Sanità, presidio CGIL: «Lista di attesa che durano anni, chi non riesce a curarsi si reca al Pronto Soccorso»
Il segretario regionale Maurizio Calà: «Su 220 mila imperiesi, gli ingressi qui al Pronto soccorso sono 81 mila, di cui i codici verdi sono 46 mila»
Imperia. Un lungo percorso di mobilitazione a livello nazionale, regionale e anche provinciale per difendere la sanità pubblica. Questo il motivo del presidio di questa mattina davanti all’Ospedale di Imperia dove almeno un centinaio di partecipanti si sono riuniti per protestare delle lunghe attese non solo nei pronto soccorsi della provincia ma anche delle lunghe liste di attesa per effettuare una visita che comporta una «privatizzazione indiretta della sanità- spiega Fulvio Fellegara, segretario provinciale della CGIL- che già oggi stiamo vivendo, chi può permetterselo va dal provato e paga, chi non può permetterselo rinvia le cure oppure le sospende. Così non va bene, serve una campagna di assunzioni straordinaria. Questa Asl spende quasi 4 milioni in un anno per i medici a gettone, quattro volte tanto il costo di un medico normale per tappare buchi senza dare continuità di assistenza e poi non siamo assolutamente contrari alla formazione. È giusto che ogni azienda compresa l’Asl la faccia anche ai propri dirigenti, pensare che in un momento in cui le persone non si curano o fanno fatica a curarsi qualcuno spenda i soldi per fare un corso di rafting denota quanto sia scollegato dalla realtà di chi dirige a volte la politica di questo territorio. Ci sono tempi e modi, c’è il buongusto e il buon senso che sono venuti a mancare. Bisogna stare con i piedi per terra, lavorare per nuove assunzioni, lavorare per mantenere pubblico il servizio sanitario locale».
La sanità non è un problema solo in provincia di Imperia in tutta la regione la politica di Giovanni Toti è fortemente criticata
«Il dato che questa regione abbia problemi strutturali viene dal fatto che siamo la prima regione al Nord per mobilità sanitaria-spiega Maurizio Calà segretario regionale della CGIL- quindi la Regione Liguria finanzia per 400 milioni di euro le strutture sanitarie delle altre regioni. Questo significa che i liguri non trovano più la risposta sanitaria adeguata. Ovviamente ci sono provincie e provincie, quella di Imperia è una provincia disastrata di suo e qui non abbiamo solo un problema di sanità, abbiamo problemi di infrastrutture, vari problemi che si sommano, e in questa provincia il dramma è ancora superiore. Abbiamo i dati sulle liste di attesa dove per una visita cardiologica ci vogliono 194 giorni ci vogliono 108 giorni per fare un ecodopler. Siamo di fronte ad una condizione per cui la gente non riesce a curarsi e questo determina che le persone vanno al pronto soccorso, tant’è che su 220 mila imperiesi, gli ingressi qui al Pronto soccorso sono 81 mila, di cui i codici verdi sono 46 mila. Siamo di fronte al fatto che chi non riesce a curarsi va al Pronto Soccorso che ovviamente si inceppa e ci sono otto- nove ore media di attesa in una situazione dove gli ospedali si spartiscono le eccellenze sanitarie con la vicenda di Bordighera che è incredibile in una provincia come questa dove si dovrebbe rafforzare la sanità. Tutto questo non si realizza in un piano socio-sanitario regionale è assolutamente inadeguato, parla di ospedali nuovi, parla di case di comunità ma non risolve liste di attesa di pronto soccorsi che sono un problema di oggi e non del domani».
«L’idea dell’Ospedale Unico- prosegue Calà- di dividere tutto in ospedali unici è una sciocchezza, il problema anche della pandemia ha fatto rilevare che ci vogliono dei luoghi dove si faccia alta specializzazione ma noi abbiamo bisogno di dare la cura sul territorio quindi se ci sono 46 mila codici verdi non c’è la medicina territoriale. Quindi, poi decidere pure di accorpare il sistema degli ospedali significa ancora di più aggravare la situazione che c’è. La privatizzazione dell’Ospedale di Bordighera è una sciocchezza, idea di privatizzare la sanità inItalia anche questo governo azionale, il prossimo anno ci saranno 3 miliardi in meno quindi piangeremo lacrime e sangue altro che fare le assunzioni. Chiedere la privatizzazione in un luogo come questo è sbagliato perché il provato va dove c’è da guadagnarci ,il pubblico invece deve garantire la salute. In una provincia come quella di Imperia dove c’è la difficoltà oggettiva a curarsi, alle infrastrutture noi rischiamo di dare al provato un pezzo di eccellenza pubblica. Negli ultimi dieci anni la sanità pubblica ha tagliato 41 miliardi e la stessa cifra è stata spesa dagli italiani nella sanità privata».