Escalation di follia e poi la morte, la ricostruzione dell’incidente di Vessalico
Tutto è iniziato ieri, a Loano, quando il giovane ha rubato uno scooter
Vessalico. E’ un crescendo di follia ad aver portato alla tragica morte di Nicolas Sansonna, 23 anni, originario di Chieri (Torino), deceduto nel pomeriggio sulla strada statale 453 della valle Arroscia, a Vessalico, dopo una fuga a bordo di una moto rubata a Ceriale.
Tutto è iniziato ieri, a Loano, quando il giovane ha rubato uno scooter. La proprietaria del mezzo chiama la polizia locale di Ceriale che, grazie alle immagini del circuito di videosroveglianza, localizza il motociclo dalle parti di via Romana. Alla guida del ciclomotore c’è un giovane, senza casco e con diversi tatuaggi sulla testa. Solo in un secondo momento si scoprirà che è proprio il 23enne. Scattano così le ricerche e, verso le 13 di oggi, sempre grazie ai filmati, gli agenti (alcuni in divisa, altri in borghese) riescono ad arrivare sotto casa del giovane e iniziano a cercarlo, chiedendo ai residenti se lo conoscono.
A quel punto è lo stesso Sansonna a palesarsi, uscendo sul terrazzo. Quando vede gli uomini in divisa inizia a dare in escandescenze. Stessa cosa aveva fatto la notte precedente, quando aveva lanciato un seggiolone su un’auto parcheggiata in via Romana.
E’ sempre il 23enne, ricostruiranno poi gli agenti, ad aggredire il personale sanitario dell’ospedale Santa Corona dove era stato ricoverato. In un eccesso di follia prende a schiaffi due infermieri, un medico specializzando in ortopedia e il medico di reparto. Per fermalo, sono dovute intervenire tre volanti dei carabinieri e una della polizia locale. Ma nonostante questo, il ragazzo è nuovamente libero di tornare a casa.
E’ qui che lo trovano, oggi, gli agenti della polizia locale andati a chiedergli conto del furto dello scooter. Quando li vede, l’uomo comincia a lanciare oggetti dal terrazzo e manca per un soffio il commissario Massimo Sanguineti, che stava per essere colpito da una caffettiera, che invece finisce sull’auto di servizio, infrangendone il parabrezza. Per motivi di sicurezza viene addirittura chiusa la strada, tra l’altro in un momento in cui circolano molti turisti.
E non è tutto. All’improvviso, sempre restando sul terrazzo, Sansonna si cosparge il corpo con un liquido (forse olio), afferra un coltello da cucina e inizia a minacciare i passanti. A questo punto scende per strada, dove gli agenti cercano di fermarlo, per evitare di andare verso il centro, armato. Ma lui non desiste e con la lama inizia a strisciare sull’asfalto. A quel punto, un po’ camminando e un po’ correndo, si dirige verso Albenga. Qui, dopo un chilometro di percorso, interviene anche una pattuglia della radiomobile dei carabinieri e il ragazzo si infila in un terreno agricolo.
Agenti e militari continuano a cercarlo e lo trovano mentre lui, dopo aver scavalcato un recinto, sta tentando di rubare un’auto. Pochi istanti dopo minaccia col coltello un poliziotto in borghese, che si trovava in vacanza e lo rapina della moto, una Kawasaki, che era sul ciglio della strada con le chiavi inserite. Quindi, in sella alla moto, inizia a correre in direzione di Campochiesa. Lo inseguono pattuglie della polizia locale e dei carabinieri. A Villanova si perdono le sue tracce. A folle velocità si era diretto verso Pieve di Teco. Continuano a cercarlo fino al tragico epilogo. Il giovane nel frattempo, nella sua folle fuga, aveva perso il controllo della moto a Vessalico, ed era morto.
Per catturarlo si era mobilitato un vasto contingente di forze dell’ordine: la radiomobile dei carabinieri di Albenga, con i militari di Pieve di Teco e di Ceriale, la polizia locale di Ceriale con il suo comandante Ivan Soardi, che aveva messo a disposizione tre pattuglie in borghese. Ma nulla è valso a fermarlo prima che fosse troppo tardi.
Il tratto di statale dove è avvenuto il tragico incidente viene chiusa al traffico: sarà riaperta solo dopo alcune ore, nel tardo pomeriggio, al termine dei rilievi dei carabinieri.