Badalucco, il “No!” alla diga spiegato in 13 punti dai cittadini
«Per tutti questi motivi noi diciamo forte e chiaro il nostro NO A INVASI E DIGHE sul torrente Argentina»
Badalucco. Un fiume, per rimanere a tema, di persone ha invaso venerdì sera il centro di Badalucco per dire un forte “No!” alla diga che potrebbe essere attivata a Glori. I cittadini della Valle Argentina dichiarano la loro ferma opposizione a qualsiasi tipo di diga e di invaso sul torrente, con una dichiarazione di 13 punti. Questo il documento diffuso durante la manifestazione:
1) L’affermazione del rispetto “del più importante principio umano: la libertà di vita” (frase scritta nel Comunicato stampa del 1984, controfirmato dai tecnici dell’Enel e dagli Amministratori, con firma del sindaco di allora, Gianfranco Moro). Gli abitanti vogliono infatti poter vivere una vita serena senza la minaccia di una diga o di un invaso sopra la testa.
2) Considerato il terreno franoso (non c’è bisogno di essere degli esperti per verificare quante frane abbiamo sul nostro territorio), considerato che alcune zone della nostra Valle, come l’abitato di Glori, sono costantemente monitorate per la minaccia di uno scivolamento verso il basso, considerato che la zona della Valle Argentina è all’interno dell’area 2 nel quadro di sismicità, che nella Valle esistono frequenti fenomeni di collassamento profondo sia di origine gravitativa, sia di origine tettonica e sismo tettonica, si ritiene che in nessun punto la Valle possa ospitare un qualsiasi tipo di invaso.
3) Considerato che nei cosiddetti cambiamenti climatici si registra sempre più il fenomeno di bombe d’acqua. si ritiene ancor più pericoloso avere sulla testa una diga (e cioè è valido sia sopra sia sotto Badalucco).
4) I danni causati dalle ultime alluvioni, dove uno sbarramento dovuto ad alberi e massi ha procurato una improvvisa e massiccia mole d’acqua che si è riversata nella valle, distruggendo, tra l’altro, il ponte di Meosu, in parte il ponte di Ravezza, ha smantellato la sede stradale di Desteglio, ha invaso il parcheggio auto in Badalucco, certamente insegna no quanti disastri e vittime potrebbe procurare uno sbarramento sul torrente (e si parla di invasi di 15 metri, cioè di una struttura pari all’altezza di un palazzo di 5 piani).
5) La scarsità di acqua riguarda anche noi, e se l’acqua dell’Argentina venisse convogliata in altre direzioni, certamente ne soffrirebbe tutto il nostro territorio. Rimarremmo, come suol dirsi, a secco.
6) Lo sbarramento delle acque condurrebbe ad uno sconvolgimento dell’ecosistema, snaturando un ambiente che è tra i più belli e attraenti delle nostre zone.
7) A chi pensa che il non “voler”dare acqua ad altri sia mancanza di solidarietà va ricordato che Badalucco fornisce abbondantemente acqua ai paesi della costa (in primis Sanremo) tramite le sorgenti di Argallo e di Ciabaudo. Va anche ricordato che il voler prendere l’acqua dell’Argentina non risponde di certo solo a una necessità di acqua potabile, bensì ai bisogni dispendiosi delle città della costa.
8) Si ricorda che per combattere aspetti di crisi idrica, sarebbe ben più opportuno avere rispetto di ciò che già esiste sul territorio e quindi impegnarsi nella manutenzione di tubature, beodi, ecc. Un dato fornito da Ente competente ricorda che nel nostro territorio vi è una dispersione di acqua pari al 40%. Inutile è poi ripensare che i lavori per la diga effettuati negli anni ’60 hanno soppresso numerose vene di acqua.
9) Occorre osservare che il paese di Badalucco non avrebbe più un torrente, che non ci sarebbe più nessun laghetto, nessun cucco dacqua. l’Argentina è un simbolo del nostro paese (ma anche riferimento per i parso circostanti), e assicura benessere al cittadini locali e una potenzialità turistica notevole per l’intera valle.
10) Occorre osservare che avere un invaso sulla testa comporterebbe un notevole deprezzamento delle nostre proprietà: cioè una diminuzione considerevole del valore delle nostre case, delle nostre campagne, delle nostre attività
11) Occorre aggiungere che la costruzione di invasi favorirebbe lo spopolamento (purtroppo già in atto) in quanto ben pochi vorrebbero investire e ristrutturare in un luogo infido.
12) Occorre un’ulteriore considerazione. Come anni fa, ci può essere chi pensa che dalla costruzione di invasi (come si tende a dire oggi) possano venir fuori “proposte vantaggiose” per i paesi, quasi a voler contrattare un prezzo. A tale argomentazione è doveroso rispondere con un principio morale: e cioè che tutti (e in particolar modo persone che hanno cariche pubbliche) prima di pensare ai vantaggi debbono chiedersi se ciò che decidono sia giusto oppure no.
13) Infine, si vuole far presente che la sicurezza della gente, la serenità di vita, e la bellezza della nostra Valle Argentina non sono in vendita per 55 milioni di euro, anzi NON sono in vendita a nessun prezzo.
«Per tutti questi motivi noi diciamo forte e chiaro il nostro NO A INVASI E DIGHE sul torrente Argentina» concludono i manifestanti.