Ventimiglia, niente Coop in via Tacito: il Tar dà ragione ai cittadini. Annullato il permesso di costruire

13 luglio 2023 | 18:20
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Ventimiglia, niente Coop in via Tacito: il Tar dà ragione ai cittadini. Annullato il permesso di costruire

A presentare ricorso erano stati alcuni residenti. La sentenza

Ventimiglia. I residenti di via Tacito hanno vinto un’altra battaglia: il Tar della Liguria, infatti, con sentenza pubblicata oggi ha accolto il ricorso presentato dagli abitanti contro la realizzazione di un supermercato Coop (per conto della Talea Società di Gestione Immobiliare S.p.A. e di Coop Liguria S.C.C) in un terreno antistante la scuola dell’infanzia del quartiere Asse-Logge.

Una pratica, quella della Coop, che il 5 agosto 2021 aveva spaccato la maggioranza dell’allora sindaco Gaetano Scullino, poi caduta anche per le decisioni assunte in merito all’approvazione del progetto in consiglio comunale.

Costruendo la Coop tra via Tacito e vico Arene, la società attuatrice avrebbe realizzeto un parcheggio pubblico con 70 posti auto, rifatto tutti i marciapiedi di via Tacito, garantito la pedonalizzazione davanti all’asilo, rifatto l’illuminazione e realizzato un tratto di viabilità tra via Tacito a via Cabagni Baccini. Per questo parte della maggioranza e alcuni componenti della minoranza avevano deciso di votare a favore della pratica. La Lega, contraria alla realizzazione della Coop, aveva votato contro e si era autosospesa, abbandonando l’assise e lasciando la maggioranza della quale faceva parte in bilico per oltre un mese. Aveva votato contro anche il consigliere di maggioranza Giuseppe Palmero, mentre Ino Isnardi (Fdi) non era presente in aula. Quel giorno, tra il pubblico, erano comparsi molti striscioni che manifestavano il dissenso degli abitanti (vedi foto).

«Il progetto impugnato (con le conseguenti ricadute urbanistiche, edilizie e commerciali) – si legge nella sentenza pronunciata dalla sezione seconda del tribunale amministrativo regionale della Liguria – Riguarda l’insediamento nel centro abitato di Ventimiglia di una media struttura di vendita con 1210 mq di snv, con conseguente sensibile impatto sulle proprietà degli immobili limitrofi. Il pregiudizio riguarda la vivibilità dei singoli immobili e il loro valore commerciale e la stessa giurisprudenza amministrativa, condivisa dal Collegio, ha precisato che costituisce “dato di comune esperienza che la realizzazione ex novo di una media struttura di vendita altera sensibilmente la situazione dell’area quanto meno in termini di volume di traffico veicolare e di disponibilità di parcheggi, con una complessiva e significativa alterazione del quadro preesistente” con conseguente riconoscimento della legittimazione ad agire e dell’interesse dei soggetti residenti nella zona”».

I ricorrenti hanno lamentato «che alla base degli impugnati atti che hanno approvato la variante non vi sia alcun effettivo interesse pubblico ritenendo che “non costituisce motivo di pubblico interesse tale da giustificare la variante urbanistica il fatto che il proponente verserebbe nelle casse comunali rilevanti somme a titolo di contributo di costruzione e di contributo straordinario (ex art. 38 LR. 16/2008) ovvero realizzerebbe le opere di urbanizzazione per consentire la corretta urbanizzazione della zona trattandosi di obbligazioni di per sé già imposte dalla legge e dal PUC per l’approvazione di varianti al PUC o di PUO a carico del proponente” (così il punto 1 del motivo in esame)». Una doglianza che, secondo i giudici del Tar, merita di essere accolta.

«La censura è ammissibile atteso che i ricorrenti non hanno censurato il merito delle scelte discrezionali, ma hanno dedotto la violazione del “principio fondamentale” secondo cui l’approvazione dei piani urbanistici e delle loro varianti sottende l’esistenza dell’interesse pubblico, quale presupposto indefettibile della funzione pianificatoria»,aggiunge il Tar, che sentenzia: «Gli atti pianificatori impugnati sono illegittimi per difetto dell’interesse pubblico».

Accolto ciascuno dei motivi che hanno portato al ricorso, tra cui quello relativo al rumore: «l’attivazione di tali strutture», si legge riferito al supermercato, comporta «inevitabilmente la generazione di emissioni acustiche a carico degli immobili prospicienti o limitrofi dovute al funzionamento degli impianti di refrigerazione industriale attivi 24 ore su 24, al carico e allo scarico delle merci e alla raccolta dei rifiuti effettuati spesso in ore destinate al riposto, nonché emissioni odorigene causate dai rifiuti e dagli imballaggi in attesa di raccolta […] Tali profili incidono sul diritto alla tranquillità, al riposo e alla salute dei residenti che costituiscono interessi pubblici costituzionalmente tutelati (art. 32 Cost.) e che devono essere sempre valutati in sede pianificatoria, specie nei casi di proposte di varianti al P.U.C. supportate da una contropartita economica fornita da un proponente privato».

La storia della “pratica Coop”

Quella che viene comunemente chiamata “pratica Coop” ha inizio con la precedente amministrazione comunale, guidata dal sindaco (oggi consigliere comunale di minoranza e consigliere regionale) Enrico Ioculano (Pd). In quel periodo la Talea presentò un progetto dalla duplice finalità commerciale e residenziale. Malgrado il benestare del Comune, che aveva approvato la pratica, alcuni privati presentarono ricorso al Tar e, in secondo grado, il Consiglio di Stato dichiarò che non era possibile accorpare i due distretti (quello residenziale e quello commerciale). La variante, insomma, è possibile soltanto per l’esercizio commerciale. A questo punto la Talea presentò una diversa proposta per realizzare una media struttura di vendita nel terreno di via Tacito che aveva acquistato, nei pressi del Liceo scientifico, dove attualmente si trovano alcune serre dismesse. Perché la società possa avere l’ok a costruire, bisogna che l’amministrazione accerti nuovamente l’interesse pubblico, come già avvenuto all’epoca di Ioculano.
Nell’ottobre del 2020, la società depositò una prima variante, ma il Comune fece notare che quella proposta non andava bene per motivi tecnici e l’architetto progettista, Marisa Zilli, si offrì di modificarla. Il progetto così modificato è stato presentato ai capigruppo, ma non ancora depositato in Comune. Rispetto al precedente, nel nuovo si prospettano parcheggi al piano superiore aperti h24 ad uso pubblico, con accesso separato rispetto a quelli sotterranei. Al di sopra dei parcheggi, verrà realizzato un “tetto verde.