Dolceacqua, Fausto Bertinotti ricorda Barbadirame: «L’opera d’arte è la sua vita»

11 agosto 2023 | 19:08
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Discepolo di Picasso a partire dal 1959, nato nel Borgo dei Doria, Barbadirame morì a metà gennaio 2010, a Bordighera, all’età di 87 anni

Dolceacqua. «Lo ricordo come una persona molto gradevole e molto interessante, ma qui lo ricordiamo come artistica, anche se Barbadirame è una di quelle persone in cui l’essere artista e la vita della persona stessa sono inscindibili. Lui stesso è un’opera d’arte, la cui scena è questo paese con queste lavandaie sotto il ponte che era stato immortalato da Monet, ma senza la vita del popolo e Barbadirame ce l’ha messa».

A dirlo, ricordando “Barbadirame“, al secolo Mario Raimondo, nel centenario della sua nascita, è l’onorevole Fausto Bertinotti: l’ex parlamentare e segretario di Rifondazione comunista, giunto nella sala consiliare del comune di Dolceacqua per una conferenza dedicata all’artista, per il quale è stata allestita una mostra proprio nella sede del municipio “Raimondo Barbadirame – 100 anni” con l’esposizione di alcune delle sue opere.

«E’ interessante ricordare un personaggio di un mondo che è stato un mondo importante – ha aggiunto Bertinotti nel corso del suo intervento – Un mondo da cui abbiamo cose da imparare, ma che è un mondo che non c’è più. Barbadirame ha vissuto un tempo in cui c’è stato chi ha cambiato la pittura nel mondo, Picasso, e il fatto che una persona che viveva in un piccolo paese, allora sconosciuto, potesse stringere la mano e parlare con Pablo Picasso a me pare una cosa sconvolgente».

Discepolo di Picasso a partire dal 1959, nato nel Borgo dei Doria, Barbadirame morì a metà gennaio 2010, a Bordighera, all’età di 87 anni. Ma la sua opera resta e resterà per sempre. «Una persona in questa terra che si dedica all’arte, che cambia il suo nome nell’arte e traduce il suo mondo – sottolinea Bertinotti -. L’opera d’arte era lui. L’opera d’arte è la sua vita».

Un quadro, in modo particolare, ha colpito l’onorevole: raffigura delle capre che dipingono e fumano. «La trasfigurazione dell’umano in un animale, se ci pensate, è una cosa modernissima, una sorta di trascendenza – ha detto – Come le capre vive, animate, che fanno tutto quello che fanno gli uomini. Si può dire che Barbardirame anticipa Sgarbi, solo che invece di usare la capra come invettiva, lui la usa per dire di questa umanità, che è fatta anche di animalità».

Al termine della conferenza, è stata offerta all’onorevole una bottiglia numerata della cantina Maixei di Dolceacqua Superiore D.O.C. dedicata al centenario di Barbadirame.