Armo, Pro Loco mon amour, 49 anni di attività, il presidente Mauro Richermo: «Ora passerò il testimone ai giovani del paese»

9 luglio 2023 | 07:40
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Armo, Pro Loco mon amour, 49 anni di attività, il presidente Mauro Richermo: «Ora passerò il testimone ai giovani del paese»
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Armo, Pro Loco mon amour, 49 anni di attività, il presidente Mauro Richermo: «Ora passerò il testimone ai giovani del paese»
Armo, Pro Loco mon amour, 49 anni di attività, il presidente Mauro Richermo: «Ora passerò il testimone ai giovani del paese»

Le attività storiche sono la sagra del pan fritu, il concorso di poesia dialettale i cui vincitori saranno svelati il 30 luglio prossimo

Armo. Una storia iniziata durante i primi anni del 1970 quella della Pro Loco di Armo, paesino dell’entroterra di Imperia, in Alta Valle Arroscia grazie all’intuizione del farmacista imperiese Silvestri che soggiornava nel borgo. A quasi mezzo secolo di vita (il prossimo anno si taglierà il traguardo dei cinquant’anni ) l’attività della Pro Loco, superando le difficoltà del covid e del lockdown, è ancora attiva con la storica sagra del Pan Fritu, le Veglie d’Armo, concorso di poesia dialettale giunta alla diciassettesima edizione, e il torneo di bocce che si svolge ogni martedì sera. I partecipanti arrivano da ogni paesino della Valle per sfidarsi tra boccini, tiri perfetti, altri meno, tante risate e voglia di stare assieme. Cinquanta i soci della Pro Loco che  hanno anche aperto un bar dove passare alcune sere tutti assieme. Molti i giovani, a cui chi ha visto nascere, la Pro Loco sta passando il testimone perché «loro sono il futuro della nostra Valle». Un’attività non sempre facile perché reperire i fondi è difficile e loro si “mantengono” in vita grazie all’autofinanziamento e alla Sagra del Pan Fritu da cui provengono gli introiti maggiori.

pro loco armopro loco armo

« La Pro Loco di Armo- spiega il presidente Mauro Richermo–  è nata grazie al dott. Silvestri un farmacista di Imperia che ha avuto l’idea di formare la Pro Loco nel 1974. All’inizio eravamo una quindicina di soci, e una delle prime attività sono state le corse campestri che si sono svolte qui in paese. Negli anni successivi siamo riusciti a portarle a San Bernardo dove abbiamo iniziato a fare la sagra del pan fritto ad agosto. Siamo stati i primi a fare questo pane e dopo di noi le hanno fatte le altre pro loco. Le difficoltà sono state tantissime, a causa del covid abbiamo perso due anni di manifestazione di San Bernardo e abbiamo dovuto integrarci con i fondi degli anni precedenti. Adesso ci stiamo riprendendo discretamente bene grazie ai giovani che abbiamo».

« Dall’anno scorso abbiamo ripreso la festa del pan fritu- spiega Daniele Colombo vicepresidente della Pro Loco- è stato difficile, siamo cinquanta soci ma attivi una quindicina e giovani siamo pochi, ci sono una quindicina di bambini ma speriamo che tra dieci anni anche loro ci diano una mano. Per ora non riceviamo nessun fondo, con la sagra di san Bernardo riusciamo a ricavare qualcosina che mettiamo da parte anche grazie ad un’altra festa che si svolge il 30 luglio che sono Le Velie d’Armo, nonché il raduno degli armensi».

Un altro fiore all’occhiello della Pro Loco di Armo è il concorso di poesia dialettale “Le Veglie D’Armo”.

« Abbiamo ricevuto venti poesie dialettali non solo provenienti dalla Liguria ma anche un paio extra regionali e questo è un motivo di orgoglio – spiega Debora Cacciò- anche perché questa è una manifestazione culturale molto piccola per certi versi anche elitaria dato il tema dialettale e ripartire dopo lo stop dovuto al covid non è stato semplice. Abbiamo raccolto l’entusiasmo di chi è iscritto anche nei più giovani e ci siamo rimboccati le maniche. La volontà è sempre la stessa quella di cercare di fare da catalizzatore delle nostre tradizioni orali e popolari, farne tesoro e trasmetterle alle nuove generazioni e riuscire a capire quali sono state le nostre radici del passato e quindi costruire un ponte verso il futuro e l’evoluzione di quello che verrà. Le Veglie d’Armo p nata grazie ad una poesia “regordu d’Armo” scritte dal professor Magaglio e all’epoca la sindaca Maura Barbera ha avuto l’ispirazione di creare questo evento per rendere omaggio a tutta la tradizione orale che le nonne e i nonni intorno al fuoco in passato raccontavano ai nipotini perché all’epoca le tv non esistevano e le forme di intrattenimento erano questi racconti e queste favole e si è evoluto nel corso degli anni in questo evento di poesia dialettale. Per il futuro c’è qualcosa in cantiere ma non si può rivelare molto. Prima parlavamo dei metodi di autofinanziamento oltre alla Sagra di San Bernardo e le Veglie d’Armo nonché il raduno degli armensi, abbiamo aperto il bar della Proloco che è sostenuto dai nostri soci, d’estate viene aperto il martedì, giovedì, sabato e la domenica prevalentemente serale, partecipiamo sempre all’expo della Valle Arroscia sempre con il nostro pan fritu con la carbunera che è il nostro piatto tipico. Qualcosa per l’anno prossimo per movimentare le serate estive è in progetto».