Cosio D’Arroscia, il Situazionismo “ritorna” nel luogo di origine con una giornata di approfondimento
Giuliano Arnaldi: «Queste persone nel ’57 avevano capito che la trasformazione profonda nel rapporto tra le persone, tra le comunità e che la vita sarebbe diventata sempre di più condizionata dallo spettacolo, dall’apparire e non dall’essere»
Cosio D’Arroscia. Il situazionismo è tornato ieri nel suo paese di origine a Cosio d’Arroscia dove tutto è nato in una calda giornata di luglio del 1957 durante i festeggiamenti delle nozze tra Piero Simondo e la neo sposa Elena.
Una giornata interna dedicato al movimento che si è diffuso in Europa e che ha portato il paesino dell’Alta Valle Arroscia ad essere conosciuto in tutto il mondo ancora ai giorni nostri, perché di situazionisti in giro ai giorni nostri ce ne sono ancora.
«Possiamo dire che dal ’57 un movimento che è nato in questo piccolo paese, a poi incendiato l’Europa e poi il mondo- spiega Giuliano Arnaldi, uno degli organizzatori del convegno- i pensatori più significati, la dorsale strutturale del sessantotto parigino nasce con le persone che in questo paese fondarono l’Internazionale Situazionista».
Ma qual è la filosofia dell’Internazionale Situazionista? «Si potrebbero dire tante cose e i primi ad aversene a male sarebbero i situzionisti- prosegue Arnaldi- l’intuizione geniale di quel movimento fu di capire che vivevamo e saremmo vissuti sempre più nella società dello spettacolo. Queste persone nel ’57 avevano capito che la trasformazione profonda nel rapporto tra le persone, tra le comunità e in generale che la vita sarebbe diventata sempre di più condizionata dallo spettacolo, dall’apparire e non dall’essere e questo molti anni prima che nascessero i social media o la televisione stessa perché nel 1957 era agli albori. Pensare che noi siamo spettatori di una vita che non ci appartiene più, che non consumiamo nemmeno più è un’intuizione geniale, questo per ciò che riguarda la dimensione politica sociale. Per quanto riguarda la dimensione artistica i situazionisti hanno sdoganato una libertà di espressione assolutamente geniale ed importante mettendo in ridicolo anche i meccanismi culturale dell’arte».
Un movimento che ha preso campo in tutti gli aspetti della quotidianità tra cui anche il cinema.
«Io l’ho individuato nel montaggio- spiega Alfio Lanati– che all’inizio della storia del cinema nasce in Russia, in America di prediligono più le inquadrature lunghe mentre in Russia i tagli veloci e quindi il montaggio. Il riferimento è anche filosofico in quanto il cinema russo e Debord hanno lo stesso riferimento a Marx quindi alla sua dialettica tesi, antitesi e sintesi, dove tesila prima immagine che vediamo, antitesi la seconda e la sintesi è quello che ci viene in mente».
Non c’è un collegamento tra il poeta portoghese Pessoa e il stiuazionismo anche se entrambi hanno in comune l’avanguardia e la ricerca dell’io anche se con mezzi diversi.
« L’ipotetico legame- spiega Roberto Francavilla, docente di portoghese all’Università di Genova- viene fuori dal concetto di avanguardia. Il situazionismo è all’avanguardia e viene dopo parecchio tempo ma alcuni concetti sono necessari e li dobbiamo capire attraverso il novecento. Fernando Pessoa è all’avanguardia perché crea per primo una dimensione esistenziale di composizione dell’io che contemporaneamente anche altri geni del ‘900 fanno come lettura dal punto di vista medico, Freud con la psicoanalisi, dal punto di vista della scienza con Einstein e naturalmente dell’arte con Picasso. Nella letteratura, naturalmente Pirandello, Svevo, Kafka, non sono in contatto con questo straordinario personaggio che fa dell’avanguardia la propria ragion d’essere, per lo meno nella prima parte della sua esistenza. Allora alcuni concetti avanguardisti che noi ritroviamo nel primo Pessoa che filtra con il futurismo, Pessoa dell’intersezionismo forse si possono trovare traccia possibile per riscrivere una storia dell’avanguardia del ‘900».
« È stata un’altra bella giornata all’insegna del situazionismo con questo convegno che ha visto tra i relatori anche Amelia Simondo la figlia di Piero uno dei fondatori del movimento. L’amministrazione comunale – afferma il sindaco Antonio Galante– tiene molto a portare avanti questa particolare parte di Cosio e quindi abbiamo istituito una commissione cultura con persone del settore che potranno aiutarci perché solo con le capacità possiamo portare avanti ed elevare questa forma di cultura. Ci sono un po’ di idee da sviluppare ma sicuramente ogni tassello in più serve a farci crescere ulteriormente e speriamo che sempre più persone ci vengono a trovare».
«Una bella giornata- spiega il presidente della Pro Loco Fabio Gravagno– Cosio nonostante sia un piccolo paese di montagna ha anche sette musei di cui uno a cielo aperto. Il museo fiori eduli, delle erbe , della banda , i cartelami, attrezzi del grano, uno spazio simondo e situazionismo, e la casa degli artisti. Noi ci mettiamo tutto l’impegno possibile ma le carenze che abbiamo nell’entroterra sono enormi, a partire per esempio dalla mancanza di un medico condotto, uno per tutta la Vallata non basta purtroppo, la viabilità e ovviamente il trasporto pubblico che è praticamente inesistente».