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Ex tennis club di Ventimiglia, Ventrella (FI): «Andare lì è come andare nel Bronx»

11 luglio 2023 | 15:08
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Ex tennis club di Ventimiglia, Ventrella (FI): «Andare lì è come andare nel Bronx»

Il consigliere di maggioranza: «E’ diventato il centro migranti che non abbiamo»

Ventimiglia. «Quello è diventato il centro migranti che non abbiamo, perché lì adesso ci stanno i migranti, ce ne sarà una quarantina lì dentro: ogni volta che fa il blitz la polizia se li porta via con il furgone, non con le macchine. Se siamo arrivati a questo è che purtroppo avete preso una decisione che poteva essere ponderata sicuramente meglio. Invece oggi andare lì è come andare nel Bronx. La situazione è degenerata dal punto di vista urbanistico e strutturale: c’è una situazione di abbandono totale. In questo momento, se andiamo là, sono convinto che ce ne troviamo almeno venti o trenta di migranti, e bene o male serve a quello».

Lo ha dichiarato ieri sera, in consiglio comunale, il consigliere di maggioranza Franco Ventrella (Forza Italia), rispondendo alle dichiarazioni del consigliere di minoranza (ed ex sindaco) Gaetano Scullino, sul tennis club di Peglia, a Ventimiglia, nell’ambito della discussione del quarto emendamento presentato dalla consigliera Tiziana Panetta alle linee programmatiche del mandato politico-amministravo per il periodo 2023-2028.

La richiesta di Panetta, di inserire tra le linee programmatiche dell’amministrazione guidata dal sindaco Flavio Di Muro una particolare attenzione alle strutture sportive, è degenerata in un serrato confronto sul tennis club, gestore per settant’anni dei campi di Peglia, oggi abbandonati al loro destino.

Il consigliere Ventrella ha sollevato perplessità nei confronti delle proposte di Tiziana Panetta: «Ci sta parlando di fare dei palazzetti, degli impianti sportivi nuovi, quando nella precedente amministrazione di cui faceva parte in maniera anche importante, è stato adottato un provvedimento che ha portato alla chiusura del tennis club di Ventimiglia, con tutta la sua struttura. Quando si è al timone del carrozzone si prendono decisioni discutibili, per cui a questa voglia di far crescere la città con impianti nuovi, io direi di cercare di non chiudere quelli vecchi con motivazioni pretestuose».

Un commento, questo, che ha portato alla luce vecchie ruggini con l’ex sindaco Gaetano Scullino, accusato di aver fatto chiudere il tennis club. «Sono un socio fondatore del club fondato nel 1977 – ha detto quest’ultimo -. Invito tutti ad andare a vedere in che condizioni si trova oggi, perché non è chiuso, i tre campi agibili continuano a essere agibili e la gestione è provvisoriamente affidata al Ventimiglia Calcio. A seguito dell’alluvione (tempesta Alex), due campi sono completamente pieni di fango, la palestra si è distrutta e l’allora direttivo aveva fatto un programma di risanamento molto interessante, che aveva vinto anche un bando,  poi, per motivi diversi, non ha sottoscritto il contratto. Quindi, non sottoscrivendo il contratto, ha chiuso i battenti».

A Ventrella ha risposto anche Panetta: «Forse no sa che quella che ha chiamato “eccellenza urbanistica” è in una zona inedificabile o, per lo meno, in attesa dell’arginatura e del sottopasso di via Freccero, opere che potranno far cambiare qualcosa.
Avevamo fatto un bando e aveva partecipato lo storico gestore del club, poi lei sa benissimo perché l’ex gestione sportivo non ha avuto l’aggiudicazione, quindi non confondiamo i nostri cittadini con dei proclami che non corrispondono a quella che era la realtà dei fatti».

A rincarare la dose è stato il consigliere di maggioranza Gabriele Amarella (Forza Italia), che ha preso la parola per chiedere a Scullino: «Ma lei è fondatore o affondatore del tennis club?». Una provocazione alla quale Scullino non poteva non rispondere: «Non sono l’affondatore – ha detto – L’affondatore è stata una parte l’alluvione e una parte la mancanza del Durp (dichiarazione unificata di reddito e patrimonio, ndr) e delle norme legali per poter continuare a gestire una grande realtà come quella che era il Tennis Club Ventimiglia che vantava almeno 300 soci, costruito con i fondi privati, con quote da 500mila Lire, da più di cento persone che da subito hanno versato questi soldi. L’affondatore è chi, man mano, ha perso quote di mercato, chi non ha investito, e ha continuato, per ovvie ragioni che adesso è inutile dire, a mantenere la presidenza o il consiglio di amministrazione, arrivando a consegnare le chiavi di questa struttura. Io le chiedo, lei (Amarella, ndr) che adesso finalmente è consigliere, di andare a vedere com’è. Come è stata consegnata è rimasta. Io non sono un affondatore, io sono uno che costruisce, che fa ponti, non li distrugge. Io sono per fare, ma nella legge. Non si possono fare delle proroghe quando non si possono fare le proroghe. Lei è rimasto un pochettino deluso, lo capisco, ma se le proroghe non si possono fare, non si possono fare».

«L’invito del consigliere Scullino di andare a vedere la situazione com’è oggi è meglio che non lo raccogliete perché se andate là vi mettete le mani nei capelli – ha risposto Ventrella -, E vi posso assicurare che quando sono state consegnate le chiavi all’allora sindaco Scullino la situazione era completamente diversa, perché la club house era perfettamente agibile, così come spogliatoi e i tre campi confinanti con i campi da calcio. Per cui quello che sta dicendo il consigliere Scullino non è assolutamente vero: la situazione non era questa. Per quanto riguarda le proroghe, per alcune situazioni, con i cavilli giusti, si possono trovare. E’ stata una decisione di metterci in difficoltà, siamo stati presi e messi fuori».