demanio che batte cassa per quelle che sono state giudicate dai tribunali occupazioni abusive di beni dello Stato. Stando a quanto si apprende, le trattative, in stallo da mesi, devono andare in porto in tempi rapidi o il rischio è che saltino del tutto. Anche se di tempo, non certo per colpa dei resilient, se n’è perso a sufficienza: circa 60 anni.

Questo il richiamo arrivato dal primo cittadino, il quale ha parlato di «opportunità da non perdere per rilanciare Bussana Vecchia e farla diventare un gioiello, finalmente accessibile in piena sicurezza». Il sindaco Biancheri ha chiesto con forza alle parti in campo di lavorare per arrivare a un accordo, visto che, proprio a causa dell’impasse in atto, già 15 milioni di euro sono stati distolti dal recupero di Bussana Vecchia per finire sul progetto di riqualificazione della Pigna, così come sono rimasti solo sulla carta i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e resilienza a cui il Comune di Sanremo aveva fatto istanza d’accesso.

Ecco allora ritornare in auge l’ipotesi “ente del terzo settore”. In sostanza, i possessori di case a Bussana Vecchia sono stati invitati a costituire un’associazione no profit che potrebbe ricevere in assegnazione dal Demanio l’intera frazione. L’ente no profit avrebbe il compito di censire gli immobili e redistribuirli ai relativi possessori per il tramite di una concessione. Così facendo, ciascun possessore dovrebbe pagare un canone. Il costo dei lavori di messa a norma verrebbero ripartiti in millesimi, sulla falsa riga di quanto avviene nei condomini. Di pari passo Comune, Demanio, Soprintendenza e ministero delle Belle arti si impegnerebbero a predisporre un progetto definitivo di messa in sicurezza di Bussana Vecchia, con particolare riguardo alle strade e alle chiese diroccate.

Uno degli aspetti più controversi riguarda la messa a norma degli edifici privati. La Soprintendenza si è resa disponibile a valutare caso per caso ogni singola situazione da sanare. Al momento non è disponibile una stima approssimativa degli interventi che i privati dovrebbero mettere in campo. Ultro nodo da sciogliere è legato alla quantificazione del cartelle di pagamento per le occupazioni abusive. Per valutarne un eventuale stralcio occorre tirare in ballo l’avvocatura dello Stato. Viste la mole di questioni da chiarire, la riunione è stata aggiornata alle prossime settimane.

Sul versante giuridico, rimane in sospeso la decisione del Consiglio di Stato riguardo l’ultima sentenza impugnata, emessa del tribunale amministrativo regionale a marzo. Quest’ultimo aveva dichiarato illegittimo il ricorso collettivo degli artisti contro il piano di valorizzazione approvato dal municipio. Firmato dall’architetto Maria Carmen Lanteri del Fai, il  piano di valorizzazione prevede un investimento complessivo di 27 milioni di euro, di cui 20 totalmente a carico del Pnrr, spalmato su 4 anni, dal luglio 2022 al dicembre 2026. Piano osteggiato per la mancata previsione di un diritto di prelazione in favore dei resilient.