Imperia, due ex studentesse del nautico a vele spiegate: «Ecco com’è la nostra vita da ufficiale»

2 agosto 2023 | 14:10
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Imperia, due ex studentesse del nautico a vele spiegate: «Ecco com’è la nostra vita da ufficiale»

Le testimonianza di Beatrice Oddone e Micol Martini

Imperia. L’Istituto Nautico Andrea Doria di Imperia continua ad essere una vera fucina di talenti. Sono tanti gli ex studenti che oggi lavorano per compagnie importanti e pare quasi impossibile salire a bordo di una nave e non incontrarne almeno uno. Ma se sono tanti i ragazzi che stanno facendo una importante carriera a bordo, le ragazze non sono da meno e sono sempre di più le studentesse che occupano posizioni di rilievo.

Beatrice Oddone, 21enne di Bordighera e studentessa dall’Accademia Mercantile a Genova è appena sbarcata dalla Costa Pacifica per il secondo dei suoi imbarchi come allieva di coperta. Micol Martini, 22enne di Sanremo, ha concluso l’Accademia Mercantile ed è una delle rare ragazze che hanno scelto la carriera di ufficiale di macchina. Due divise diverse, come settore, ma uguali per determinazione che legano, come un telefono senza fili, tutti gli studenti del nautico in giro per il mondo. A Beatrice e Micol abbiamo chiesto quali solo gli obiettivi, le possibilità, il trattamento riservato ad una donna in divisa che potrebbe arrivare a rivestire ruoli di comando e quanto è stato importante per loro il nautico di Imperia.

«Ho effettuato il mio primo imbarco su Aida Cruises con 4 mesi di navigazione nel nord Europa mentre il secondo, appena terminato, si è svolta sulla Costa Pacifica ai Caraibi e quindi con la traversata fino al Mediterraneo, come allieva di coperta. Dopo cinque anni di nautico ho iniziato l’Accademia Mercantile che prevede 12 mesi di imbarco alternati a periodi di studio a terra. Anche se la percentuale femminile a bordo di una nave è sempre minore rispetto a quella maschile non ho mai trovato persone che mi potessero intralciare per questo motivo e in entrambe le compagnie ho riscontrato una importante visione di meritocrazia. La mia formazione al nautico è stata fondamentale, mi ha dato le basi ma con la vita di bordo si impara tutto quello che non fa parte dei testi scolastici e si riesce a distinguere fra ciò che viene studiato come “cultura” e ciò che realmente viene utilizzato. Il mio obiettivo? Diventare primo ufficiale» spiega Beatrice Oddone.

Diversa l’esperienza di Micol Martini, che passa gran parte delle sue giornate non con la classica divisa “bianca” ma con tuta da ufficiale di macchina, elmetto e cuffie: «Sono attualmente terzo di macchina La mia scelta è ricaduta sul settore macchine per istinto, lo stesso che ho portato avanti nei miei studi e che ho proseguito negli stage su GNV e Grimaldi. Mentre frequentavo l’Accademia ho effettuato un imbarco in Malesia “anomalo”, cper me come per tutti i miei colleghi nel periodo del lockdown: a bordo era presente solo l’equipaggio. Questa prima esperienza mi ha aiutata, nonostante tutto perché avevo molte più persone disponibili ad insegnarmi la pratica a bordo. Non ho mai incontrato altre ragazze in sala macchina, so che siamo poche ma sono soddisfatta della mia scelta e non è mai successo, in nessuna compagnia, di percepire mancanza di rispetto. Dopo l’Accademia ho continuato sulla Costa Crociere e sono quindi passata ad Aida, dove imbarcherò fra pochi giorni per un contratto di 2 mesi ai Fiordi. Il mio obiettivo? Essendo macchinista la cosa più bella sarebbe diventare direttore in futuro, ma essendo una donna c’è anche quello di avere una famiglia».

Consigli per i futuri allievi del nautico: «Bisogna essere decisi e consapevoli nei propri obiettivi partendo dal presupposto che questa carriera non significa essere in giro per il mondo in “vacanza”. E’ uno stile di vita particolare che da molte soddisfazioni se si è intraprendenti, decisi e stimolati nel fare questo lavoro» commenta Beatrice. «Non bisogna avere paura a reinventarsi, anche se si capisce dopo anni che quella che si è intrapresa non è la propria strada. Alcuni abbandonano l’Accademia ad un passo dal terminarla: io consiglio di concluderla, non si può sapere cosa riserva il futuro. Se si pensa di aver fatto la scelta sbagliata, perché questo lavoro è un lavoro e non una vacanza come pensano molti, è importante arrivare alla fine, a cambiare c’è sempre tempo» conclude Micol.

Micol Martini
Beatrtice Oddone