Associazione per delinquere per far combattere i cani, reati già prescritti: a processo tre degli undici imputati

26 settembre 2023 | 11:12
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Associazione per delinquere per far combattere i cani, reati già prescritti: a processo tre degli undici imputati

Udienza rinviata al prossimo 24 ottobre

Imperia. Sono rimasti solo tre degli undici imputati iniziali, finiti a processo con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al maltrattamento di animali e all’organizzazione di combattimenti tra cani: per tutti gli altri è intervenuta la prescrizione.

E’ quanto emerso stamane all’udienza di apertura del dibattimento davanti al collegio del Tribunale di Imperia, presieduto dal giudice Carlo Indellicati, con a latere Francesca Minieri e Antonio Romano. Su ventotto capi di imputazione, ventiquattro sono già prescritti, mentre un altro lo sarà il prossimo 2 ottobre: motivo, questo, per cui per otto imputati il resto è ritenuto estinto.

Per il 24 ottobre, data della prossima udienza, alla sbarra restano Maurizio Accardo (difeso dall’avvocato Alessandro Mager), Stefano Bassanese (avvocato Giovanni Passero) e Maurizio Vicinanza (avvocati Angelo Panza e Anna Rossomando).

L’inchiesta, coordinata dal pm Barbara Bresci, era stata condotta nel 2015 dalla squadra mobile di Imperia. Le indagini erano partite quasi per caso, quando una notta del 2015, sulla strada per Perinaldo, un passante udì dei guaiti e dei latrati provenire dal cassone di un pick up. L’uomo chiamò la polizia che scoprì che i lamenti erano di un cane chiuso dentro una gabbia. Da lì gli investigatori risalirono al vicino allevamento di dogo argentini dei fratelli Alessandro e Maurizio Accardo, successivamente finiti sotto inchiesta. Decollarono così le indagini della polizia, che ricostruirono una rete di combattimenti clandestini di cani organizzati tra le province di Imperia, Milano e Torino, e in Serbia.

Oggi il collegio ha rigettato la questione, sollevata della difesa dei soggetti accusati di essere i promotori dell’associazione nell’udienza del 27 luglio scorso, sull’incompetenza territoriale. I legali avevano infatti chiesto il trasferimento del processo a Torino per competenza, in quanto luogo di residenza di due dei tre presunti promotori. «Il processo – ha stabilito il giudice – Si terrà a Imperia».

«Il pm aveva applicato il criterio residuale del codice di procedura penale, mentre il criterio da noi proposto al tribunale, ovvero l’indirizzo di residenza o domicilio dell’imputato, viene prima di quello residuale», ha dichiarato l’avvocato Angelo Panza.

Vista la diminuzione degli imputati, il giudice ha chiesto un’importante scrematura dei testi. Anche perché il processo, per il primo grado di giudizio, dovrà concludersi in un massimo di dieci mesi per evitare che anche gli ultimi capi di imputazione vengano annullati dalla prescrizione.