Negozio da record a Bordighera, “Pagliarella” compie 140 anni





L’intervista a Teresa Pagliarella che, insieme a sorella e nipote, gestisce una delle attività più antiche della città delle palme
Bordighera. Su un metro in legno si legge ancora, sbiadita dal tempo, una data impressa: 1883. E’ l’anno in cui 140 anni fa aprì il negozio “Alla città di Bordighera” in via Vittorio Emanuele II, 103, dove ancora oggi, gli eredi, ne gestiscono l’attività che tutti nella città delle palme conoscono semplicemente con il nome “Pagliarella“.
Si tratta di uno dei più antichi negozi ancora aperti a Bordighera, sicuramente quello che da più tempo, quasi un secolo e mezzo, viene gestito dalla stessa famiglia. Sì, perché ancora oggi, è la famiglia Pagliarella a rifornire abitanti e turisti di tende, lenzuola, coperte e altro materiale per la casa.
A ripercorrere una storia quasi incredibile agli occhi dei giovani, è Teresa Pagliarella, che gestisce il negozio insieme alla sorella Marcella e alla nipote.
«Il negozio venne aperto nel 1883 da Federica Gibelli e, all’epoca era una vera e propria merceria – racconta Teresa – Ancora oggi abbiamo in casa maglie confezionate a mano, tessuti particolari, fettucce e passamanerie». Nel tempo, l’antico esercizio commerciale, uno dei primi ad avere una licenza in provincia di Imperia, si specializzerà nella vendita di tessuti e confezioni e, negli ultimi decenni, in biancheria per la casa.
«Nostro padre, Costantino Pagliarella (classe 1900) – continua Teresa – Era nato in un paese vicino a Roma ed era corazziere della regina. Giunse a Bordighera proprio con la regina Margherita». Qui l’uomo si sposò con Maria Ansaldi, nipote di Federica Gibelli. «Il matrimonio durò poco perché Maria morì giovanissima». Il vedovo Costantino si risposò, nel 1934 con Ennia Biancheri, che darà alla luce due figlie. Nel frattempo, però, continuerà a gestire il negozio con la Gibelli.
«Noi siamo in questo negozio da prima di nascere – sorride Teresa, la più estroversa delle sorelle nonché la primogenita – Nostra madre ci ha portate qui quando ancora eravamo nel suo ventre». E ancora oggi sono loro a servire i clienti, guidandoli nella scelta dei tessuti. Il negozio conobbe una parentesi di “chiusura” solo tra il 1944 e il 1945 quando Costantino venne richiamato alle armi, per combattere durante la seconda guerra mondiale. «In quel periodo il negozio venne affittato a Trucchi che ne aveva già uno a Ventimiglia», ricorda Teresa.
Al termine del conflitto, arrivarono i fondi Unrra (sigla di United Nations Relief and Rehabilitation Administration, ndr), della “Amministrazione delle Nazioni Unite per l’assistenza e la ri-abilitazione” costituita dalle Nazioni Unite per l’assistenza economica e civile alle popolazioni danneggiate dalla guerra. «Ci vennero mandati molti tessuti – spiega ancora Teresa – Quello è stato l’unico periodo in cui avevamo i carabinieri davanti alla porta del negozio, perché c’era moltissima gente fuori che voleva entrare a comprare, probabilmente perché in possesso di tessere per l’acquisto». I clienti erano talmente tanti che per mascherare, almeno un poco, la “desolazione” di un negozio appena riaperto, Costantino Pagliarella fasciava con della carta rettangoli in legno, da posizionare sugli scaffali dell’attività: uno stratagemma per mostrare la ricchezza dell’offerta in un periodo di magra.
Il 30 agosto del 1927 arriva la licenza di vendita: una delle prime in assoluto e ancora conservata gelosamente dalle due anziane sorelle. A firmarla, visto il periodo in cui l’Italia viveva (il “Ventennio” fascista) a firmarla fu il podestà del comune di Bordighera, che con il documento (prima di allora non necessario) dava a Federica Gibelli (all’epoca intestataria della ditta) la licenza ad esercitare il commercio per la vendita al pubblico di stoffe e mercerie a seguito del deposito di una cauzione di mille lire.

Si racconta che quando morì, nella sua villa a Bordighera, la regina Margherita di Savoia, il corteo funebre si fermò un attimo davanti al negozio del corso centrale della cittadina. Venne anche scattata una foto, con il feretro della regnante. Era il gennaio del 1926 e Costantino salutò così la sua regina.
Tra gli altri documenti ancora in possesso di Teresa e Marcella, c’è una sorta di fattura ante litteram con l’intestazione della ditta che aveva rifornito tessuti e scampoli di tela alla casa di riposo Regina Margherita. Era l’agosto del 1939, e la bellissima villa sulla Romana che la regina tanto aveva amato, era ora destinata ai più fragili. L’Italia non era ancora una Repubblica: sul documento ci sono ancora i bolli da dieci centesimi di lire che riportano l’effige del re.

C’è poi una cartolina d’antan, dove si vede bene il negozio che ha ancora il nome “Alla città di Bordighera”. Davanti sta passando un tram e, dall’altro lato, si intravede una carrozza. Uno scatto che immortala un tempo che non c’è più, di cui non resta né il tram né la carrozza. Ma il negozio di tessuti sì, è sempre lì, nello stesso punto e con la stessa famiglia che propone merce di qualità a residenti e turisti.
