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Francesca Gasperi e Maurizio Gerini di ritorno dal Madagascar: «Aiutateci a fare un pezzetto di strada anche voi»

23 luglio 2023 | 07:02
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La gente muore perché non riesce a raggiungere l’ospedale, il racconto dei due piloti

Chiusanico. La strada della speranza, progetto di Padre Floriano Strapazzon a cui stanno contribuendo i piloti Maurizio Gerini e Francesca Gasperi sta prendendo corpo ma c’è ancora tanto da fare. Di ritorno a casa dopo un lunghissimo viaggio, dodici Stati migliaia di chilometri macinati sulle due due ruote, Gerini e la Gasperi raccontano com’è la situazione in Madagascar e quello che per noi può essere scontato e di tutti giorni per le popolazioni che abitano là sono miracoli che aspettano di essere realizzati. Sessantamila persone circa sono distanti 80 chilometri dal primo ospedale, la strada esiste a malapena, sembra un sentiero di montagna difficile da percorrere anche a piedi. La gente rischia ogni giorno.

maurizio gerini francesca gasperi maurizio gerini francesca gasperi

Un ragazzo del villaggio di Morafeno è stato ferito da un bue mentre lavorava. Non è servita la corsa disperata di Padre Floriano per cercare di portarlo all’ospedale. Il ragazzo non ce l’ha fatta. Velomena morirà di un cancro al seno perché, anche lei, non ha potuto raggiungere un ospedale prima per la diagnosi e poi per essere curata. Sono solo alcune storie quotidiane della situazione in Madagascar, lontano dai resort per turisti e alle comodità di chi può permetterselo. La bellezza di quei luoghi fa a pugni con la dura realtà della morte e della rabbia di non riuscire a salvare vite umane solo per una strada. Che c’è ma è praticamente impraticabile dove anche i fuoristrada fanno fatica a percorrerla. Un viaggio, quello per i due piloti, che apre realtà lontane da noi ma non per questo i sogni non possono diventare realtà.

maurizio gerini francesca gasperi maurizio gerini francesca gasperi

«Siamo appena rientrati dal Madagascar con il cuore pieno di emozioni e con qualche lacrima perché la situazione lì è dura. Abbiamo fatto dodici Stati- spiega la pilota Francesca Gasperi– partendo da Imperia e siamo arrivati fino a Jedda con mille vicissitudini però andate tutte bene però per arrivare in Madagascar abbiamo spedito le moto da Jedda a Genova e abbiamo dovuto prendere un aereo e siamo andati in Madagascar via aerea per via delle problematiche che ci sono in Africa con le guerre. Arrivati lì siamo andati da Padre Floriano, abbiamo preso un’altra moto ed è stato un mondo incredibile da scoprire giorno dopo giorno. Questa raccolta fondi per noi è importantissima a maggior ragione adesso che siamo rientrati perché abbiamo visto le necessità che ci sono, dobbiamo aiutare questo progetto di Padre Floriano che è la strada della speranza. Ad oggi siamo arrivati all’incirca a sedici mila euro e ne servono ancora perché la strada che vogliamo costruire collega tantissimi villaggi, sono circa 60 mila persone che vivono lì, al primo centro dove c’è un’assistenza medica sono 80 chilometri. Siamo andati anche dalla Governatrice che ci ha dato la sua massima disponibilità, ci fornirà i mezzi per poter sistemare questa strada però ci vogliono i fondi. Dobbiamo dare una mano per poter finanziare i ragazzi che lavoreranno per questa strada lì e la benzina dei mezzi».

«A soli 20 anni- si legge nella descrizione del progetto su Gofoundme- Padre Floriano parte con destinazione Madagascar, per la precisione nella regione Ihorombe a sud-est dell’isola. A detta sua, un luogo veramente dimenticata da Dio.
In questo luogo ha poi dedicato tutta la sua vita per accogliere, aiutare, istruire i 60.000 abitanti sparsi nei vari villaggi: ha costruito scuole, chiese, un impianto idroelettrico. Una vera e propria missione che lo ha portato a progettare assieme ad amici volontari e costruire una strada che collegasse i villaggi con il luogo dove si trova l’ospedale di Iakora. La governatrice della regione ha constatato che il collegamento è necessario ed ha messo a disposizione i macchinari per l’intervento definitivo di ripristino e la costruzione di qualche ponte. Ma c’è tutta la parte di mano d’opera, carburante e materiali che resta scoperta ed è una cifra importante».

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«Abbiamo preso il nome dal viaggio della Speranza il progetto di Padre Floriano Strapazzon – spiega Gerini- un missionario incredibile, ora 85enne ma che sessant’anni opera in Madagascar e ha fatto tantissime buone azioni e ora vorrebbe vedere circa sessanta mila persone che possano accedere ai servizi base. Sono isolati dal mondo e senza strade di collegamento e quello che faremo noi è andare giù e verificare la situazione e documentare il più possibile tramite i nostri social e soprattutto durante il viaggio fare una raccolta fondi e portare un po’ di soldini per terminare questa strada».