Giovane trovata morta in carcere, a Riva Ligure l’addio ad Azzurra Campari

19 agosto 2023 | 17:12
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Il vescovo: «La Chiesa non concede nulla, ma perdona tutto. Il mondo concede tutto, ma non perdona nulla»

Riva Ligure. «Ciao Azzurra salutaci tutti». Una folla commossa ha detto addio, nel pomeriggio, ad Azzurra Campari: la 28enne trovata morta lo scorso 11 agosto nel carcere Lorusso e Cutugno di Torino, dove era detenuta per scontare una pena di poco più di due anni.

Nella chiesa parrocchiale “San Maurizio” di Riva Ligure, a stringersi intorno alla bara bianca coperta di rose, lisianthus e ortensie, su cui gli “irriducibili” della Sanremese hanno appoggiato una maglia della squadra di cui Azzurra era ultrà, sono stati i familiari e gli amici, che per la giovane hanno preparato uno striscione e un canto.

E poi un cartello, scritto in corsivo, che arriva dritto al cuore come un pugnale: «Nella vita si impara che le apparenze non fanno la persona, o i valori, si impara che non sempre la giustizia è data da chi ce la promette – si legge -; Non sempre la normalità è per tutti uguale, non sempre ciò che sembra è… Non è vero che ognuno ha quel che si merita, tante cose scontate per alcuni sono rese vere e forti da quello che ti è successo, che il tuo messaggio arrivi forte, come è forte il nostro dolore».

A celebrare la messa è stato il vescovo della diocesi di Ventimiglia-Sanremo Antonio Suetta, che dopo aver ricordato come da poco tempo, Azzurra, avesse iniziato un piccolo percorso spirituale che la stava avvicinando alla chiesa, nella sua omelia ha sottolineato il dolore per l’accaduto: «Sono state circostanze di estrema solitudine e questo ci fa ancora di più soffrire. Vi voglio assicurare, e lo dico con profonda partecipazione, durante il tempo del mio servizio sacerdotale ho avuto, la ritengo una grazia, di svolgere per cinque anni il ministero come cappellano nel carcere ed ho purtroppo accostato tante volte persone che drammaticamente sentivano il peso di questa solitudine». E ancora: «La Chiesa non concede nulla, ma perdona tutto. Il mondo concede tutto, ma non perdona nulla».

Alla fine della cerimonia, gli amici hanno intonato una canzone che la giovane amava molto: “Ohne Dich” (Senza Te) dei Rammstein, gruppo di cui era appassionata. E poi i fumogeni, come allo stadio, per salutare Azzurra, per sempre.