Carceri liguri, i sindacati: «Un nuovo provveditorato non basta, bisogna investire nella sanità»

28 agosto 2023 | 07:24
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Carceri liguri, i sindacati: «Un nuovo provveditorato non basta, bisogna investire nella sanità»

«Molte delle criticità in carcere avvengono ad opera di detenuti affetti da problemi psichiatrici»

Il segretario regionale dell’unione sindacati polizia penitenziaria,  Guido Pregnolato. sottolinea l’attuale situazione delle carceri nella provincia di Imperia e non solo, in merito all’ordine del giorno presentato in Consiglio Regionale da Fratelli d’Italia con il quale viene richiesta l’apertura in Liguria del Provveditorato per l’Amministrazione Penitenziaria. «Cui Prodest?” Sicuramente non giova alla Polizia Penitenziaria, né alla collettività. Ringraziamo il consigliere regionale Stefano Balleari per l’attenzione alle carceri liguri, ma non condividiamo la sua proposta, considerato che esiste già una sede distaccata del Provveditorato, proprio a Genova con attualmente del personale impiegato. A questo punto è lecito domandarsi se è ancora utile un distaccamento. Detto ciò, va comunque fatta chiarezza. La nostra regione fa parte di un distretto penitenziario che comprende anche il Piemonte e la Valle d’Aosta con a Torino la sede del Provveditorato. Istituirne un nuovo, esclusivamente per la Liguria, significherebbe, in primis, un’ulteriore spesa per i contribuenti. Basti pensare che a capo di tale struttura va assegnato un dirigente generale che, come è noto, oltre a percepire uno stipendio tabellare di oltre 110.000 €, va aggiunto un trattamento accessorio specifico annuo di circa 45.000 €. In secondo luogo, istituire un nuovo Provveditorato significa anche un ulteriore dispendio di risorse umane, personale che verrebbe distolto dagli organici, già in grave sofferenza, degli istituti penitenziari. Ad oggi, in Liguria, si registra una carenza di 119 poliziotti, 890 unità impiegate a fronte delle 1009 previste. Una carenza d’organico che si registra in tutti i ruoli, ad esempio la Casa Circondariale di Imperia è priva di un Comandante appartenente alla carriera dei Funzionari di polizia. Non solo, la responsabilità degli uffici del Provveditorato a chi verrebbe affidata vista la grave carenza che affligge anche la dirigenza penitenziaria? Infatti, da diversi anni, le case circondariali di La Spezia, Chiavari e la stessa Imperia sono prive di un direttore».

«Nemmeno il sovraffollamento carcerario che è un problema cronico a livello nazionale, è risolvibile con l’apertura di un Provveditorato. Attualmente, nella nostra regione, vi è un esubero di 270 detenuti, nel dettaglio, su una capienza di 1110 posti letto sono presenti 1379 reclusi, praticamente tutta la popolazione carceraria ligure è quasi pari a quella della sola casa circondariale di Torino. Un dato che deve far riflettere. Semmai, la politica regionale dovrebbe attivarsi a livello centrale chiedendo al Governo di dichiarare lo stato di emergenza delle carceri. Una misura che permetterebbe l’utilizzo di maggiori risorse da investire, ad esempio, nella costruzione di nuove strutture, come un carcere nella provincia di Savona, assente ormai da 7 anni. A livello regionale, inoltre, per diminuire il disagio lavorativo della Polizia Penitenziaria e contrastare il fenomeno delle aggressioni, suggeriamo di istituire un tavolo sulla sanità penitenziaria che, appunto, fa a capo alla Regioni. Molte delle criticità in carcere avvengono ad opera di detenuti affetti da problemi psichiatrici e sono proprio queste persone con una personalità borderline che non trovando collocazione nelle Rems, vengono ubicati, in modo spesso indifferenziato, nelle sezioni ordinarie comuni delle carceri, dove aggrediscono il personale, devastano le celle con ingenti danni all’erario e vengono poi trasferiti, da un istituto all’altro, dove ciclicamente compiono i medesimi gesti di violenza, diventando un pericolo per sé, per gli altri detenuti e specialmente per gli operatori. La nostra proposta a tutela dell’integrità psico fisica dei poliziotti è che la Regione dia inizio ad un tavolo istituzionale con il Ministero della Giustizia, affinché si individui in Liguria un carcere dove collocare questi detenuti affetti da disturbi mentali in modo da gestirli sotto il profilo sanitario. Quindi, tramite un piano condiviso di investimenti, dotare l’ipotetica struttura con un numero adeguato di operatori sanitari specializzati, tra cui psichiatri, psicologi e tecnici della riabilitazione psichiatrica, in modo che il detenuto malato mentale venga preso in carico dal servizio sanitario ed affidato ad un programma terapeutico, perché, ribadiamo, la sola custodia da parte della Polizia Penitenziaria o la mera presa in carico prettamente di tipo farmacologica, come ad oggi avviene per l’esiguo numero di ore a disposizione dei medici psichiatri, non produce a lungo termine effetti evolutivi e responsabilizzanti per il detenuto che continua ad aggredire e a compiere disordini» conclude il segretario.