Cronaca

Sanremo, detenuto aggredisce e ferisce ispettore

Fabio Pagani, UIL: «Sono ormai più di centoventi al mese gli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria che subiscono violenza fisica»

polizia penitenziaria

Sanremo. Aggressione nel carcere di Sanremo ieri pomeriggio dove un detenuto magrebino ( con reati di omicidio), ristretto in quarta sezione, ha tentato di aggredire un detenuto. Subito l’intervento della Polizia Penitenziaria ma il detenuto si è scagliato contro gli agenti intervenuti, brandendo un piede di un tavolo e ferendo un ispettore che ha riportato una prognosi di dieci giorni. Il detenuto, 38 anni, era stato arrestato lo scorso cinque luglio a Sanremo.

«Solo grazie al cordone , scudo fatto dagli uomini della Polizia Penitenziaria, si è riusciti a bloccare e immobilizzare il detenuto a mani nude – precisa Fabio Pagani sindacalista della UIL – ogni giorno nelle carceri si registra un vero e proprio bollettino di guerra, con feriti e, talvolta, qualche morto, per la violenza scatenata da detenuti di fatto vittime anche loro dell’inefficienza del sistema e abbandonati a sé stessi al pari degli operatori. In attesa di conoscere il dato ufficiale sul numero degli aggrediti, prima secretato e poi promesso dai vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, dalle nostre stime, approssimate per difetto, sono ormai più di centoventi al mese gli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria che subiscono violenza fisica. Servono dunque interventi urgenti ed equilibrati, quanto tangibili, nei maggiori penitenziari che consentano di affermare la presenza dello Stato. Certo è che non si può continuare a restare inermi a fronte di omicidi, suicidi, e disumane aggressioni».

«Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria deve mettere in campo una strategia immediata, anche prevedendo l’impiego del Gruppo Operativo Mobile (GOM) e assicurando una guida, con un comandante della Polizia penitenziaria e un direttore, in ogni carcere. Di certo, non si può continuare a restare supini a fronte dello sfacelo imperante»conclude Pagani

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