Funerali Michela Murgia, il vescovo Suetta: «Data la parola a persone che hanno espresso pensieri difformi a dottrina cattolica»
«Molte persone mi hanno comunicato la loro sofferenza a cui unisco anche la mia»
Sanremo. «Non intendo parlare della persona Michela Murgia, che ha vissuto un’esperienza drammatica e faticosa in relazione alla malattia e che ora ha compiuto il passaggio della morte ed è nel giudizio di Dio. A lei il rispetto che si deve a ogni persona. Desidero soltanto fissare un attimino l’attenzione sull’aspetto pubblico di Michela Murgia, come scrittrice e soprattutto in relazione ai contenuti del suo contributo culturale». A dirlo, in un video pubblicato su YouTube e sulla pagina internet della diocesi di Ventimiglia Sanremo, è il vescovo Antonio Suetta, che ha espresso alcuni pensieri sui funerali, svoltisi a Roma, della scrittrice e attivista sarda Michela Murgia, morta nei giorni scorsi a 51 anni a causa di un cancro che l’aveva colpita.
«Molte persone mi hanno comunicato la loro sofferenza a cui unisco anche la mia – ha detto Suetta – Nel vedere che in chiesa, conclusa la celebrazione delle esequie e ancora in un contesto liturgico e di un luogo sacro, è stata data la parola a persone che esprimono convinzioni e pensieri difformi dalla dottrina cattolica e lo hanno fatto in modo anche, a mio parere, un poco sguaiato, suscitando una serie di applausi quasi come tifo da stadio e atteggiamento da festa, che mi pare davvero improprio sia nella circostanza delle esequie sia soprattutto nel contesto di un luogo sacro».
Il vescovo ha posto sotto accusa il pensiero di Michela Murgia, i cui scritti si sono sempre posti in contrasto con la dottrina cristiana: «Mi limito a difinirla una scrittrice, in quanto considerarla una teologa, come è stato fatto in questi giorni, mi sembra eccessivo – dichiara -. Le battaglie, così è stato detto, che Michela Murgia ha portato avanti, erano legate a sue convinzioni personali e a esperienze di vita, ma il suo contributo culturale, in moltissimi casi è stato stato apertamente in contrasto con l’insegnamento della chiesa e della dottrina cattolica, in particolare per la concezione della famiglia e altri argomenti molto importanti, come aborto, eutanasia e altre situazioni del genere».
Senza entrare nei particolari delle battaglie per i diritti intraprese dalla scomparsa intellettuale di sinistra, il vescovo ha affermato: «Chiaramente rimane per ogni persona la libertà di pensiero e di espressione e anzi questa libertà può essere valido contributo a un dialogo che va verso l’approfondimento delle varie tematiche. Diverso è accordarsi a un coro pressoché unanime di approvazione, perché le sue esternazioni e convinzioni corrispondono al pensiero oggi dominante e questo non è conveniente e corretto farlo anche dal punto di vista cristiano, perché la fede cristiana e la dottrina cattolica su questi argomenti hanno visione differente».