Imperia, la visita del partito radicale nel carcere della città

29 agosto 2023 | 18:23
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Imperia, la visita del partito radicale nel carcere della città
Imperia, la visita del partito radicale nel carcere della città
Imperia, la visita del partito radicale nel carcere della città
Imperia, la visita del partito radicale nel carcere della città

«Struttura angusta e con evidenti problemi, ma merita di rimanere al suo posto e mantenuta a capienza, perché bene inserita nella realtà del territorio»

Imperia. «Ho visitato ieri, lunedì 28-8, la Casa circondariale di Imperia.  dopo essermi recato con Deborah Cianfanelli e altri compagni nelle settimane precedenti per il Ferragosto in Carcere del Partito Radicale a La Spezia, Pontedecimo, Marassi, Chiavari, Sanremo e Massa. All’ingresso – spiega Stefano Petrella membro del consiglio generale del Partito Radicale- a farmi compagnia Eleonora Serrati, la piccola Rebecca (sua figlia) e Gian Piero Buscaglia . Mi hanno ricevuto con molta cortesia e accompagnato nella visita l’educatrice Marisa Bonfà (che è rimasta con me per diverse ore), il Vice Comandante e alcuni ispettori».

«A Imperia sono presenti attualmente 68 detenuti sui 53 posti previsti dalla capienza regolamentare, 43 di loro sono stranieri (Marocco e Albania le nazionalità prevalenti), una quarantina i tossicodipendenti (5 in trattamento con farmaci sostitutivi), 28 si trovano in carcere per violazioni della legge sulla droga; 36 i definitivi; un solo detenuto fruisce della semilibertà, nessuno dell’art.21 con ammissione al lavoro esterno».

«Riguardo il personale 48 gli agenti in servizio sui 71 previsti, con grave carenza di sovrintendenti, una sola l’educatrice (su 2 previsti), 2 gli psicologi (1 del SerT e 1 ex-art. 80) a cui da qualche tempo se ne sono aggiunti altri 3 “a progetto”, è presente un mediatore culturale. E’ assolutamente necessaria l’assunzione di almeno un altro educatore, non basta la presenza due volte a settimana “in missione” da Cuneo di un’altra operatrice».

«Decisamente carente l’assistenza medica con copertura soltanto dalle 8 alle 20, una piccola e inadeguata infermeria, la presenza dello psichiatra soltanto una volta al mese, assenza che dura da molto tempo di dermatologo e infettivologo, sempre al palo (per i costi) il progetto di ricupero del piano seminterrato dove avrebbe essere spostata l’area medica; quegli spazi in ogni caso non sono assolutamente idonei a tornare ad ospitare spazi detentivi» .

«Buono (a differenza di Sanremo) il rapporto con la comunità esterna: diversi gruppi, associazioni e volontari operano positivamente da tempo in carcere.  Imperia come noto è un piccolo istituto che soffre gravemente di mancanza di spazi, i due cortili sono di piccole dimensioni (non esiste un campetto), i tre piani detentivi hanno soltanto piccole salette di socialità».

«L’area trattamentale, l’unica che si visita con piacere e senza provare una certa angoscia, è stata ricavata anni fa nel sottotetto (terzo piano): ospita aulette scolastiche, la biblioteca (utilizzata anche come luogo di preghiera dai musulmani), una piccola palestra e una sala dove si tengono riunioni, proiezioni e attività teatrale, al suo posto si era inizialmente progettato di realizzare un ristorante gestito dai detenuti e aperto al pubblico . E’ una bella realtà, ma d’estate il caldo la affligge e la ristrutturazione del 2021 prevedeva di dotarla di impianto di condizionamento, ma si è preferito limitarsi a installare dei ventilatori; andrebbe fatto per poterla utilizzare in pieno anche d’estate».

«Al secondo piano c’è la sezione “a trattamento intensificato” (cioè a custodia attenuata) con celle aperte dalle 8,30 alle 21 (tranne una pausa di 30’ per la conta) e il clima è abbastanza disteso, mentre al piano terra e al primo (regime ordinario) non sono rispettate le 8 ore minime di apertura (stanno fuori dalle celle 5 ore e mezza, integrate da un paio di saletta dove restano comunque chiusi)» .

«Le celle sono da 2 e da 4, ma quelle da 2 escludendo il letto a castello non rispettano i 3mq previsti per detenuto, i pannelli alle finestre (al 1° e 2° piano) tolgono luce diretta, le suppellettili sono fatiscenti e i muri avrebbero bisogno di essere riaffrescati, le docce risistemate nel 2021 (con piastrellatura) non hanno più umidità e muffa, ma dagli scarichi filtrano odori molto sgradevoli e dappertutto li abbiamo visti tappati o coperti, l’acqua calda inoltre arriva scura e rugginosa e in diversi non si fidano nemmeno ad utilizzare la fredda per cucinare, sarebbe opportuno verificare lo stato delle tubature . Anche qui (come a Sanremo, Marassi e Pontedecimo) l’emergenza caldo è stata affrontata senza l’utilizzo di ventilatori elettrici, i detenuti lamentano inoltre i prezzi troppo alti di alcuni generi alimentari del sopravvitto».

«Il rapporto con il personale di custodia e l’educatrice appare sereno, colloqui e telefonate straordinarie sono concessi in buon numero, è possibile commutare un colloquio in presenza in due videochiamate più brevi e gli eventi critici segnalati sono in numero inferiore che altrove; a mancare gravemente è invece la possibilità di accedere alle misure alternative, molti hanno residui pena brevi o sono vicini al fine pena, ma non riescono ad ottenerle».

«La presenza del magistrato di sorveglianza in istituto a quanto pare è rara e tutti se ne lamentano. In conclusione: Imperia è una struttura angusta e con evidenti problemi, ma merita di rimanere al suo posto e mantenuta a capienza, perché bene inserita nella realtà del territorio».

«Qualsiasi ipotesi di sostituirla con un nuovo istituto più grande e lontano dalla città è da respingere, in particolar modo se proveniente da una politica locale che è stata fin qui del tutto incapace e disinteressata ad affrontare e risolvere i problemi del vicino Carcere di Sanremo.  Potrebbe essere invece utile ad affrontarli l’istituzione di un garante territoriale, ma occorre anche che il Parlamento rivolga la sua attenzione verso misure deflattive volte a diminuire il numero eccessivo di persone che scontano pene o residui pena brevi (è questa la vera ragione del sovraffollamento) e a facilitare il loro accesso alle misure alternative, a partire dalla proposta di legge sulla liberazione anticipata ordinaria e speciale di Roberto Giachetti e Rita Bernardini che attende da tempo di essere discussa» .