Procuratore di Imperia Lari su riforma della giustizia: «Davvero è la separazione delle carriere il problema della magistratura?»

19 luglio 2023 | 22:33
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Riflessione sulla presunta volontà, che ha suscitato una bufera, di cancellare il concorso esterno in associazione mafiosa

Camporosso. «Ascoltando il giudice Gian Carlo Caselli mi sono venute due cose da pensare. La prima: ho iniziato la mia carriera nel 1992 e facevo il giudice a Marsala. Ho fatto nove anni il giudice tra Marsala e Asti, poi ho fatto il pubblico ministero. Oggi Caselli ci ha raccontato tante storie di alcune persone, tra cui lui stesso, e ha parlato di Borsellino, ha parlato di Falcone che ha fatto il giudice istruttore e ha fatto il pm, e mi è venuta questa riflessione: tutte queste persone che ha citato nella loro carriera in magistratura hanno fatto sia il giudicante che il pubblico ministero e quindi siamo proprio sicuri che il problema della magistratura sia la separazione delle carriere?». 
Il procuratore capo della Procura di Imperia, Alberto Lari, è intervenuto così, in serata, all’evento organizzato da Libera contro le Mafie al centro Falcone di Camporosso, per il 31esimo anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Borsellino e cinque agenti della sua scorta.

Dopo aver ascoltato, per oltre un’ora e mezza, l’intervento del collega Gian Carlo Caselli, che ha ripercorso la storia della lotta alla mafia dal 1992 in poi, il procuratore ha portato l’attenzione sulla riforma della giustizia in corso, contestata da molti magistrati di peso, tra cui lo stesso Caselli, che ha dedicato la sua vita a combattere la criminalità organizzata.

Oltre al ricorrente tema della separazione delle carriere dei magistrati, puntualmente in agenda quando si parla di riformare la giustizia in Italia, Alberto Lari ha toccato anche l’argomento relativo alla presunta volontà di abolire il concorso esterno in associazione mafiosa, che ha suscitato polemiche a seguito delle dichiarazioni, alcuni giorni fa, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che aveva ipotizzato di “rimodulare” il reato.
«Completando il discorso di Caselli – ha dichiarato il procuratore di Imperia – Una seconda riflessione che volevo fare, cercando di attualizzare le cose, che secondo me è il modo migliore per rendere onore alla giornata di oggi e al sacrificio dei colleghi e delle forze dell’ordine, è questa: siamo così sicuri, faccio una domanda retorica, voi sapete già qual è la risposta, che sia così importante abolire il concorso esterno in associazione mafiosa?».
Per rafforzare la sua tesi, il procuratore ha portato l’esempio di tre sentenze di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa pronunciate nel 2022: tre casi in cui, per ricavare un profitto, i condannati hanno volutamente e consapevolmente aiutato le mafie.

«E’ stato condannato – ha detto Lari – Un imprenditore che nel settore delle onoranze funebri, in cambio della garanzia di operare in regime di monopolio, metteva a disposizione dell’associazione mafiosa l’attività commerciale, corrispondendo periodicamente alla stessa somme di denaro, in modo da consentire la pianificazione dell’attività di controllo illecito in quel settore. Cioè, avevamo una persona che si curava di questa attività delle onoranze funebri, che metteva la propria attività a disposizione dell’associazione mafiosa e che l’associazione mafiosa faceva lucrare provocandogli tutti i diritti. Questa è una cosa che, se togliamo il concorso esterno, non è qualificabile in altri reati: ma siamo sicuri che sia una condotta lecita quella di una persona che consapevolmente aiuta l’associazione mafiosa, divide i propri guadagni, si fa aiutare dall’associazione mafiosa per avere più clienti degli altri, compiendo un’attività di concorrenza non sleale, ma di più, praticamente avendo il monopolio?».

L’intervento del procuratore è stato più volte interrotto dagli applausi del numeroso pubblico in sala.