Badalucco, quasi 1000 persone in piazza per dire “No!” alla diga

28 luglio 2023 | 23:31
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«Il rispetto del più importante principio umano è la libertà di vita»

Badalucco. Quasi 1000 persone sono scese in piazza a Badalucco questa sera, 28 luglio, per dire un secco “No!” alla diga, in una protesta pacifica ma decisa, che vede ancora una volta la Valle Argentina al centro di una complicata vicenda legata alla situazione idrica.

1963, 1984, 2023: queste le date in cui la diga ha fatto e continua a fare paura a Badalucco, una paura e insieme un coraggio che hanno animato in modo compatto la protesta di questa sera, nella volontà della popolazione di schierarsi in maniera decisa contro un progetto che non è ben accetto nella parte alta della Valle e che, se per alcuni rappresenta una soluzione, per altri equivale ad una catastrofe. Il problema affonda le radici nel primo progetto della diga di Glori del 1949. L’11 novembre 1963 tutto venne poi fermato mentre nel 1984 l’Enel subentrò provando a riportare in auge i lavori, poi definitivamente bloccati fino ad arrivare all’incognita di oggi, 2023.

Come è stato dichiarato negli incontri che si sono susseguiti in questi ultimi mesi: «I cittadini della Valle Argentina dichiarano la loro ferma opposizione a qualsiasi tipo di diga e di invasi sul torrente Argentina». La protesta di oggi ha inoltre  ricordato due sindaci che si sono battuti per fari sì che la diga non diventasse una realtà: Gianfranco Moro e Filippo Boeri.

«A chi pensa che il non “voler”dare acqua ad altri sia mancanza di solidarietà va ricordato che Badalucco fornisce abbondantemente acqua ai paesi della costa (in primis Sanremo) tramite le sorgenti di Argallo e di Ciabaudo. Va anche ricordato che il voler prendere l’acqua dell’Argentina non risponde di certo solo a una necessità di acqua potabile, bensì ai bisogni dispendiosi delle città della costa. Per combattere aspetti di crisi idrica, sarebbe ben più opportuno avere rispetto di ciò che già esiste sul territorio e quindi impegnarsi nella manutenzione di tubature, beodi, ecc. Un dato fornito da Ente competente ricorda che nel nostro territorio vi è una dispersione di acqua pari al 40%. Infine – aggiungono i cittadini scesi in piazza – vogliamo ricordare l’affermazione fatta nel 1984 dall’allora sindaco Moro: il rispetto del più importante principio umano è la libertà di vita».