Crisi

Asl1 Imperia, nulla di fatto nel vertice in Prefettura: sindacati sul piede di guerra

Lavoratori pronti allo sciopero se le loro istanze non verranno ascoltate

Imperia. Pausa obbligatoria, buoni pensa con trattamento diverso a seconda della “tipologia” di lavatore, e flessibilità dell’orario di ingresso al lavoro. E’ su questi argomenti che stamani, in Prefettura a Imperia, si è svolto un vertice presieduto dal prefetto, Valerio Massimo Romeo, che ha visto da una parte le rappresentanze sindacali degli operatori della sanità e dall’altra l’Asl1 imperiese.

Un vertice che però non ha portato ai risultati sperati. Anzi. Dopo quasi due ore di discussione, i sindacati hanno lasciato il palazzo delusi, tanto da aver deciso di proseguire lo stato di agitazione e, se non si troverà una conciliazione con l’azienda, proclamare lo sciopero.

«L’assenza del dottor Stucchi è la dimostrazione di quello che intendono loro (Asl1, ndr) per relazioni sindacali, che non è quello che intendiamo noi, né quello che intendono i lavoratori – ha puntualizzato Alessandro Petrini, segretario funzione pubblica Cgil Imperia -. Tutto quello che abbiamo chiesto era a favore dei lavoratori, tutto quello che hanno fatto loro va a sfavore dei lavoratori: non è questo il modo per avere un confronto. Abbiamo soltanto avuto delle informative e delle disposizioni che poi si sono alternate e modificate nell’arco dei mesi. Tra l’altro, non abbiamo mai ricevuto risposta alle nostre osservazioni, alle nostre pec inviate, dove richiedevamo di rivedere queste disposizioni, confrontandoci, come previsto dal contratto». Sulla tipologia di disposizioni per le quali è stato chiesto un confronto, Petrini spiega che erano inerenti «l’orario di lavoro, ma anche disposizioni che regolamentano in maniera diversa il personale, con disparità di trattamento tra il personale turnista h24, quello turnista h12 e il personale amministrativo. Vengono create disparità, con disposizioni retroattive che partono già ad aprile, applicate in maniera diversa a seconda della tipologia di lavoratore. Non va bene. L’ultima, ad esempio, riguarda il buono alla mensa. L’azienda ritiene che, soltanto perché alcuni lavoratori fanno un orario diverso da altri, debbano pagare un importo cinque volte superiore rispetto ai colleghi che fanno lo stesso lavoro e lavorano per la stessa azienda. Quelli che pagavano 1,03 euro, come previsto, fino a poco tempo fa, da domani pagheranno 6 euro». 

«Abbiamo chiesto incontro con il prefetto per conciliare, come da contratto nazionale, lo scontro attualmente in atto sugli orari di lavoro e la pausa – ha affermato Rizziero Verde (segretario regionale ligure Fials), all’uscita del palazzo di governo – L’azienda ha modificato gli orari in modo unilaterale, in barba al contratto nazionale, che prevede sia oggetto di concertazione con le parti sindacali».

Da parte loro, i sindacati hanno chiesto la revoca degli atti aziendali mentre la Prefettura ha lanciato la proposta alternativa  di sospendere gli stessi per qualche giorno, in attesa di trovare un punto di incontro. Proposta, questa, non accolta dall’Asl.

«L’incontro ha avuto esito negativo, c’è stato un mancato accordo – dichiara Nico Zanchi, coordinatore funzione pubblica Cisl Fp -. La Prefettura ha cercato di portare a una sospensione di tutti gli atti che hanno portato alla vertenza di tutti i sindacati. Non è stata accettata da parte dell’azienda, che comunque è stata rappresentata dalla delegazione, ma non si è presentato il direttore generale e questo lo abbiamo preso molto male perché significa che non ritiene di presentarsi in queste occasioni e questa è una mancanza di rispetto, non tanto per noi, ma per tutti i lavoratori che si aspettavano delle risposte. Abbiamo registrato una risposta che non può essere soddisfacente perché va a toccare solo un punto, quello sulla flessibilità, e tra l’altro neanche nella maniera che ci auspicavamo».

Per quanto riguarda la flessibilità degli orari di lavoro, i sindacati contestano in particolare la nuova disposizione che vede i lavoratori costretti a entrare in servizio tra le 7,30 e le 8, e non più le 8,30 come in precedenza. «Chiediamo una maggiore flessibilità per far sì che il personale, e soprattutto le donne, abbia la possibilità di uscire in tempo per andare a prendere i propri figli e ottemperare alle esigenze della vita privata con quelle lavorative», spiega Verde.

Contestata anche la pausa obbligatoria di trenta minuti che deve coincidere con la pausa pranzo, pena l’aumento del monte ore di lavoro, da 36 a 38 e mezzo a settimana, per chiunque dovesse prenderla in orario diverso.

«Le nostre richieste erano di riportare il tavolo di trattativa tra sindacati e azienda ad un livello di serietà e di condivisione su tematiche per le quali l’azienda ha preso decisioni unilaterali, come ad esempio sull’orario di lavoro, la pausa, la mensa, e tante altre disposizioni – ha spiegato Riccardo Ronca, Uil Fpl Ponente Ligure – Abbiamo chiesto di rivedere le disposizioni, da parte di Asl non c’è stata questa volontà e quindi noi saremo costretti ad andare avanti con tutte le rimostranze che questo comporta: il blocco di straordinari, il blocco di tanti istituti non obbligatori da parte dei dipendenti, e si potrà arrivare allo sciopero».

COMUNICATO UNITARIO DEI SINDACATI SU MANCATO ACCORDO CON ASL1, clicca sulla scritta per visualizzare il documento